19. Sober

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saccheggialo, devastalo
ma lascia che batta ancora



Mi svegliai accoccolata contro alla schiena di Greg, le lenzuola tirate fin sopra il mento. Ero quasi certa di aver sognato, o fatto un incubo, ma le immagini erano sfocate nella mia memoria. Forse era per colpa di tutto l'alcol che avevo ingerito, forse per l'abuso di Thanatex, ma mi sentivo tranquilla e felice sotto a quelle coperte, come se tutti i miei pezzi rotti avessero finalmente trovato il loro giusto ordine.

Feci scivolare un braccio sul fianco di Greg e lo strinsi a me, la testa posata sulla sua schiena ad ascoltare il battito del suo cuore e il suo respiro lieve. Respirai quel suo odore così familiare, mescolato a quello del sesso. Per quanto fosse malsano e sbagliato, il suo profumo sapeva di casa.

Fuori dalla finestra, un sole timido fece capolino da dietro le tende leggere. Sembrava avesse smesso di piovere, finalmente.

Greg mi sfiorò la mano con la sua, intrecciando le dita alle mie e portandosela più vicina al petto. Ero felice, appagata e al caldo, sotto le coperte con Greg.

Non avrei voluto mai più uscire da quel letto, così sorrisi e chiusi gli occhi.

Il sole era alto in cielo, riempiva la stanza con il suo bagliore dorato, riflettendo piccoli arcobaleni sul pavimento in legno. La luce era così forte che mi costrinse ad aprire gli occhi e svegliarmi del tutto. Sopra le nostre teste, le travi a vista seguivano la forma spiovente del tetto e mi ricordarono la mansarda di Cris dove avevo dormito da sola per mesi.

Contro ogni mia aspettativa, invece, in quel momento mi trovavo abbracciata alla persona che mi aveva rapita, quasi uccisa, inseguita e terrorizzata. Se mi fossi sforzata di dimenticare tutto, per un attimo solo, avrei potuto fingere che fossimo solo due amanti qualsiasi. Ma anche se avessi perdonato tutto quello che aveva fatto, avrei potuto giustificare i miei sentimenti per lui? Potevo scusare l'attrazione irresistibile che provavo ogni volta che lo toccavo, o che ero vicino a lui? Forse dovevo solo lasciarmi andare alla mia oscurità, inghiottire le colpe, i crimini e gli abusi e abbandonarmi a quel sentimento di odio e amore che provavo per lui. Aprire le braccia a quella nostra dipendenza affettiva, all'attaccamento morboso che provavamo l'uno verso l'altra.

Magari, un giorno, avremmo imparato ad amarci senza farci del male.

O, più probabilmente, ci saremmo annientati a vicenda.

Se era così sbagliato, però, perché stare tra le sue braccia aveva un sapore così dolce?

Greg era stretto a me, la sua testa posata sul mio petto e una gamba piegata sopra alle mie. Mi accarezzò la pancia nuda con la mano e risalì fino a stringermi un seno, in un modo più affettuoso che sensuale.

Gli passai le mani tra i capelli, erano ancora umidi dalla doccia che avevamo fatto insieme prima di andare a letto. Eravamo sudati e sbronzi e l'acqua calda aveva fatto scivolare via gli ultimi effetti del Thanatex, lasciandoci esausti.

Greg alzò la testa e incastrò i suoi occhi grigi ai miei, sembravano meno tormentati, meno turbolenti, come un calmo cielo invernale più che in tempesta.

«Ciao» mormorò, la voce impiastricciata dal sonno. Sorrise beato, sembrava così felice.

«Ciao» risposi, ricambiando il sorriso.

Mi diede un bacio sullo sterno e si stiracchiò, spostandosi su un fianco accanto a me. Mi voltai a guardarlo.

«Hai dormito bene?» domandò.

APOKALYPSIS [Thanatos Trilogy Vol. 1&2]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora