Sveglio dal sonno
con la fame che morde
«Sei completamente impazzito?!» strillai, schizzando acqua dappertutto nel tentativo di rialzarmi in piedi, ma finii diretta tra le braccia di Greg, che scoppiò a ridere.
Diamine, quanto volevo strangolarlo.
Provai a divincolarmi, ma il mio carceriere mi stritolò in un abbraccio. Il suo petto nudo sussultava dalle risate contro la mia maglietta fradicia, il suo sorriso schiacciato sul mio collo. Con il mento, gli sfioravo i riccioli scuri. Non avevo altra scelta che ricambiare la stretta. Odorava di alcol, tabacco, sudore e sangue.
Un gemito gli uscì dalle labbra e i sussulti si trasformarono in singhiozzi. Le sue lacrime calde mi bagnavano la pelle, le sue dita sembravano volermi scavare la carne della schiena per aggrapparsi a me.
D'istinto, lo afferrai per i capelli e lo strinsi più forte.
Il suo dolore mi investì, lasciandomi senza fiato. Mi straziava il cuore, lo sentivo come fosse mio. Era il mio. Due ombre sorelle che si specchiavano nella notte, si nutrivano del proprio riflesso, si svuotavano e sfamavano insieme. L'acqua era calda, ma il suo corpo di più. Greg era terrore e sollievo, veleno e medicina. Posai la testa sulla sua e chiusi gli occhi, aspettando che il suo respiro si calmasse.
Rimanemmo così per un'eternità intera e, forse, ci sarei rimasta ancora un po' abbracciata a lui.
Greg si scostò da me piano, le mie mani a incorniciargli il volto. Gli occhi grigi erano arrossati, ma si allacciavano ai miei come magneti. Il sinistro si era sgonfiato e la galassia di lividi che lo circondava sembrava sul punto di guarire. Gli sfiorai le labbra, le ferite si erano quasi rimarginate del tutto.
«Com'è possibile?» chiesi stupita.
«È il Thanatex. Mi rende più forte, più veloce e più... resistente. Abbassa la mia soglia del dolore e mi fa guarire più in fretta.»
«È... impressionante. E spaventoso.»
«Lo è.» Mi accarezzò i capelli con dolcezza. «Ma non è ancora pronto per il mercato.»
Stabuzzai gli occhi. «Questa... cosa», gesticolai, indicando Greg, «non dovrebbe essere venuta, è pericolosa! Potrebbe finire nelle mani sbagliate.»
Lui mi rivolse un ghigno malvagio. «È proprio quello che spero.»
«Ma sei matto?» Ansimai. «Potrebbe...»
«Far scoppiare guerre?» m'interruppe. «Creare super-soldati? Uccidere milioni di persone?»
«Esatto!»
«Non m'interessa. Finché mi condurrà dalle persone che ci hanno fatto questo, sono disposto a mettere a repentaglio il mondo intero.»
«Che vuoi dire? Chi...»
«Non importa» tagliò corto. «Ogni cosa a suo tempo.»
Frugai i suoi occhi in cerca di una risposta, ma erano tornati freddi e indecifrabili come sempre.
«Ci tengo davvero a te, Dori, è che... non so come dimostrarlo.»
«Rapirmi e tenermi chiusa qui dentro non è di certo un buon modo per farlo» ribattei. L'ironia e la mia lingua tagliente erano tutto ciò che possedevo per difendermi, non volevo mostrare quello che in realtà provavo davvero. Sebbene una parte di me lo detestasse per quello che mi aveva fatto e che continuava a farmi, per l'avermi strappata alla mia vita e al mio futuro, una parte di me era dispiaciuta per lui. Sembrava davvero essere all'oscuro delle dinamiche di una relazione sana con un altro essere umano, come se non ne avesse mai avuta una. Aveva bisogno di qualcuno che lo amasse e forse, non conoscendo altro modo, mi aveva rapita per costringermi alla sua compagnia.
Sorrise. «Lo so, ma non posso lasciarti andare via.»
«Neanche se promettessi di restarti vicino?»
Esitò, ma poi scosse la testa. «Non voglio perderti di nuovo. Non adesso che ti ho ritrovata.»
«Non mi perderesti.» Avrei detto di tutto per uscire da lì e avere la speranza di vivere una vita normale.
Mi accarezzò una guancia con dolcezza e non potei fare a meno di pensare che quelle mani dal tocco così delicato erano le stesse che avevano appena strappato la vita a una persona. «Non voglio che tu te ne vada.»
«Non me ne andrò.» Avrei prima fatto un salto dai Carabinieri, ma sarei di certo andata a trovarlo in prigione.
«Stai qui con me, Dori.» Posò la fronte sulla mia, i nostri respiri si mischiavano tra loro. Non dissi nulla, ma quando le sue labbra si posarono sulle mie, le accolsi. Ricambiai il bacio e affogai nel suo sapore, il respiro intrappolato tra i suoi denti e il mio cuore imbizzarrito contro al suo. Gli accarezzai la schiena nuda, il petto, senza osare scendere oltre. C'erano solo i miei vestiti a separare i nostri corpi.
Perché il mio autocontrollo si disintegrava quando Greg mi sfiorava? Com'era possibile che ad ogni bacio le mie barriere si facevano sempre più sottili? La mia paura era diventata bisogno, fame, dipendenza. Ogni volta, gli lasciavo un pezzo in più della mia anima da ingoiare, un pezzo in meno della mia integrità che mi rimaneva addosso.
Mi strinse più forte a sé, le sue mani scivolarono sui miei fianchi, s'intrufolarono sotto la mia maglietta. Si fecero spazio sulla mia pelle fradicia. Greg ansimò sulla mia bocca, le sue dita si arrampicarono sulla mia schiena fino a raggiungere l'allacciatura del reggiseno.
No, no, no. Non poteva succedere.
Imprecai, scostandomi bruscamente.
Greg mi afferrò per le braccia, sbuffandomi in faccia. Le sue iridi erano due pozzi neri, forse adrenalina ed eccitazione avevano azionato nuovamente gli effetti di quel farmaco maledetto. Si passò la lingua sui denti e fece un profondo respiro con la bocca, come a cercare di calmarsi. Le tenebre minacciavano di prendere il sopravvento e io non volevo essere la sua prossima vittima.
Mi spinsi all'indietro per sfuggire alla sua presa, ma scivolai e la mia testa colpì il bordo della vasca prima che potessi allungare le braccia per attenuare la caduta. Greg mi tirò a sé, ma era troppo tardi.
Il dolore mi stordì. Il soffitto vorticò su sé stesso e una coltre di stelle mi annebbiò la vista.
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Immagine: https://unsplash.com/@annapostovaya
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APOKALYPSIS [Thanatos Trilogy Vol. 1&2]
ParanormalUn ragazzo misterioso dai poteri soprannaturali. Una ragazza speciale tenuta prigioniera. Una sostanza sperimentale che rende invincibili. Quando il passato torna a cercarti, non hai altra scelta che ricordare. O fuggire. ⚜ L'estate sta per finire...