12. Crawling

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lussuoso banchetto
di dorata libido.



Ero seduta sul divano a giocare con Heisenberg, nel tentativo di alleviare i sensi di colpa, persa nei miei pensieri oscuri. Greg era rientrato con la lettiera e una scatola di cibo per gatti, poi si era chiuso in camera da letto.

Mi sentivo affogare nel mio oceano di insicurezza, rimpianto e rabbia. Avevo detto delle cose davvero orribili che nessuno si meritava di sentire, nemmeno il mio carceriere. Feci volare la piuma attaccata alla bacchetta sul cuscino e Heisenberg si lanciò a prenderla. La concentrazione buffa dipinta sul suo musino mi fece sorridere, lo accarezzai e lui iniziò a giocare con la mia mano. I suoi artigli erano sottili, ma letali e mi graffiarono la pelle. Il dolore mi ricordò che le mie parole avevano di certo ferito Greg e non volevo che il mio rapitore fosse arrabbiato con me, dipendevo da lui per ogni cosa, dal cibo alla mia libertà e se avessi voluto guadagnarmi la possibilità di uscire, avrei dovuto rimediare. Anche se avrebbe voluto dire scusarmi con lui per essermi comportata male.

Preparai le lasagne verdi, alternando il pesto artigianale che mi aveva comprato Greg, alla besciamella e alla pasta. A metà teglia aggiunsi anche dei fagiolini verdi e patate a tocchetti, poi continuai con gli strati di lasagna. Quando fu pronta, la tirai fuori dal forno e ne servii una porzione per me e una per il mio carceriere.

Con i piatti in mano, mi avvicinai alla stanza di Greg. Bussai piano alla porta con il gomito, con il cuore che mi martellava nel petto. «Ho preparato la cena.»

«Vieni» rispose lui in tono gelido.

Con le lasagne in bilico su una mano sola, avvolsi le mie dita tremanti intorno alla maniglia e spinsi verso il basso. E se mi avesse fatto del male? Se mi avesse lanciato in faccia le lasagne? Erano ancora calde e non volevo ustionarmi la fronte. Sarei sopravvissuta alla serata? Forse avevo davvero esagerato, ma speravo che un buon pasto potesse perdonare tutto.

Greg era seduto sul letto a braccia conserte, con le lunghe gambe stese sul lenzuolo e caviglie incrociate. Accanto a lui, una copia sgualcita de Il cardellino, aperta a testa in giù sul materasso per non perdere il segno. Mi sedetti accanto a lui e gli allungai un piatto. In quel momento, Heisenberg piombò sul letto correndo e si lanciò su Greg, attaccandogli i piedi scalzi come se fossero il loro nemico numero uno.

Greg sorrise, suo malgrado.

«Non avrei dovuto dire quelle cose orribili, scusami» mormorai. «Non lo penso davvero.»

Lui accarezzò Heisenberg, senza guardarmi in faccia. Posò il piatto di lasagne sul comodino e ne prese una forchettata. Ne presi un pezzo anche io, studiando il mio carceriere in cerca di un indizio sul suo umore. Com'era prevedibile, le lasagne erano ottime.

«Sono buonissime» convenne.

«Meglio di quelle surgelate?»

Il suo sorriso si allargò e ne imboccò un'altra forchettata. «Oh, molto meglio.»

Sorrisi anche io. «Sono contenta.» Presi un respiro profondo e ripetei: «Mi dispiace davvero per quello che ho detto prima.»

Alzò lo sguardo, incollandolo al mio. «Lo so che sono difficile da amare. Ed è vero che nemmeno i miei genitori mi volevano bene. Sono pieno di cicatrici, sono a pezzi e pieno di oscurità, perché qualcuno dovrebbe amarmi?»

«Perché tutti meritano di essere amati.»

«Anche gli psicopatici assassini?»

«Anche tu.»

APOKALYPSIS [Thanatos Trilogy Vol. 1&2]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora