16. Breaking the Habit

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e dove non ti è concesso vedere,
abiteranno le tenebre.



Dopo quella che mi sembrò un'eternità – e dopo una playlist eccessivamente lunga di classici metal degli anni Duemila, che il mio rapitore si premurò di cantare parola per parola –, l'auto rallentò fino a fermarsi.

Greg spense il motore e, nel silenzio, ascoltai il mio cuore mancare un battito, per poi scalciare furioso nel petto. Pregai in silenzio di non essere prossima al macello. Volevo sopravvivere a questa cena, volevo tornare a essere libera.

Il mio carceriere mi aprì la portiera e, prendendomi per mano, mi aiutò a scendere dall'auto.

L'aria della sera mi avvolse nel suo fresco abbraccio, il sole doveva essere prossimo al tramonto, le ombre sembravano più profonde, le figure oltre la stoffa della mia benda si facevano più confuse. L'idea di perdermi il mio primo tramonto mi fece stringere lo stomaco e riempire gli occhi di lacrime. Inspirai col naso, riempendomi i polmoni e godendomi il profumo della pineta e della terra. Non sapevo se sarei vissuta per respirarne ancora. Cicale e grilli frinivano tutt'intorno, in un concerto che solo la campagna poteva offrire.

«Greg» sussurrai con voce tremante. «Toglimi la benda, ti prego.»

Esitò. «Non lo so, Dori.»

«Non m'interessa dove siamo, voglio vedere il tramonto» piagnucolai, stringendogli forte la mano.

Lui sospirò. «Okay, tanto ormai siamo arrivati, però... Però devi promettermi una cosa.»

«Farò tutto quello che vuoi» mormorai disperata, prima di rendermi conto di quello che stavo promettendo. A quel punto, non m'importava. Gli avrei venduto la mia anima, il mio corpo e la mia vita per vedere un'ultima volta il cielo.

«Promettimi di non fare niente di stupido.»

Forse mi era andata bene per quella volta. «Tipo ubriacarmi e limonare tuo padre?»

Greg scoppiò a ridere. «Intendevo come provare a scappare, ma sì, ecco, anche cercare di limonarti mio padre sarebbe davvero stupido.»

«Lo prometto, lo giuro, Greg. Non scapperò e non limonerò nessuno.»

Greg sciolse la benda e sbattei le palpebre per abituarmi alla luce tenue del crepuscolo. «Puoi baciare me, però. Se ti va.»

Distolsi lo sguardo, senza rispondergli.

Eravamo nel cortile di una villetta, intorno a noi una splendida vallata verde ricoperta di ulivi e vigneti. Alle nostre spalle si estendeva una fitta pineta. Non vedevo il mare, ma lo sapevo che era laggiù, da qualche parte oltre la collina. Il cielo si era tinto di arancione, rosa e un di rosso così intenso da sembrare pittura a olio, le poche nuvole di un viola chiaro, tra l'indaco e l'azzurro e nascondevano parte del sole che stava per tuffarsi oltre l'orizzonte.

«È stupendo.» Sorrisi, con il cuore che batteva all'impazzata. Non mi sembrava vero di essere finalmente fuori da quel maledetto scantinato, alla luce del sole, davanti a un tramonto così bello.

Greg sorrise a sua volta, accarezzandomi una guancia. «Sei così bella quando sei felice.»

«Non ci vuole molto a rendermi felice.»

Il suo sguardo si adombrò, ma allargò il sorriso. «Sei pronta a entrare?»

«Assolutamente no.»

Le sue mani calde scivolarono sui miei polsi, slegandoli e infilandosi il nastro nella tasca dei pantaloni. «Non fare niente di stupido» intimò.

APOKALYPSIS [Thanatos Trilogy Vol. 1&2]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora