affamato di morte,
distruttore di mondi.
Avevo la morte incollata sulla pelle, cucita a forza negli occhi, incastrata sotto le unghie. Più cercavo di grattare via il sangue, più si spargeva. La morte di Filippo mi si ripeteva nella testa a ripetizione, come un disco rotto di grida implacabili. La morte mi macchiava i vestiti, i muscoli, le ossa, mi sporcava l'anima. L'ansia mi affondava i suoi artigli nello stomaco, mi stritolava i polmoni.
La morte mi aveva toccata, o forse io avevo toccato lei, e non c'era rimedio, non c'era perdono.
Strinsi le ginocchia al petto, affondando le unghie nelle cosce nella speranza che il dolore fisico potesse far sparire, anche solo per un attimo, tutto quel groviglio di angoscia, paura e senso di colpa che mi soffocava il petto.
Fuori dal finestrino scorreva la valle fatta di boschi, campi di ulivi, vitigni e le luci distanti dei paesini. Chissà quanto eravamo lontani dalla città, chissà quanto dall'essere salvi. Greg aveva dimostrato di non avere pietà per niente e nessuno, non volevo rischiare la morte di altra gente innocente, speravo ci stessimo dirigendo verso un posto non troppo affollato.
«Cosa cazzo è appena successo?!» mormorò Carlo, una volta ripreso dallo shock. Mi accorsi solo in quel momento che aveva avvolto intorno alla mano ferita uno strofinaccio da cucina.
«Co-come hai fatto a...?» balbettò Milo terrorizzato dai sedili posteriori.
«Io...» Mi morsi il labbro con forza, non lo sapevo nemmeno io come avevo fatto. Non la sapevo controllare quella forza, era esplosa e basta. «Io ho dei poteri... credo.»
«Credi?!» m'incalzò Carlo, stizzito.
«Non so usarli, io... ho appena scoperto di averli.» Mi strinsi nelle spalle e mormorai: «Te l'ho detto.»
«Tu lo sapevi?!» sbraitò Milo.
Carlo mi fulminò con lo sguardo. «So solo quello che Capitan Nemo, qui, mi ha raccontato» sbottò. «Ed evidentemente era solo una piccola porzione della verità.»
Milo si aggrappò allo schienale del mio sedile e mi urlò nell'orecchio tutte le sue domande. «E quel tizio chi era? Perché ti voleva indietro? È tipo un trafficante di donne? E pure lui ha poteri come te? Com'è possibile?» squittì senza fermarsi a prendere fiato.
«Lui è...» Le parole mi morirono in bocca. Non sapevo nemmeno come definirlo, Greg. Lui era il mio carceriere psicopatico, il mio amico d'infanzia, il mio amante e il mio assassino. Era tutti i sentimenti malati e contraddittori che provavo. Era luce e tenebra, il mio boia e salvatore. «È pericoloso» conclusi. «Sono scappata da lui, vuole sfruttarmi per i miei poteri.»
«Che cosa ha fatto a Fil?» mormorò flebile Miriam. «Come ha fatto a...?» Non riuscì a terminare la frase, quello che era appena successo era agghiacciante e pronunciarlo ad alta voce spaventava anche me.
Deglutii. «Anche lui ha dei poteri, ma diversi dai miei. Lui può...» Cercai di trovare le parole giuste, ma non esistevano. La verità era cruda, amara, orrenda e dura da mandare giù. «Può controllare la mente delle persone, fargli fare cose che non farebbero razionalmente. Può costringerli a uccidere e...»
«A uccidersi» concluse Miriam per me in un sussurro.
«Non dovremmo chiamare la polizia?» domandò Carlo, la voce acuta per lo stress. O forse per il dolore alla mano mutilata. «Forse loro possono fare qualcosa, proteggerci, magari arrestarlo.»
Scossi la testa. «Greg è il figlio dei Damiani, loro sono...»
«Una famiglia mafiosa senza scrupoli» m'interruppe Miriam e mi voltai a guardarla sorpresa. Come diavolo faceva a saperlo? La ragazza si strinse nelle spalle e sviò i nostri sguardi indagatori. «I Damiani sono famigerati in questa zona, controllano tutto» si giustificò. «Fil me ne aveva parlato. Hanno in mano tutto, qui: il traffico di droga, armi e di persone. Pagano la polizia perché chiuda un occhio sui loro traffici.»
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APOKALYPSIS [Thanatos Trilogy Vol. 1&2]
ParanormalUn ragazzo misterioso dai poteri soprannaturali. Una ragazza speciale tenuta prigioniera. Una sostanza sperimentale che rende invincibili. Quando il passato torna a cercarti, non hai altra scelta che ricordare. O fuggire. ⚜ L'estate sta per finire...