Decima parte

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«Va bene Mitsuki-san, lo riferisco io a Izuku, non ti preoccupare.» disse Inko Midorya al telefono con la signora Bakugou.

Mitsuki aveva raccontato all'amica quello che era capitato al figlio finendo con la raccomandazione che Izuku non andasse a casa da loro per i prossimi giorni, troppo pericoloso dato che Katsuki stava risentendo del rut interrotto dal dottore con i soppressori.

«Mamma,» chiamò il verdino sentendo che la madre aveva riattaccato la cornetta del telefono, «Era Kacchan?»

«No tesoro, era Mitsuki-san, mi ha detto che Katsuki è indisposto e per un paio di giorni non puoi andare a trovarlo.» rispose la donna avvicinandosi al figlio e accarezzandogli i capelli con dolcezza.

Quello che era successo al ragazzo l'aveva turbata, perché era una cosa che sarebbe potuta toccare anche a suo figlio se non fosse stato attento con i soppressori, ringraziava il cielo che Izuku avesse già cominciato a prenderli e che per il momento non fosse troppo soggetto ai calori.

Cosa avrebbe fatto se avesse perso anche lui come il marito anni prima?

Aveva detto al figlio che era andato via per lavoro e che non sapeva quando sarebbe tornato, ma la verità era che era morto in uno scontro contro dei villain, dopotutto era un eroe e simili incidenti purtroppo capitano.

La sola idea di vivere senza il suo bambino la dilaniava, anche per quel motivo aveva deciso di far rimuovere il quirk che si era sviluppato senza che lui se ne accorgesse.

Non lo voleva in mezzo alla strada a combattere contro dei villain che avrebbero potuto trattarlo come un pezza e abusare di lui come avevano fatto con Katsuki, lui aveva un quirk forte e nonostante questo era stato abusato, come avrebbe potuto Izuku anche solo sperare di avere una possibilità contro di loro?

Alle volte pensava che aveva sbagliato a compiere tale azione, ma poi accendeva il televisori sintonizzato su un qualunque telegiornale e le notizie di eroi feriti o peggio, morti, risuonavano per la stanza facendole mancare il respiro.

Non poteva proprio sopportare che succedesse qualcosa a suo figlio.

«Potevi almeno passarmelo, non lo sento da due giorni.» disse il verdino con un tenero broncio sul volto ancora rotondo per la giovinezza.

Inko si commosse di vedere il figlio così allegro nonostante tutto, ma forse si disse che non sapeva veramente cosa fosse successo al suo amico.

«Tesoro mio, sai perché Katsuki-kun sta poco bene?» gli chiese la donna andandosi a sedere sul divano seguita dal figlio.

«Problemi con la ghiandola a quanto pare, perché quando sono andato a trovarlo all'ospedale odorava da Alpha.» e a quelle parole il ricordo dell'odore del biondo al peperoncino gli solleticò il naso colorandogli le guance e facendo estendere sul suo ventre una piacevole sensazione di calore.

I suoi feromoni eccitati si sparsero per l'aria.

Inko li percepì chiaramente, preoccupandola.

«Più o meno,» disse afferrando le mani del figlio e stringendole tra le proprie, «Ha subito una violenza e il mostro che lo ha aggredito gli ha strappato la ghiandola dal collo.»

«Cosa?» gridò il verdino alzandosi e allontanandosi dalla madre, pronto per correre da Katsuki.

«No tesoro, non puoi andare da lui in questo momento.» urlò Inko rincorrendolo.

«Lui ha bisogno di me, non posso lasciarlo solo.» sbraitò Izuku quando la madre lo afferrò per le spalle ad un passo dalla porta.

«Non puoi andare da lui è in rut.» lo informò la donna richiamando la sua completa attenzione, «Mitsuki ha detto che adesso gli hanno dato dei farmaci per bloccarlo, ma comunque se sentinsse il tuo odore potrebbe attaccarti.»

«Non lo farebbe mai, noi ci vogliamo bene.»

«Non puoi mai sapere come agirà un Alpha durante il rut, non rischiare e aspetta qualche giorno, poi potrai andare a trovarlo e parlerete con calma di tutto quanto.» e gli accarezzò la guancia che si era bagnata di lacrime silenziose,

Izuku annuì lentamente, per poi andare in camera sua in silenzio con mille pensieri per la mente.

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