Quarantottesima parte

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Izuku si risveglio per il caldo soffocante che lo stava avvolgendo, mentre un peso gli opprimeva il petto senza che ne capisse il motivo.

Sbattendo le palpebre provò a mettere a fuoco la stanza in cui si trovava, ma l’oscurità regnava sovrana impedendogli di capire dove si trovasse.

L’ultima cosa che ricordava era quella di essersi precipitato in camera propria per sfuggire alla vista del suo Kacchan tra le braccia di quell’Alpha rosso, lo stesso ragazzo che aveva imparato ad apprezzare ma che gli aveva comunque portato via il ragazzo che…

Scosse il capo per non pensare a quello che era successo, l’unica cosa che importava era capire dove si trovasse.

A quanto pareva si trovava a letto, il materasso morbido sotto di lui glielo confermò, ma qualcosa si trovava sopra di lui e pesava sul suo sterno impedendogli di respirare appieno, sollevò il capo per vedere cosa fosse e vide un braccio muscoloso che lo circondava, ma quella non fu l’unica cosa che lo lasciò di stucco, una gamba era avvinghiata alle sue impedendogli ogni movimento.

Girò il capo a destra per prima cosa per vedere a chi appartenesse il braccio che lo ricopriva.

Un volto coperto da una capigliatura rosso fuoco era poggiata mollemente sullo stesso cuscino su cui era appoggiato.

Cercando di trattenere un imprecazione e rammentando che le gambe che lo immobilizzavano non erano quelle del rosso, si voltò verso sinistra e il volto familiare di Katsuki occupò la sua intera visuale.

Il fiato gli si mozzò in gola.

Come aveva fatto a finire tra i due ragazzi da cui stava cercando di prendere le distanze da inizio anno? Come aveva fatto a trovarsi tra di loro completamente nudo per giunta?

Non lo sapeva e non era molto sicuro di volerlo sapere, l’unica cosa che al momento era importante era quella di districarsi da quel groviglio di membra e fuggire via da loro e da quello che avrebbe comportato il confronto che era certo sarebbe avvenuto.

Cominciò piano a spostare la gamba, in modo da toglierla dalle grinfie del biondo che sbuffò leggermente. Poi fu il turno di scivolare via da sotto il braccio di Eijirou e magari anche giù da quel letto che scoprì essere appiccicoso.

Cosa era successo la sera prima che li aveva portati nudi e ricoperti di secrezioni nella camera dell’Alpha?

No! non ci doveva pensare o il suo odore intriso di feromoni tristi avrebbe inondato la stanza.

A tentoni cercò i suoi vestiti sul pavimento, trovandoli se li mise in fretta ben attento comunque a non emettere alcun rumore.

Con un sospiro s’infilò la maglietta e si diresse a quella porta che segnava il confine della sua salvezza.

Aveva la mano sulla maniglia quando il suo volto si girò per vedere i due ragazzi che stava di nuovo lasciando dietro di sé per fuggire da quello che era successo.

I suoi feromoni carichi di tristezza si librarono nella stanza al pensiero di quello che stava per fare.

Non voleva farlo, o almeno Izuku non voleva, cosa che invece il suo Omega interiore non riusciva a sopportare.

L’odore di menta rancida si diffuse per la stanza arrivando alle narici dell’Alpha dai capelli rossi, ma anche a quelle di Katsuki e di quella parte che considerava il ragazzo dai capelli verdi come il suo Omega.

Due ringhi ben distinti vennero emanati dai due ragazzi ancora stesi a letto che aprirono gli occhi con la consapevolezza che c’è qualcosa di sbagliato.

Izuku guaì sentendo i feromoni carichi di dominio di Eijirou e del biondo che si voltarono per guardarlo. La mano che era stata stretta alla maniglia della porta, pronta a spalancarla verso la salvezza cadde inerme accanto al corpo del verdino che chinò il capo mostrando quella zona tenera dietro il collo dove si trovava la sua ghiandola ancora intonsa, ma ricoperta di piccoli segni violacei lasciati dai due ragazzi che si erano alzati per avvicinarsi a lui.

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