La mano di Izuku si posò sulla maniglia della porta della sua camera con un leggero tremito, pensava che il pianto avesse placato il tumulto che aveva nel petto, ma evidentemente si sbagliava perché il bussare alla porta aveva riportato a galla il pensiero che magari uno dei due ragazzi fosse tornato per lui.
Quando spalancò la porta e trovò Shoto con un vassoio con un tramezzino farcito e una tazza di tè fumante, si sentì per un attimo deluso sul suo visitatore, ma di certo non poteva di certo sperare che Eijirou o Katsuki lo perdonassero dopo quello che aveva fatto loro.
Cercando di sorridere fece segno al bicolore di entrare per poi chiudere la porta alle sue spalle senza che però riuscisse ad evitare l'occhiata al corridoio dove sperava di intravedere una capigliatura bionda, o rossa.
«Grazie Todoroki-kun è stato molto gentile da parte tua.» disse il verdino prendendo il vassoio dalle mani dell'Alpha e appoggiandolo sulla scrivania, «Ma non ti dovevi disturbare.»
«Ho pensato che altrimenti non saresti venuto a cenare. Non sei sceso insieme a Kirishima e Bakugou.» rispose Shoto accomodandosi su un lato del letto del minore.
«Sono venuti a cena insieme?» chiese, gli occhi spalancati per la sorpresa.
Aveva pensato di aver distrutto il loro legame con la sua rivelazione quella mattina, ma evidentemente il loro legame era troppo forte e lui non se ne era accorto, in fondo li aveva allontanati per non scoprire quanto in effetti loro due fossero legati.
«Sì, perché? Non avrebbero dovuto?»la voce del bicolore era dubbiosa, come il suo cipiglio, ma più che per la domanda del verdino, per la sua reazione alla risposta affermativa, «Stai bene?» domandò allora alzandosi e mettendogli una mano sulla spalla.
Izuku si sentì infinitamente in colpa ad accettare quella consolazione che l'altro gli stava donando e il suo Omega voleva solo scostarsi da quel tocco e correre dai due Alpha che invece lo avevano accantonato, ma non poteva farlo.
Con un sorriso triste si voltò verso Shoto, «Sì, sto bene. Grazie.»
L'Alpha ringhiò sommessamente, ma abbastanza forte perché l'Omega lo sentisse e chinasse il capo sottomesso a quel suono dominante.
«Non stai bene e non mi piace quando i miei amici soffrono.» disse sorprendendo il minore che gli rivolse uno sguardo umido, le prime lacrime già pronte a sgorgare dai suoi occhi, «Qualunque cosa ti serva io ci sono.»
«Todoroki-kun, sto bene, non devi...»
«Qualunque cosa io sono qui.» continuò interrompendo le proteste del verdino, per poi avvolgerlo in un abbraccio caldo in cui l'altro si sciolse, lasciando che tutto il rammarico per sé stesso esplodesse in un pianto silenzioso, mentre la mano del maggiore gli accarezzava la schiena confortandolo.
«Grazie.» sussurrò con la voce gracchiante.
«Siamo amici e gli amici fanno questo.» disse Shoto con voce dura mentre rilasciava un po' di feromoni con l'intento di calmare Izuku che questa volta li respirò tranquillamente, con la speranza che con quell'Alpha al fianco forse avrebbe risistemato la sua vita, magari senza più errori.
Tra quelle braccia si promise che mai più si sarebbe ceduto di nuovo ad un Alpha, non voleva più rovinare la vita ad un'altra persona.
"Forse è meglio così." pensò sempre più sicuro, "Dopo quello che ho fatto a Kacchan e ad Eijirou non merito di stare con un'Alpha.".
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Broken Inside
FanfictionL'esito dell'esame aveva dato come responso l'unica cosa che sapeva avrebbe rovinato per sempre la sua vita. Era un'Omega. Un'Omegaverse dove nulla è quello che sembra.