Sessantaduesima parte

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Kaminari Denki si era trovato davanti a colui che aveva scoperto essere il suo Mate nel pieno del suo calore e sentendone il piacevole odore di lavanda che sprigionava in risposta ai suoi feromoni eccitati, il dolce profumo del miele sovrastò quello del limone facendo eccitare l'Alpha che ringhiò in risposta.

«Alpha...» gemette il biondo afferrando con le mani tremanti l'orlo della maglietta del maggiore e portandosela al naso per odorarne meglio il profumo inebriante.

«Ehi, tranquillo.» rispose Hitoshi prendendo il ragazzo per i gomiti e cercando di sollevarlo o almeno impedirgli di cadere a terra, «Adesso vado a cercare aiuto.»

«No, Alpha...ti voglio...» continuò Denki aumentando la presa e cercando di avvicinare di più a sé l'altro ragazzo.

Il violetto costretto da quella presa che sembrava eccessivamente forte per un piccolo Omega in calore, lo sollevò prendendoselo in braccio e facendogli posare il volto sul collo da cui i suoi feromoni continuavano a sgorgare impetuosi nel disperato bisogno di dare sollievo al più piccolo, nonostante a sua volta fosse soggetto a quelli del biondo che aveva preso a strusciarsi contro di lui.

Per fortuna l'infermeria era proprio dietro l'angolo e l'aveva appena lasciata dopo aver assunto una seconda dose di soppressori, solo grazie a quelli era riuscito a non saltare addosso a Denki che ora emetteva delle sonore fusa che avevano il solo scopo di far capire all'Alpha quanto si sentisse al sicuro fra le sue braccia.

Recovery Girl aprì la porta ancora prima che Hitoshi potesse bussare per annunciare la loro presenza, facendo strada al maggiore affinché depositasse l'Omega su uno dei lettini più in disparte della stanza.

«Grazie caro, ora però è meglio se torni al torneo prima che ricominci.» lo liquidò la vecchia una volta coperto il corpo accaldato di Denki che continuava a rigirarsi fra le lenzuola alla ricerca del calore del suo Alpha.

Hitoshi stava per obbedire all'infermiera, quando il richiamò del suo Mate lo richiamò con una forza tale che le sue pupille sfarfallarono per il quantitativo di feromoni emessi, il suo secondo genere scalpitava per emergere.

«Ragazzo?» chiamò Recovery Girl vedendo come il violetto si fosse immobilizzato all'ondata che aveva stravolto Denki sul letto facendogli scostare le lenzuola e contorcersi per il dolore.

Un ringhio sonoro lasciò le labbra dell'Alpha che nel frattempo aveva estratto i canini colmi di saliva che gocciolava copiosa lungo il suo mento.

«Alpha.»gridò l'Omega inarcando la schiena e rilasciando una zaffata di odore al limone che per un secondo offuscò il più dolce, «Ti prego mio Alpha...»

Hitoshi non se lo fece ripetere due volte, si fiondo sul letto dove il più piccolo si contorceva prendendolo fra le proprie braccia in modo che il naso potesse posarsi sulla sua gola, dove feromoni calmanti venivano rilasciati con forza.

«Mi dia un altro soppressore per favore.» ringhiò l'Alpha che cercava in tutti i modi di trattenere il rut che lo stava per sopraffare.

Recovery Girl ammirata dal controllo del ragazzo, per un istante rimase imbambolata dalla sua determinazione, ma quando un secondo ringhio risuono con maggiore forza e urgenza, la donna si risvegliò e gli portò il blister con le compresse e un bicchiere d'acqua che depositò sul comodino accanto al letto.

«Per favore ora tiri un poco le tende, non vorrei che qualcun altro potesse vedere il mio Omega in questo stato.» sussurrò il violetto inghiottendo due compresse senza acqua.

«Sicuro di stare bene?» chiese lei in apprensione.

«Sì, sto bene.» rispose quando la donna tirò la piccola tenda per celarli alla vista di chiunque avesse potuto entrare.

«Alpha...» gemette ancora Denki stravolto dal dolore.

«Non ti preoccupare Omega, mi occuperò io di te.» sussurrò d'un fiato Hitoshi all'orecchio del più piccolo scatenandogli una serie di brividi piacevoli che gli corsero lungo la schiena fino a fargli rilasciare il suo dolce liquido di preparazione.

La mano dell'Alpha scivolò lungo le cosce del biondo, afferrandogliele con forza, facendogli sentire che era presente, mentre gemiti soffocati da piccolo baci dell'Omega si scontravano sulla pelle della sua gola.

Ma il richiamo che gli fece perdere quasi il controllo, fu quando la sua mano si spinse dentro i pantaloni del più piccolo e gli andarono a sfiorare la sua apertura fradicia di umori.

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