Ventiseiesima parte

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Non aveva tanta voglia di fare quell'uscita, ma quando Eijirou lo aveva chiamato la sera prima per invitarlo, non aveva saputo dire di no, forse anche per la troppa felicità di quel messaggio ricevuto dal suo Alpha.

Per quel motivo si trovava lì in quel momento, in quel parchetto così lontano da casa sua, seduto mollemente su un'altalena a far dondolare le gambe avanti e indietro nell'attesa del corvino che stranamente era in ritardo.

Stava per tirare fuori il cellulare e contattare il corvino, quando sentì una mano posata sulla spalla e l'inconfondibile aroma di cannella raggiungerlo al naso.

Per quanto quell'odore un poco lo infastidisse, consapevole che era l'odore che avrebbe fatto perdere la testa a Katsuki, non poteva non bearsi dei feromoni che quel profumo portava con sé. Quando lo sentiva una vaga sensazione di conforto lo invadeva lasciandolo felice e rilassato, ma era per quello che non lo sopportava, solo l'odore del suo Alpha avrebbe dovuto fargli quell'effetto.

«Ci hai messo parecchio tempo, hai avuto...» cominciò a dire Izuku voltandosi lentamente, ma il resto della frase gli si bloccò in gola alla vista del ragazzo alle sue spalle.

Per un breve istante non lo riconobbe, anche se il volto era lo stesso, i capelli neri e lisci che gli contornavano il volto, erano spariti, sostituiti da dei capelli rossi pesantemente ingellati a formare alte punte alte sopra la testa.

Solo l'odore gli fece ricordare che il ragazzo che aveva davanti era Eijirou.

«Eiji...ma cosa hai fatto ai capelli?» chiese il verdino balzando in piedi quando lo shock fu passato e si avvicinò così tanto che per un secondo l'altro non seppe come comportarsi.

Le mani del minore corsero subito verso l'Alpha per andare a toccarli, facendo arrossire il rosso per l'imbarazzo.

«Ti piacciono?» chiese con un certo imbarazzo mentre una mano correva sulla nuca ad accarezzarsi la piccolo peluria rimasta morbida.

«Sì.» rispose sinceramente il verdino con un sorriso radioso sul volto, «Per un attimo mi hai ricordato Crimson Riot.»

«Era quello che speravo.» disse Eiji emozionato che l'altro lo avesse nominato, «Lui è il mio modello di riferimento, dopotutto è così virile e vorrei essere come lui un giorno»

«Vuoi diventare un'eroe quindi?» chiese Izuku, gli occhi che brillavano di nuova luce.

«Chi è che non vorrebbe essere un'eroe, ma non so se ce la farò. Il mio quirk non è così forte.» e nel dirlo allungò una mano davanti agli occhi del minore e ne indurì le dita, cosa che fece emozionare l'amico che si mise a studiarle serio con la mano a torturare il labbro inferiore, concentrato su quello che vedeva.

«Interessante.» e sfiorò le dita dell'altro con la mano libera, «Sembrano fatte di roccia.»

Eijirou osservava il verdino incantato dai suoi occhi luminosi e dalle guance rotonde che si erano gonfiate quando aveva preso quell'espressione attenta.

«Interessante? A me sembra abbastanza inutile, pensa che la prima volta che si è manifestato mi sono anche fatto del male da solo.» e con un dito non indurito s'indicò il sopracciglio su cui svettava una cicatrice che lo tagliava a metà.

«Sì, è interessante.» rispose Izuku con un sorriso radioso, «Sai cosa potresti fare con questo quirk? Potresti distruggere muri con la forza dei tuoi pugni, magari per aprire una via di fuga a gente in pericolo. Oppure proteggerti dagli attacchi dei villain, oppure...» ma la voce poco alla volta si assottigliò in un borbottio sommesso mentre valutava i possibili usi del potere del rosso che arrossi per l'intensità dello sguardo che l0altro gli riservava.

Nessuno aveva mai detto che la sua unicità fosse interessante, tutti lo snobbavano quando lo vedevano, dicendogli che era un quirk da nulla. Per loro solo i quirk potenti erano adatti per gli eroi, portando ad esempio All Might e la sua super forza.

Le parole di Izuku gli alleggerirono il cuore e preso da un momento di gioia, gli gettò le braccia attorno alla vita e se lo strinse contro il petto, rilasciando il suo odore carico di felicità.

Il verdino per un attimo si sentì spiazzato da quelle braccia che lo circondavano, ma i feromoni che il maggiore rilasciava lo ammansirono a tal punto che si sentì bene quando a sua volta ricambiò l'abbraccio facendogli scivolare le braccia sulle spalle.

L'Omega dentro di lui che aveva sofferto la lontananza del suo Alpha fino a quel momento, si agitò per la gioia facendogli emettere dolci fusa che arrivarono alle orecchie del rosso.

Eijirou sentì il suo Alpha fremere per quel suono e una strana sensazione gli invase la bocca che si riempì di saliva mentre i canini cominciarono a dolere.

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