Cinquantatreesima parte

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Per Izuku i giorni passarono svelti, soprattutto grazie alla vicinanza di Shoto che gli stava sempre affianco nei momenti in cui era costretto a stare nella sala comune del dormitorio.

E fu così che arrivò il giorno tanto atteso del festival sportivo.

Recovery Girl era passata nelle varie classi per distribuire dei soppressori dell'odore più forti in vista della gara e tutti li avevano presi senza obbiettare.

«Secondo te hanno degli effetti collaterali?» chiese Izuku inghiottendo il suo con un sorso d'acqua dalla bottiglietta che il bicolore gli aveva appena passato.

«Non credo, altrimenti non ce l'avrebbero data.» rispose Shoto riprendendo la bottiglia e bevendone un lungo sorso per mandare giù a sua volta il soppressore.

Un basso ringhio si diffuse per l'aula delle prima A, cosa che richiamò per un breve momento l'attenzione del verdino verso Katsuki che aveva entrambi i pugni stretti contro il petto di Eijirou che se lo teneva stretto a sé.

«Ma che gli prende a quei due?» sentì chiedere Sero Hanta, un loro compagno di classe a Shoto che alzò semplicemente le spalle in risposta.

«Litigio fra innamorati?» propose inconsapevole del dolore che quelle parole fecero a Izuku.

«Non credo, guarda come stanno attaccati tra loro.» disse invece Kaminari Denki con un sospiro, «Vorrei anch'io trovare il mio Mate così presto, ma con tutti i soppressori che ci fanno prendere a noi Omega, credo che non succederà tanto presto.»

«Perché fai tanto il pessimista, dov'è il Denki mezzo scemo che conosco io?» chiese Hanta circondandogli le spalle con un braccio e strofinandogli i capelli con le nocche facendolo guaire per il dolore.

«Facile per te a dirsi, Sei un Beta e non sei influenzato dagli odori, ma non vale così per noi, vero Midorya.» continuò il biondo scappando alla presa del corvino per andare ad abbracciare Izuku, cercando un conforto.

Un secondo ringhio risuonò per la stanza, ma questa volta nessuno ci fece attenzione, consapevoli che fosse solo Katsuki che rilasciava il suo secondo genere contro il rosso che aveva indurito il petto con il quirk in modo che il suo Mate non gli facesse del male con le unghie che continuava a piantargli addosso.

«Muovetevi e andate di sotto. La prima fase del festival sta per cominciare.» richiamò ad un tratto Aizawa richiamando su di sé l'attenzione di tutti i suoi studenti e cominciando a farli uscire sotto la supervisione di Iida Tenya, il capoclasse.

«Stai bene?» chiese Shoto rimanendo indietro insieme al verdino che continuava a guardare a terra, i pensieri che gli frullavano incessantemente a tormentarlo.

«Vorrei solo che la giornata passasse in fretta.» ammise il minore con un sorriso triste sul volto.

«Non puoi scappare per sempre Midorya, altrimenti non vivrai mai davvero la tua vita.»

Una risatina forzata lasciò le labbra del verdino al pensiero di come si era svolta la sua vita.

Sotto un certo punto di vista non aveva di che lamentarsi, ma il ricordo delle parole di sua madre l'ultima volta che l'aveva vista, il pensiero di quello che gli aveva fatto quando era così piccolo che neppure se lo ricordava, quello che aveva passato per il suo egoismo, il dolore che aveva provato alla notizia che non solo lui aveva posseduto un quirk che gli avrebbe consentito di diventare un'eroe, ma che addirittura gli era stato strappato via solo perché così potesse stare attaccato a quella donna che lo voleva solo controllare come un burattino.

Il fatto di essere un'Omega e quindi non poter stare accanto all'unico ragazzo che avesse mai amato, avere la possibilità di amarlo veramente quando dopo quella tragedia si era abbattuta sul suo amore e poi vederselo portare via.

Scoprire che il ragazzo che amava avrebbe trovato il suo Mate una volta iniziata la scuola, innamorarsi di quell'altro e poi vederlo innamorarsi di lui.

Aveva veramente una vita che forse non sarebbe stata valsa la pena di vivere.

«Ma ne vale veramente la pena di viverla la mia vita?» chiese anche se la domanda era più a sé stesso che al ragazzo al suo fianco.

Shoto vedendo che nessuno li stava guardando, prese per il polso Izuku e lo trascinò lontano da tutti in un corridoio isolato.

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