Epilogo

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Izuku era fermo davanti la porta di casa di sua madre con un groppo alla gola che lo stava per far soffocare. Se non avesse avuto i suoi due compagni alle spalle sarebbe già fuggito senza remore.

La mano era sollevata, pronta a picchiettare sulla porta per annunciarsi, ma non riusciva a fare quei pochi centimetri, la paura di quello che sarebbe successo lo bloccava.

Lei gli aveva strappato una parte di sé, lo aveva rinchiuso in una gabbia, lo aveva privato del suo sogno e poi aveva scoperto che aveva fatto manomettere i medicinali che la scuola distribuiva, il tutto per cercare di farlo tornare a casa.

Era stato tentato di tagliare tutti i ponti con lei, di voltarle le spalle dopo quello che gli aveva fatto e non incontrarla mai più, ma Eijirou aveva ragione. Doveva mettere un punto al loro rapporto, che fosse nel bene o nel male, ma non poteva lasciare le cose a metà.

La mano di Katsuki si appoggiò sulla sua spalla, dandogli quel coraggio che in missione non gli mancava mai, ma che nella vita privata sembrava non avere mai a sufficienza.

Due semplici tok risuonarono piano e un gran tramestio venne dall'altra parte della porta che venne spalancata di colpo da Inko con i capelli scompigliati e delle pesanti occhiaie sotto gli occhi.

Un moto di disgusto lo fece quasi indietreggiare, vederla gli dava talmente tanto fastidio che avrebbe voluto voltarle le spalle e andarsene, ma anche la mano di Eijirou si posò sulla sua spalla tenendolo fermo al suo posto.

«Tesoro mio...» disse la donna protendendo le mani avanti per afferrare e ci sarebbe riuscita se il biondo non si fosse messo in mezzo le dita che scoppiettavano facendola arretrare.

«Perché non entriamo, così possiamo parlare.»

Alla fine, dopo ore e ore in cui Inko fece di tutto per monopolizzare la conversazione, facendo sentire Izuku perennemente in colpa per averla abbandonata ed essere scappato di casa, lui le disse finalmente quello che si teneva dentro da quel giorno in cui era fuggito per rifugiarsi da Eijirou.

«Mamma, quello che mi hai fatto è sbagliato e io non tornerò più in questa casa dopo quello che mi hai fatto, ma ti perdono.» disse senza nessuna lacrima, il volto impassibile, ma il cuore che batteva con furia, percepito solo dai sue due compagni che lo seguirono appena quelle parole uscirono dalle sue labbra ed ebbe voltato le spalle alla donna che lo fissò impietrita senza avere la forza di fare il minimo passo.

«Sono così orgoglioso di te.» sussurrò al suo orecchio il rosso dandogli un leggero bacio sul collo appena furono fuori dalla porta.

«Già, non avrei potuto dire di meglio.» disse Katsuki accarezzandogli il volta ora rigato di lacrime.

La tensione lo aveva abbandonato e il sollievo di poter vivere finalmente la sua vita come voleva, senza il timore che potesse accadere qualcosa, gli aveva fatto cedere gli argini dei suoi occhi, riversando un fiume di lacrime che i due continuavano a cancellate con baci e carezze.

«Vi amo da morire.» rispose Izuku tirando su con il naso e sorridendo felice e contento.

FINE

FINE

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