Sessantacinquesima parte

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Era un Beta, un umano insignificante in confronto ad un Alpha, per di più dominante come lo era Todoroki, ma ora che lo vedeva così tranquillo sul suo petto, mentre emetteva quelle dolci fusa, Hanta pensò di non essere mai stato più fortunato in vita sua.

La sua mano si muoveva ancora incerta fra i suoi capelli mescolando il rosso e bianco in una danza ipnotica e rilassante.

Era tutto perfetto, pensò Shoto respirando l'odore del corvino che aveva saturato la sua camera, il cuoio era così dominante che il leggero profumo di ananas che aveva sentito prima in corridoio, pareva quasi un miraggio.

Lo ricercava con naso strofinandolo sulla gola del maggiore, consumandosi nel desiderio di quella fragranza che esisteva solo sulla sua pelle, struggendosi al pensiero di affondare i canini in quella pelle come non era mai successo prima.

Aveva bramato Midorya e il suo fresco profumo di menta, ma ogni volta che quell'odore quasi stucchevole lo sfiorava, il suo Alpha si piegava, come a non volerlo veramente sottomettere a sé, invece quel Beta, quell'umano dall'aspetto così comune, con il suo odore esotico, lo stava facendo emergere, tanto che non era così sicuro di riuscire a tenerlo a bada nel caso il suo desiderio si fosse ripresentato.

Si agitò leggermente fra le sue braccia, cambiando angolazione da cui attingere al suo profumo, ma questo fece sì che la sua gamba, intrecciata con quella dell'altro, si muovesse in avanti, facendo aderire il suo inguine al bacino del maggiore.

Fu un istante.

Un brevissimo momento in cui l'Alpha si sentì richiamato dall'odore e dal tocco dell'altro.

Il ringhio si diffuse lentamente, crescendo piano nella gola del bicolore, che non riuscì a trattenerlo.

«Buono...» ansimò con voce da Alpha Shoto sollevandosi un poco dal corpo del corvino, la sua intimità a stretto contatto con il corpo del ragazzo che stava imprigionando sotto di sé in una gabbia di braccia e gambe.

«Todoroki, cosa stai...?» provò a chiedere, ma in quella nuova posizione che il minore aveva preso, un movimento dettato dal bisogno di liberarsi, aumentò il contatto fra i loro inguini, percependo così come l'altro fosse duro e pronto ad entrare in Rut.

Sperava di essere riuscito a calmarlo, ma Hanta non aveva fatto conto di quando fosse in effetti forte l'Alpha dentro il bicolore, ingannato dalla sua aria sempre così pacata.

«Non sei un'Omega, ma sembri buono allo stesso modo.» gemette Shoto muovendo con forza i fianchi sentendo come il maggiore rispondesse a quel contatto, «Buono...e mio.»

Il corvino rimase interdetto a quelle parole, così innaturali da rivolgere ad un Beta, ma che ebbero il potere di scioglierlo.

Le mani si mossero in automatico, andando ad afferrare il volto dell'altro per attirarlo a sé e congiungere le labbra in un bacio incerto da principio, ma che presto l'Alpha tramutò in qualcosa di famelico, atto a nascondere la forte insicurezza che invece lo stava provando nel profondo.

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