Dodicesima parte

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Era parecchio buio quella notte e i lampioni non riuscivano a illuminare tutta la strada verso la sua destinazione, quindi preso da una leggera fretta e da una sorta di paura, corse verso casa di Katsuki, con il cuore che gli batteva a mille.

Pensare che il suo amico, colui che gli era sempre stato accanto nel bene e nel male fosse bloccato a letto da solo dopo quello che aveva subito, lo stava lacerando dentro.

Non riusciva neppure ad immaginare quanto stesse soffrendo, voleva solo raggiungerlo e sdraiarsi accanto a lui per aiutarlo, in qualunque modo potesse.

"Cosa dovrei fare una volta che sarò da lui?" si chiese a pochi metri dalla casa, la distingueva perfettamente perché un lampione ne illuminava l'ingresso.

"Mamma ha detto che è in rut, anche se è un'Omega come me. Questo vuol dire che per aiutarlo dovrei andare a letto con lui?"

La domanda gli vorticava per la mente, mentre varie immagini di quello che quel pensiero avrebbe comportato.

S'immaginava Katsuki nudo e accaldato sopra di lui che gli accarezzava il volto mentre rilasciava i suoi feromoni per rilassarlo, prima di penetrarlo.

Le guance si colorarono di rosso al solo pensiero e con una mano si fece aria.

"Non so se sono pronto per questo, ma per lui...per lui sarei disposto a fare qualunque cosa." si disse girando intorno alla casa e salendo con non poca difficolta sull'albero che vi era nel giardino sul retro.

Sin da piccoli vi si erano arrampicati in cima, più per gioco ai tempi, ma in quel momento era la sua unica strada per arrivare al suo amico senza che i genitori lo scoprissero.

Ci mise più di quello che pensava a raggiungere quel ramo che lo avrebbe avvicinato alla camera da letto di Katsuki, ma una volta raggiunto si accorse che era un po' troppo distante e che la finestra era chiusa, quindi per lui era impossibile arrivare dall'altro senza che l'altro gliela potesse aprire.

Appiattendosi più che poté al ramo e sorreggendosi con tutte le forze con un unico braccio, estrasse con quello libero il cellulare dalla tasca dei pantaloni, per poi digitare con mano tremante il numero del biondo che al momento continuava a rigirarsi nel letto, la vecchia maglietta di Izuku dimenticata anni addietro in camera sua, incollata al naso per assaporare al meglio quell'odore che lo stava eccitando all'inverosimile.

Katsuki che era praticamente privo di conoscenza, non si rendeva conto che la sua mano si era infilata nei suoi pantaloni e che aveva cominciato a muoversi spasmodica sul suo membro eretto e bisognoso di sollievo.

Inconsapevole che il proprietario di quell'odore era fuori dalla finestra e che cercava in tutti i modi di raggiungerlo.

Si riscosse solo quando un fastidioso ronzio si propago per la stanza, svegliandolo da quel sogno che lo aveva quasi condotto ad un orgasmo che sapeva sarebbe stato eccezionale.

Senza sfilare la mano da dentro i pantaloni e con gli occhi ben serrati, allungò la mano libera verso il comodino dove il suo cellulare continuava a vibrare incessantemente, rispondendo in automatico con un ringhio che fece emettere feromoni eccitati al verdino di fuori.

«Pronto.» disse il biondo con voce roca.

«Aprimi la finestra Kacchan.» rispose Izuku riagganciando immediatamente per paura di cadere, dato che sentire quella voce gli aveva fatto venire un brivido che aveva scosso anche l'intero ramo su cui era appoggiato.

Katsuki si era svegliato completamente al suono della voce del suo Omega e si precipitò alla finestra per aprirla.

Izuku era lì, a meno di un metro da lui con una mano protesa e il suo invitante odore di menta che si stava spargendo per tutta l'area circostante, arrivando al naso del maggiore come una promessa di una notte di passione.

«Kacchan...» gemette il verdino quando l'odore di peperoncino gli solleticò il naso.

«Izuku...» ansimò Katsuki porgendo la mano al minore, che venne afferrata con forza, per poi tirarlo dentro la camera dove i loro odori si cominciarono a mescolare in un danza e formando un nuovo odore che sapeva di giusto.

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