Settantesima parte

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«Tu chi sei?» chiese Denki al ragazzo che si era palesato spaventandolo.

«Mi hai già dimenticato?» domandò a sua volta il violetto, scostando dal volto del biondo una ciocca di capelli che gli era finita davanti gli occhi.

«Non capisco...veramente.» rispose l'Omega facendo un passo indietro per mettere più distanza con l'altro ragazzo che lo fissò serio scrutandolo attentamente.

«Può essere che fossi completamente soggiogato dai miei ferormoni e che non ti sia accorto chi avessi davanti, ma...» e gli afferrò il polso per avvicinarlo a sé, «Prova ad annusare e fai mente locale.»

Denki che non capiva cosa volesse dire, si sporse un poco con il volto per annusare il collo del violetto che cominciò ad emanare un'ondata intensa di ferormoni appena il minore gli si avvicinò. Un gemito sonoro gli uscì dalle labbra socchiuse e si propagò per l'intera palestra facendolo vergognare.

Era lui il ragazzo che lo aveva aiutato in infermeria, l'odore penetrante della lavanda lo invase andando a risvegliare il suo Omega che finalmente si era chetato grazie a tutti i soppressori che Recovery Girl gli aveva somministrato per interrompere quello strano calore che lo aveva pervaso.

«Tu...» ansimò pesantemente il biondo emettendo delle fusa mentre si avvicinava maggiormente a Hitoshi per andare a premere il naso contro la sua ghiandola.

Le mani del violetto circondarono subito la vita del minore, stringendoselo contro e beandosi del calore che il suo corpo emetteva a contatto con il suo, respirando il suo dolce odore da Omega mente il suo Alpha gongolava per la fortuna che aveva avuto.

Lui che da sempre era stato vessato per avere un quirk da villain, era riuscito a trovare il suo Mate in quella stessa scuola in cui mai si sarebbe spettato di essere ammesso ed era più bello e perfetto di quanto avesse mai immaginato.

Dopo l'incidente in infermeria, in cui si era costretto a lasciarlo quando aveva percepito il suo Alpha sfuggire al controllo dei soppressori che sembravano inefficaci, lo aveva tenuto d'occhio. Aveva seguito il ragazzo mentre tornava dai suoi compagni di classe, ammirando il bellissimo sorriso che gli aleggiava sul volto e l'aria un po' imbranata che aveva nel destreggiarsi, probabilmente dovuta all'imbarazzo per quello che era appena successo.

Hitoshi lo seguì fino al dormitorio, preoccupato per l'espressione avvilita che aveva scorto a deformargli i tratti quando tutti gli altri lo avevano lasciato solo. Non avrebbe voluto interagire con lui in quel momento, almeno non senza prima averci ragionato, anche per via del suo Alpha che continuava a graffiare con tutte le sue forze per uscire.

Ma quell'esplosione di potere che gli aveva visto manifestare, lo aveva lasciato interdetto e aveva parlato senza neppure rendersene conto.

«Ho un'Omega veramente eccezionale.» disse il maggiore quando Denki gli passo le mani sul collo prima di abbracciarlo.

«Sì, Alpha.» rispose l'altro strusciandosi maggiormente contro di lui emettendo il suo dolce odore affinché permeasse sui suoi vestiti e rimanesse a profumare la sua pelle, facendo mescolare i loro ferormoni, in un modo unico e perfetto. Una prova che si erano trovati e che si sarebbero uniti.



«Ne sei assolutamente sicuro Aizawa-kun?» chiese il preside Nezu al suo dipendente, varie carte fra le mani a indicare valori che ad altri sarebbero sembrati senza senso.

«Ho fatto analizzare tutto a Recovery Girl e dice che non ci sono dubbi, i soppressori degli Omega erano stati contaminati.» rispose il corvino andando a indicare un foglio in particolare dove vi erano due tabelle disegnate e che indicavano la composizione chimica dei due medicinali messi a confronto.

«E si sa chi è il responsabile di questo attacco?» domandò il topo con un sospiro depositando le carte sulla scrivania.

Aizawa non disse nulla, passò semplicemente una foto al preside che la osservò dubbioso.

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