Izuku dopo quell'abbraccio era tornato a casa stranamente felice, come se il suo Omega interiore fosse stato finalmente libero di soddisfare i suoi bisogni accanto a quel Alpha.
Un po' si era sentito in colpa, come se avesse tradito Katsuki abbracciando il rosso e facendogli sentire le sue fusa, in più aveva pensato che con quei capelli colorati e tirati su in quel modo fosse molto bello.
Quella era stata la parte peggiore.
Non gli era mai piaciuto nessuno tranne il biondo, da che ne aveva memoria e aver pensato quelle cose di un altro Alpha lo faceva sentire strano.
Il suo cuore era confuso e non sapeva come rimediare a quel turbine che aveva dentro e che poco alla volta lo stava facendo uscire di testa.
Si lanciò sul letto sentendo l'odore di Eijirou su di sé.
Aveva sparso i suoi feromoni come se volesse marchiarlo con il suo odore in un certo senso e per un attimo ne era rimasto sorpreso, ma felice, però quando poi aveva pensato al suo Alpha, quando aveva sentito che quell'odore non era caramello e neanche quella nota speziata di peperoncino che aveva imparato ad amare nei feromoni di Katsuki, solo in quel momento si rese conto che non stava pensando a lui, ma all'Alpha che aveva davanti.
I sensi di colpa tornarono a colpire il suo petto con la forza di una cannonata, facendogli lasciare la maglietta che istintivamente si era portato al naso.
Doveva solo resistere ancora un paio di mesi e poi sarebbe tutto andato a posto, forse doveva un attimo allontanarsi da quel ragazzo così dolce che lo riempiva di attenzione e concentrarsi di più sugli allenamenti, forse allora avrebbe capito veramente cosa voleva, o per meglio dire, chi voleva.
Inko lo aveva sentito quando suo figlio era entrato, aveva l'odore di un Alpha su di lui. La paura che il suo bambino potesse sparire davanti ai suoi occhi tornò più forte che mai.
Aveva sacrificato così tanto per tenerselo stretto a sé che non poteva di certo rischiare che un ragazzino qualunque glielo portasse via.
Per quel motivo aspettó che Izuku si addormentasse.
Doveva entrare nella sua camera, sperando che si fosse dimenticato di chiuderla a chiave per quella sera.
Lo aveva visto un po' stranito ed era corsa da lui come tutte le sere per accertarsi che stesse bene, ma come troppo spesso accadeva nell'ultimo periodo, il figlio le aveva lanciato un'occhiata velenosa e l'aveva ignorata dirigendosi con passo pesante in camera, ma non era certa di aver sentito la serratura scattare subito dopo.
Forse quella era la sua unica possibilità per capire dove il verdino passava le sue giornate, con chi le passasse e magari di chi fosse quel profumo dolce che di certo non era del giovane Katsuki.
Mitsuki le aveva assicurato che lo avevano portato in un luogo sicuro e che non c'era pericolo che potesse avvicinarsi al più piccolo, almeno non fino a quando la sua situazione non fosse stata stabile.
Con mano tremante si apprestò a girare la maniglia della porta e non sentendo resistenza quando la spinse dolcemente, rilasciò il fiato che le si era incastrato in gola per l'agitazione.
L'ordine era assoluto, a parte per il cellulare che era caduto a terra quando Izuku si era addormentato, evidentemente lo aveva in mano quando il sonno aveva avuto la meglio.
Mosse un passo silenzioso e poi un altro fino a raccogliere il telefono del figlio, per poi fare un passo all'indietro attenta a non fare rumore.
La mano si era fermata quando con un dito aveva premuto il tasto di sblocco.
Il suo cuore ebbe un tonfo quando vide l'immagine che usava come sfondo.
In cuor suo aveva sperato che tenesse una sua foto, dopotutto era la sua mamma, invece c'era una foto di lui e Katsuki abbracciati stretti in abbraccio mentre il biondo gli baciava una guancia.
La rabbia la pervase ancora di più quando vide che vi era un codice di sblocco, ma che ovviamente poteva essere aggirato dall'impronta digitale.
Si risospinse in avanti pronta ad afferrare delicatamente la mano di Izuku per sbloccare il telefono e ci era riuscita quando due occhi verdi, così simili ai suoi si aprirono per fissarla.
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Broken Inside
FanfictionL'esito dell'esame aveva dato come responso l'unica cosa che sapeva avrebbe rovinato per sempre la sua vita. Era un'Omega. Un'Omegaverse dove nulla è quello che sembra.