Washington, 12 Settembre 1935

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"Caro diario, sono passati tre anni dal mio quindicesimo compleanno. Questa notte l'ho sognata di nuovo ma stavolta l'immagine era più nitida: ho visto una ragazza più o meno della mia età, dai capelli rossi ondulati come il mare agitato dal vento, il viso dalla pelle pallida, decorato da qualche lentiggine. Gli occhi... Non sono riuscito a vederli oppure non li ricordo ma aveva un sorriso disegnato in volto, così semplice e pulito. Stava raccogliendo dei fiori in un giardino sconfinato e alle sue spalle si ergeva una casa enorme, probabilmente una villa. La struttura della casa sembrava nuova, come se fosse appena stata costruita.

Non capisco il significato di questo sogno ma adesso ho un problema più grande da affrontare: mio padre mi ha raccontato solo l'anno scorso il segreto della nostra famiglia e questa sera è quella giusta. Francamente ne ho paura: non ho mai visto nessuno compiere quello che mi aspetta stasera... Ora sono le 17:30 quindi dovrebbero mancare circa due ore e mezza alla luna piena. Devo andarmi a preparare, ti scriverò dopo, per raccontarti che cosa è accaduto."

Tyler Wilson era un ragazzino di Washington D.C., figlio di un uomo molto ricco, ma schiavo di una terribile maledizione: da generazioni, i membri della sua famiglia assumevano una forma diversa una volta al mese.

<<Durante la luna piena braccia e gambe diventano zampe sottili ma muscolose, la pelle viene rivestita da un folto manto dai colori che variano tra il beige, il marrone, il nero e il bianco. L'olfatto diventa più fine e dei lunghi baffi spuntano sulle guance; gli occhi color miele vantano un'impeccabile vista e delle orecchie a punta, simili a triangoli, si sviluppano a capo di un corpo tozzo al cui termine c'è una coda che ondeggia ad ogni passo. La bocca, che si allunga formando un muso e spostando le narici all'estremità, è piena di denti bianchi e affilati. Corrono nei boschi, ululando alla luna, seguiti dai loro simili... dal loro branco.>>

Questa era la descrizione dei lupi mannari che il padre aveva raccontato a Tyler.

<<Un lupo non può sopravvivere da solo, ha bisogno di un branco: anche noi abbiamo dei nemici... Creature della notte, con occhi rossi e dei canini più lunghi dei nostri. Sono esseri spietati e pericolosi. Hanno dei poteri superiori: possiedono la supervelocità e la superforza illimitatamente, noi invece le perdiamo, per la maggior parte, quando siamo umani. Ma abbiamo anche un vantaggio...>>

Il padre di Tyler aveva fatto una breve pausa, squadrando il ragazzo.

<<Figliolo ricordati una cosa: quei demoni non possono fare niente finché il sole splenderà ma quando la notte avrà il sopravvento, dovrai nasconderti in casa... Quegli esseri non potranno entrare se non li inviterai, in questo modo sarai al sicuro.>>

Due anni dopo il padre di Tyler scomparve e solo una settimana dopo l'avvio delle ricerche, trovarono il suo cadavere abbandonato in un bosco. Dissero che era stato un animale, viste le ferite, e quindi diedero per scontato che si fosse trattato solamente di un incidente ma il ragazzo sapeva che c'era qualcos'altro dietro e, conoscendo ora il segreto della famiglia Wilson, si rifiutò di credere che un animale avesse attaccato suo padre senza motivo.

Dopo il funerale, andò a fare visita alla tomba del signor Wilson.

<<Padre, vi do la mia parola: troverò colui che vi ha fatto questo e gliela farò pagare...>>

Con le lacrime agli occhi, Tyler tornò a casa; al diciassettenne andarono tutti i beni della famiglia, visto che ormai era rimasto orfano: sua madre era morta per un cancro quando lui aveva solamente dieci anni.

Una delle tante cose che Tyler aveva ereditato era la gigantesca villa di famiglia: l'abitazione contava undici stanze, tre bagni, la camera da letto dei suoi genitori, la camera di Tyler, due stanze per gli ospiti, il gigantesco salone adornato di oggetti antichi e costosi, la cucina, la sala attrezzi per tenersi in forma e una cantina.

Tre giorni prima, Tyler aveva compiuto diciotto anni e quella sera ci sarebbe stata la luna piena e, come da tradizione, ci sarebbe stata anche la sua prima trasformazione.

Chiuse il diario sul quale come da consuetudine stava scrivendo, prese lo zainetto che aveva preparato con un cambio e dell'acqua. Era quasi pronto, ma volle fare un'ultima cosa: andò nella stanza dove avevano dormito i suoi genitori, l'unica stanza della casa dove non entrava dalla morte del padre. Gli unici ad accedervi erano i servitori che la tenevano pulita. Frugò nei cassetti e trovò il diario, dove suo padre aveva appuntato le sue esperienze, raccontando anche di alcuni viaggi che aveva fatto. In una parte di questo diario, egli aveva raccontato come si era preparato per la sua prima trasformazione e nelle pagine successive descriveva cosa ricordava e come si sentiva.

Tyler lesse molto attentamente quelle parole, ma quando sentì l'orologio scoccare le sei della sera decise che era ora di munirsi di coraggio e affrontare ciò che stava per accadere; chiuse quel diario, lo infilò nello zaino e uscì dalla camera, chiudendosi la porta alle spalle.

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