Un incontro familiare

29 4 0
                                    

 "Caro diario, il nuovo anno è cominciato con una bella notizia: ieri sera Rafael ha assistito alla mia trasformazione e, all'alba, quando mi ha aiutato a tornare in camera, mi ha detto che il mio manto è grigio! So che poteva sembrare ovvia come cosa ma la mia paura di essere nato con un altro colore mi stava facendo mancare l'aria.

Non sono riuscito a dormire molto: sono solamente le 9:00, contando che mi sono disteso sul letto verso le 5:00... Ho avuto un altro incubo questa notte ma era strano: ero con mia madre a camminare in un bosco; ridevamo e scherzavamo come se tutto il mondo intorno a noi fosse meraviglioso. Il cielo era limpido e mi sembrava quasi di sentire il profumo dell'erba tinta dalla rugiada mattutina. Gli alberi erano in piena fioritura e foglioline di un verde acceso, quasi innaturale, abbellivano nuovi e vecchi rami. Mia madre si girò verso di me, dovevo essere piccolo perché dovette guardare in basso, poi mi sorrise.

Di punto in bianco il cielo venne coperto da fitte nuvole nere, un forte vento cominciò a soffiare e io fui costretto a chiudere gli occhi non appena delle goccioline di pioggia cominciarono ad investirci. Quando trovai la forza di riaprirli nonostante la pioggia, vidi mia madre a terra sanguinante: non si muoveva né emetteva alcun tipo di suono. Un grosso lupo, alto almeno mezzo metro, stava in piedi accanto al suo cadavere. Spiccò un balzo nella mia direzione e io chiusi gli occhi per la paura. Non accadde nulla, così li riaprii piano: il lupo non c'era o meglio, non era davanti a me. Mi voltai e mi resi conto che l'attacco non era diretto a me bensì ad un altro lupo, grande più o meno quanto il primo. Finalmente riuscii a vedere distintamente le due bestie: il primo, che si frapponeva tra me e l'altro lupo, aveva la pelliccia grigia chiara, quasi argentata, l'altro, di contro, aveva il manto nero come la pece. I due lupi scattarono l'uno verso l'altro e fu a quel punto che mi risvegliai di soprassalto.

Ciò che non capisco è il chiaro ricordo del volto di mia madre, nonostante sia morta diversi anni fa: i capelli castano chiaro le incorniciavano il viso dalla carnagione abbronzata. I suoi grandi occhi scuri esprimevano felicità, come le sue labbra sottili che formavano un sorriso.

Oggi non ci sarà Rafael fino a stasera, visto che aveva degli "importanti compiti da svolgere in qualità di mio rappresentate", li ha chiamati così ma non ho ben capito cosa intendesse. Penso che andrò a fare un passeggiata per la città, anche se sono consapevole che non ho una meta precisa e che gli altri ragazzini della mia età mi tengono a distanza; ma mi va bene così: la mia infanzia non è normale come la loro e non posso permettermi alcun legame con altri esseri umani."

Erano le 9:30 del 9 Gennaio 1936 quando le campane suonarono la loro melodia.

Tyler chiuse il suo diario e lasciò cadere la testa all'indietro, sul cuscino. Con un braccio si coprì gli occhi, cercando di ricordare il più vividamente possibile il volto della madre. Una lacrima si fece strada sul suo viso, scorrendo sulla guancia e andando a finire sull'orecchio, per poi cadere sul cuscino. Il ragazzo tirò un profondo sospiro e un sorriso forzato gli si disegnò sul volto. Si asciugò un'altra lacrima con la manica del pigiama per poi sedersi a gambe incrociate sul letto, fissando un punto indefinito, indeciso sul da farsi.

Tyler sentì il rumore di passi fuori dalla sua camera che andò scemando man mano che questi si avvicinavano alle scale. "Le domestiche sono già in piedi" pensò, così si alzò pure lui; prese una camicia e un paio di pantaloni e si vestì, scendendo poi in sala da pranzo per fare colazione.

<<Oh, buongiorno signorino Tyler... Ci perdoni se l'abbiamo svegliata...>>

Entrando nella stanza, Tyler prese alla sprovvista una delle domestiche che stava facendo del tè.

<<Non preoccuparti, non ho dormito molto bene questa notte...>>

La donna si rigirò verso la teiera che stava cominciando a fumare.

The Sun and The MoonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora