Risveglio

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Tyler era sceso per fare colazione; varcata la soglia della cucina diede il buongiorno a Jacob e Jessica che stavano chiacchierando seduti al tavolo. Il moro prese una tazza e ci versò dentro il tè che era rimasto nella teiera, poi andò a sedersi di fronte a Jessica, accanto a Jacob che era a capo tavola. Prese un biscotto dal piatto al centro del tavolo e cominciò a mangiare mentre i due lupi più giovani lo tempestavano di domande riguardanti la casa e la sua infanzia.

Dopo aver concluso il pasto, si congedò dai due e salì al primo piano, diretto al bagno. Fu proprio mentre stava per aprire la porta della stanza che un urlo abbastanza forte attirò la sua attenzione. "Ashley?" ritrasse di scatto la mano dalla maniglia e si lanciò verso la stanza dove stava dormendo la ragazza. Aprì velocemente la porta, sentendo poi un rumore simile a quello di una folata di vento. Entrò senza esitare, notando le finestre chiuse e la poca luce proveniente dalla lanterna che aveva lasciato accesa quando stava scrivendo sul diario. I suoi occhi si posarono sul letto, vuoto e disordinato; chiuse la porta, voltandosi al suono di un singhiozzo. Ashley era a terra, rannicchiata nell'angolo della camera, tra il muro e l'armadio. Si stringeva le gambe e piangeva con la faccia nascosta tra le ginocchia.

<<Ashley?>> Tyler provò a chiamarla ma la rossa sembrò non sentirlo.

Il ragazzo si avvicinò lentamente, continuando di tanto in tanto a chiamarla per rassicurarla ma lei non alzò la testa. Il moro arrivò di fronte a lei ma la vide stringersi ancora di più le gambe, come se il suo nemico le si trovasse di fronte. Tyler sospirò, accucciandosi per arrivare alla sua altezza e le posò una mano su un braccio.

<<Ashley, sono Tyler... va tutto bene ora.>>

Al gesto del ragazzo, la rossa alzò un po' la testa. Fissò per alcuni secondi il ragazzo di fronte a lei, poi rilassò un po' i muscoli, sciogliendo l'abbraccio alle sue gambe. Tyler la osservò posare la testa e la schiena al muro, chiudendo gli occhi e facendo dei respiri profondi ma delle lacrime continuavano a solcarle il viso. Il ragazzo provò ad appoggiare una mano sulla spalla di Ashley e lei lo lasciò fare, senza reagire, mentre il suo respiro cominciava a regolarizzarsi.

<<Ashley?>> Tyler provò di nuovo a chiamarla per assicurarsi, se non altro, che fosse completamente sveglia.

Lo rossa, questa volta aprì gli occhi, rivelando le iridi smeraldine e incastonandole negli occhi scuri di lui. Dopo qualche secondo, Ashley iniziò a sbattere le palpebre, come se si fosse appena svegliata e stesse cercando di mettere a fuoco la figura di fronte a lei.

<<Tyler...>> borbottò lei.

Il ragazzo si fiondò ad abbracciarla senza aggiungere altro. I due rimasero in quella posizione per diverso tempo, in completo silenzio, godendosi il calore e la compagnia reciproca.

I raggi del sole illuminavano la casa, donando un leggero tepore in quelle ultime giornate d'inverno; l'unica stanza rimasta nell'oscurità totale, a parte la cantina, era la camera del giovane Wilson. Dopo essere riuscito a calmare Ashley e averle risollevato un po' il morale, Tyler l'aveva convinta a raccontargli cosa avesse sognato la rossa, convincendola piano piano a tornare nel letto. Ashley si era addormentata poco dopo aver finito il racconto, avvinghiata come un koala al braccio di Tyler che, adesso, si era ritrovato imprigionato sul letto senza potersi muovere per paura di svegliare la ragazza.

Con l'altro braccio libero, il moro si coprì gli occhi, rilassandosi e concentrandosi su ogni rumore presente in quella casa, compreso il respiro e il battito del cuore della rossa.

Percepì i discorsi di tutti i membri del branco: i due più giovani, Jacob e Jessica, parlavano animatamente delle "avventure" del primo, che sembrava vantarsi di quando era riuscito, secondo la sua versione, a battere Lucas. Però fu incalzato dalla ragazza che gli ricordò come si era paralizzato dalla paura davanti ai due lupi neri. Tyler ghignò immaginando l'espressione che doveva avere assunto quello spaccone di Jacob. Spostò la sua attenzione, cercando la voce di Margaret, sperando in cuor suo di sentirla canticchiare qualche allegra canzoncina mentre lavorava.

<<Sono felice per voi due.>> la sentì esclamare.

<<Grazie, sono molto contenta di conoscere la persona che ha cresciuto quel ragazzo, deve essere molto orgogliosa: è anche merito suo se il nostro gruppo può permettersi di ridere spensierato dopo tutti questi anni. Come, d'altronde, è merito suo se io e Michael potremo avere un figlio.>> rispose l'altra donna.

"Jenny" pensò Tyler, lasciando che una lacrima solitaria scendesse da un occhio, arrivando al cuscino.

<<Tyler... non posso prendermi tutti i meriti, è sempre stato un ragazzo dal cuore d'oro anche se non lo dimostrava sempre. Sono sicura che farà di tutto per assicurarsi che vostro figlio cresca nel miglior posto possibile e, a giudicare dalle persone che ho conosciuto oggi, sicuramente sarà circondato da una famiglia stupenda.>> concluse Margaret.

Tyler si era lasciato andare ad un pianto silenzioso, non aspettandosi delle parole così belle da parte delle due. 

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