Saint Louis, 15 Maggio 1942

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"Caro diario, come al solito, oggi è una splendida giornata e, naturalmente, sono chiusa in casa a scriverti mentre aspetto che il sole cali. Questa mattina ho avuto un terribile incubo: era notte fonda e mi trovavo nel bosco; mentre camminavo improvvisamente qualcosa ha smosso un cespuglio. Mi sono girata giusto in tempo per vedere due occhi gialli brillare e una bocca gigantesca aprirsi e poi mi sono svegliata. Mia madre adesso sta dormendo ma sono soltanto le tre del pomeriggio e mancano ancora diverse ore al tramonto... Quindi non posso svegliarla. Purtroppo i fiori più belli si trovano solo di giorno, sotto al sole, e quindi posso solamente limitarmi a osservarli dal nostro vetro speciale. Penso che per passare un po' di tempo andrò a rileggere un'altra volta uno dei miei libri... Quanto vorrei che la notte regnasse sovrana."

Ashley Rivera era una ragazzina nata a Saint Louis, da un padre e una madre sovrannaturali... entrambi creature della notte, occhi rossi e canini bianchi molto affilati: vampiri. Ma non erano per niente come si leggeva nelle classiche fiabe: sembravano persone normalissime, quando erano tranquille, ma quando erano arrabbiate o affamate, gli occhi si iniettavano di sangue e i canini si allungavano fino ad assomigliare a dei piccoli coltelli sottili. Durante il giorno restavano dentro casa, dormendo per la maggior parte del tempo ma la notte andavano a caccia di qualsiasi malcapitato che non si fosse chiuso nella propria abitazione. Però la famiglia Rivera aveva una regola fondamentale: loro non uccidevano gli umani ma, quando finivano di mangiare, usavano l'ipnosi per far dimenticare loro cosa era appena successo. Ashley però era diversa dai suoi genitori: da un po' di anni si era resa conto che non riusciva a bere il sangue umano perché le dava la nausea quindi, quando i suoi andavano a farsi una "passeggiata" per la città, lei si inoltrava nella boscaglia in cerca di qualche animale di cui nutrirsi.

Ma la povera Ashley portava un terribile peso nel petto: quattro anni prima, pochi mesi dopo il suo sedicesimo compleanno, suo padre era morto. Il motivo non lo sapeva bene nemmeno lei: una sera la madre andò a cercarlo, preoccupata perché non aveva sue notizie da diverse ore; la bambina stava dormendo ma alla mattina quando si alzò dal letto e scese in cucina, trovò la madre seduta su una sedia a piangere. La donna non le raccontò mai come il padre fosse morto ed Ashley continuava ancora a chiedersi se sua madre glielo stesse nascondendo o se anche lei ne fosse ignara.

Ashley si alzò dal letto e posò il suo diario sul comodino, poi affacciarsi alla vetrata che dava sull'immenso giardino il cui confine era segnato dal fitto bosco dove la ragazza andava a cacciare quando era affamata.

Chiuse gli occhi per un attimo, immaginandosi in mezzo a tutti quei fiorellini appena sbocciati e colorati; sognò ad occhi aperti di essere illuminata dal sole, magari seduta su una sedia a leggere uno dei suoi amati libri. Ma quando aprì gli occhi e si rese conto che era ancora dentro la sua camera, si rattristò un pochino.

Il rumore improvviso di qualcuno che bussava, la fece tornare alla realtà.

<<Ashley, sei sveglia? Sono Nancy.>>

La ragazza si avvicinò alla porta e piano piano la aprì. 

 <<Immaginavo che non riuscissi a dormire così ti ho fatto un tè caldo!>> 

 <<Oh, grazie mille Nancy!>>

Questa ragazza conosceva Ashley dalla morte del padre: la madre era distrutta e la figlia stava per tanto tempo da sola, così la donna cercò qualcuno che potesse lavorare in casa e che non si spaventasse per ciò che erano loro due. Chiese a diverse persone ma quando vedeva che al solo sentire la parola vampiro ridevano, per poi spaventarsi a morte quando i suoi occhi diventavano rossi, le ipnotizzava così che dimenticassero. Dopo circa tre mesi di ricerca, si imbatté in Nancy: una ragazzina che a occhio e croce aveva un paio di anni in più di Ashley (in anni umani), rimasta ormai da sola perché nella sua famiglia erano troppo violenti e lei era scappata. Strinse subito amicizia con Ashley e riuscì a far ritrovare alla ragazza quel sorriso che le era stato strappato.

Ashley si sedette sul letto a bere il suo tè e Nancy la seguì.

<<Hai fatto un altro incubo?>>

La ragazza annuì, fece un profondo sospiro e iniziò a parlare.

<<Questa volta però era tutto un po' più nitido: sono riuscita a distinguere degli alberi e dei cespugli, quindi ero in un bosco...>>

Nancy metabolizzò le parole dell'amica, cercando di immaginare dove il suo subconscio l'avesse mandata.

<<Può essere lo stesso bosco dove vai a caccia?>>

Ashley continuò a guardare la sua tazza di tè.

<<Non lo so, ma qualsiasi cosa significhi, qualsiasi posto sia, deve essere un ricordo oppure una paura ma di certo non è una casualità.>>

<<Che intendi?>>

Ashley fece un altro sospiro e chiuse gli occhi, cercando di immaginare nuovamente quel luogo così oscuro e tetro.

<<Deve esserci un motivo dietro a questo sogno, no? E qualsiasi cosa sia, sento che è importante e mi sento sciocca a non capirne il significato.>>

Nancy abbassò lo sguardo, cominciando a giocare con le sue dita nervosamente.

<<Non saprei come aiutarti, Ashley... Magari tua madre saprebbe dirti qualcosa in più.>>

Ashley aprì gli occhi e squadrò l'amica.

<<Sì, quando si sveglierà le racconterò del sogno.>>

Nancy sorrise.

<<Bene! Intanto che facciamo? Una partita a dama?>>

Ad Ashley scappò una risata.

<<Va bene ma sono sicura che questa volta vincerò io!>>

Le ragazze passarono circa due ore a giocare ma dopo due sconfitte su tre subite da Ashley, decisero di fare una pausa e si misero a leggere ognuna un libro. La pausa ebbe breve durata perché, poco dopo, qualcun altro bussò alla porta della camera di Ashley. Le due ragazze si guardarono domandandosi chi potesse essere ma presto una voce femminile chiarì i loro dubbi.

<<Ashley? Tesoro sei sveglia?>>

<<Sì mamma, entra pure.>>

Una signora sulla trentina, con i capelli rossi e ondulati come la figlia, fece capolino dalla porta. La sua camicia da notte azzurra arrivava quasi a toccare per terra mentre i suoi occhi scuri scrutavano le due ragazze che, fino a poco prima, erano intente a leggere.

<<Mamma, come mai sei sveglia a quest'ora? Ti abbiamo forse svegliata noi?>>

La madre sbadigliò per poi rispondere alla figlia.

<<No tranquilla, era già un po' che non riuscivo a prendere sonno e mi era sembrato di sentire qualcuno muoversi e quindi mi sono alzata dal letto anche io>>

Ashley si voltò verso Nancy e a quest'ultima non servirono ulteriori parole per capire cosa passasse per la mente dell'amica. Con un movimento del capo fece capire ad Ashley che era arrivato il momento di parlare con sua madre.

<<Mamma... Vorrei chiederti una cosa, se non ti dispiace...>>

La madre di Ashley rimase per un attimo a fissare la figlia: aveva uno sguardo preoccupato e lei non sapeva bene che cosa la potesse turbare.

<<Certo, dimmi pure.>>

Nancy si alzò dalla sedia e si diresse verso la porta.

<<Visto che entrambe siete sveglie, vado a sbrigare qualche faccenda in casa. Con permesso.>>

La ragazza uscì dalla porta e la madre di Ashley andò a sedersi sul letto, accanto alla figlia.

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