27 Febbraio 1946

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"Caro diario, dalla mattina del mio incubo, sono passati tre giorni. Margaret ci ha fornito dei cambi, ci siamo tutti dati una ripulita e adesso gli altri sono nella sala principale. Dopo aver insistito per tanto tempo, sono riuscita a convincere Tyler a passare un po' di tempo con gli altri: non voleva lasciarmi da sola e il compromesso è stato che questa sera usciremo insieme da soli. Per fortuna non ho più avuto altri incubi dopo l'ultimo ma, anche ad occhi aperti, a volte rivedo quella sorta di zombie, senza occhi, che allunga una mano nella mia direzione."

Ashley sospirò per l'ennesima volta, chiudendo il suo diario e posandolo sul comodino, sopra a quello di Tyler. Dopo un po' di tempo passato a fissare un punto indefinito nella stanza, persa in mille e più pensieri, decise di scendere dal letto, dirigendosi lentamente alla libreria posta alle spalle del tavolino; lesse attentamente i titoli dei libri, cercandone qualcuno che ancora non avesse letto. Dopo un po', prese un romanzo che aveva attirato la sua attenzione e tornò sul letto, sedendosi a gambe incrociate e appoggiando la schiena alla testiera del letto, pronta a lasciarsi trasportare da quelle pagine.

Erano passare un paio d'ore quando Ashley sentì qualcuno bussare alla porta.

<<Avanti.>> disse lei, curiosa di sapere chi fosse.

La porta venne aperta e poi richiusa velocemente. Nancy si era avvicinata al letto, affiancando la ragazza.

<<Oh, ciao Nancy, è successo qualcosa?>> chiese Ashley.

<<No no, Tyler mi ha chiesto di venire a domandarti se puoi venire al piano di sotto.>> le sorrise l'amica.

Ashley guardò l'orologio appeso sopra la porta d'ingresso della camera.

<<Ma Nancy, sono sole le due del pomeriggio, il sole ->>

<<Secondo te Tyler non ci ha pensato?>> la interruppe lei, mostrandole un sorriso ancora più smagliante.

Ashley sospirò, chiuse il libro e seguì l'amica fino alla porta della stanza. Nancy appoggiò una mano sulla maniglia, aprendola lentamente. Ashley non sapeva cosa aspettarsi e la confusione aumentò quando vide che le vetrate del corridoio erano state oscurate e ad illuminare ci pensavano le lanterne appese al muro. Si incamminò con Nancy verso le scale, scoprendo che nemmeno il piano terra era illuminato da sole, bensì da altre lampade che però lasciavano l'atrio tra la porta e le scale nella penombra. Ashley poggiò una mano sul corrimano delle scale e cominciò a scendere i gradini uno alla volta. Sceso l'ultimo, la ragazza si voltò vedendo il grande salone parecchio illuminato e altrettanta luce provenire dalla cucina. Nancy prese la mano dell'amica e la trascinò proprio verso quest'ultima stanza.

<<Sorpresa!!>> urlarono in coro il suo ragazzo e il resto del branco.

Per poco ad Ashley non prese un infarto: tutta la stanza era stata decorata con palloncini e festoni; nonostante l'assenza della luce naturale l'aria che si respirava là dentro era di pure allegria e festa.

<<Io...>> Ashley rimase interdetta.

Tyler le si avvicinò, dandole un bacio e lasciandola ancora più confusa.

<<Non ricordi più? Oggi è il tuo compleanno!>> esclamò il moro.

Ashley rimase immobilizzata ancora per qualche secondo, sbattendo le palpebre incredula. Poi, con gli occhi che incominciavano a farsi lucidi, si buttò al collo del ragazzo, abbracciandolo così forte da rischiare di soffocarlo.

<<Ash->> cercò di parlare lui e la ragazza, rendendosi conto che lo stava stritolando, allentò la presa per poi staccarsi del tutto.

<<Come...>> provò a chiedere la rossa.

<<Nancy! È stata lei a dirmi che oggi è il tuo compleanno... sono terribilmente dispiaciuto, non abbiamo mai potuto festeggiarne uno, tra Black, i trasferimenti e ->>

Ashley lo zittì con un bacio.

<<Va bene piccioncini! Smettetela con queste scene sdolcinate e mangiamo questa torta fatta da Margaret!>> esclamò Jenny, portando sul tavolo il dolce con un sorriso fiero in volto.

Tyler ed Ashley si staccarono un po', imbarazzati, poi la rossa si rivolse a tutti gli altri presenti e li ringraziò.

Il pomeriggio passò tra giochi, risate e racconti. Dopo cena, Tyler portò la festeggiata ad un bar consigliato da Margaret, non troppo distante dalla villa. 

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