Territorio

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"Caro diario, il viaggio in treno non è stato particolarmente lungo: sono bastati pochi minuti per arrivare a St Jacob. Ho girato un po' la città, restando nell'ombra ma non sapevo dove andare, così mi sono avventurato nel bosco per fare una passeggiata e pensare a tutto quello che mi è successo fino ad ora: è la prima volta che sono fuori casa da solo ed è anche la prima volta che posso riflettere e agire senza la paura che qualcuno mi veda.

Ѐ proprio qui nel bosco che ho trovato la casa in cui sono adesso: una vecchia baracca in legno, praticamente vuota. Non è certamente come la villa ma non lontano da qui scorre un fiume dal quale posso attingere l'acqua e per quanto riguarda il cibo, ho abbastanza soldi per andare a comprare delle scorte. Questa catapecchia ha a malapena due stanze: il soggiorno, dove appoggiata ad un muro c'è una piccola stufa per cucinare e la stanza da letto, anche se al posto di quest'ultimo c'è solo una vecchia rete. Penso di potermi permettere un materasso o un sacco a pelo; domani mattina andrò a girare meglio questo paesino e vedrò cosa riuscirò a procurarmi. Essendo così piccolo, è molto probabile che le cose costino anche poco, quindi mi metterò solo il mio cappotto con il cappuccio alzato, sperando di passare più inosservato possibile. Adesso ho deciso di spogliarmi e trasformarmi: sarà un modo sia per allenare il mio autocontrollo, sia per fare una perlustrazione dei dintorni per prendere un po' di familiarità con il bosco. Ogni giorno mi addentrerò sempre più nella profondità della boscaglia e, se mai Black dovesse trovarmi (cosa che sono abbastanza sicuro che accadrà), sarò pronto a riceverlo... ma questa volta si troverà nel mio territorio. L'unica cosa che mi auguro è di avere sufficiente tempo per prepararmi: sicuramente Black sarà accompagnato da un branco di almeno quattro o cinque individui quindi io dovrò giocare di strategia, preparando trappole e segnandomi i punti migliori per eventuali imboscate. C'è un'unica cosa che mi preoccupa: non ho mai né combattuto né ucciso... Chissà se ne sarò in grado, quando arriverà il momento. "

Con questo pensiero in testa Tyler chiuse il diario e lo ripose nello zaino insieme a quello del padre. Fece esattamente come aveva scritto nel libretto, ritrovandosi in breve tempo a quattro zampe. Mancavano ancora diverse ore all'alba quindi poteva aggirarsi per i boschi indisturbato, senza la possibilità di incontrare degli umani.

Si incamminò tra gli alberi, annusando l'aria e cercando di memorizzare ogni roccia, ogni albero particolare e anche qualsiasi odore che potesse essere un eventuale punto di riferimento. Non si allontanò troppo dalla casa, per paura di potersi comunque perdere ma c'era lo stesso qualcosa che non andava: anche se era notte, non c'era un minimo rumore nel bosco; non uno scoiattolo che cercasse del cibo da portare alla tana e neanche un gufo che scrutasse il panorama da sopra un albero. Nessun altro lupo selvatico sembra abitare quei boschi ma non trovò nemmeno tracce di conigli o altri mammiferi. Mentre camminava, gli sembrò di vedere qualcosa muoversi in un cespuglio di fronte a lui; d'istinto fece un passo indietro andando però a posare una zampa dove non doveva: un rumore metallico si diffuse nell'aria e Tyler fu colpito da un dolore lancinante alla zampa posteriore destra. Si voltò e vide dei rivoli di sangue colare dai buchi lasciati da una trappola per orsi sulla sua zampa. Si girò di nuovo verso il cespuglio ma questa volta sembrava non ci fosse niente. Annusò l'aria, cercando di captare qualsiasi odore che potesse rappresentare un pericolo ma non sentì niente. Si trasformò in umano e il dolore si fece per un attimo più intenso appena la trappola sprofondò nel solco già creato. Il ragazzo emise un lamento poi raccolse tutto il coraggio e la forza che aveva: afferrò le due estremità della trappola e tirò con tutta la forza nella speranza di romperla. Ci volle più tempo del previsto, ma finalmente Tyler avvertì un altro rumore metallico; applicò ancora un po' di forza e riuscì ad aprire la morsa, lasciandola ricadere, ormai inutilizzabile, per terra.

Si accasciò di schiena sul tappeto di foglie secche, appoggiandosi poi un braccio sugli occhi. Respirò profondamente, cercando di sopprimere il dolore che stava provando. Qualche secondo dopo si rialzò, controllandosi la gamba: ci passò la mano sopra, scoprendo che i buchi si erano già richiusi anche se erano ancora coperti dal sangue. "Devo ringraziare la mia guarigione rapida: senza medicine né fasciature sarei morto dissanguato o per un'infezione". Si ritrasformò, ritrovandosi accucciato per terra. Piano piano cominciò ad alzarsi, rimanendo su tre zampe per poi appoggiare lentamente anche quella che era stata intrappolata nella morsa, assicurandosi che non gli facesse male. La zampa era completamente guarita, così il ragazzo ricominciò la sua esplorazione, stando molto più attento a dove posava le zampe.

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