Posso farti una domanda?

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Dopo un paio d'ore passate a bere tra un discorso e un altro, Tyler ed Ashley rincasarono verso le dieci della sera, andando dritti nella loro camera visto che ormai molti già stavano dormendo.

<<Ashley, posso farti una domanda?>> chiese Tyler stendendosi sul letto, accanto alla ragazza.

<<Certo! Dimmi pure.>> rispose lei, girandosi sul fianco destro per guardare il ragazzo.

<<So che magari non è il momento migliore per questo discorso però è una cosa sulla quale ho riflettuto molto in questi giorni ->>

<<Tyler, sputa il rospo, smettila di girarci attorno.>> lo incalzò Ashley, impaziente e curiosa di sapere cosa passasse per la mente del moro.

Tyler che fino a quel momento stava osservando il soffitto, si girò a sua volta sul fianco, incastonando i suoi occhi scuri in quelli verde smeraldo di lei. Una ciocca di capelli rossi penzolava davanti alla fronte della ragazza e Tyler allungò una mano per sistemargliela delicatamente, dietro l'orecchio poi ritrasse il braccio, fissando ancora per qualche istante quegli occhi che lo avevano incantato fin dal primo momento in cui ci era inciampato.

Tyler fece un profondo sospiro.

<<Il mio cognome è Wilson, come quello di mio padre; il tuo è Rivera, come quello di tuo nonno materno e, quindi, di tua madre...>> Tyler abbassò il tono di voce mentre pronunciava quell'ultima parola, sapeva che per Ashley era ancora una ferita aperta.

La ragazza però non si scompose, attendendo la domanda del moro.

<<Ecco... mi chiedevo... perché? Solitamente si dà ai figli il cognome del padre...>> Tyler, insistente, finì di porre la domanda, studiando con lo sguardo ogni possibile cambio di espressione della rossa.

Ashley inizialmente non disse nulla: la sua espressione era come confusa, sembrava che stesse cercando di metabolizzare la domanda. Dopo qualche istante, le sue labbra si piegarono formando un sorriso.

<<Ti stavi facendo tanti problemi solo per il mio cognome?>> chiese lei con uno sbuffo divertito.

<<Beh... so che l'argomento della tua famiglia è abbastanza complicato.>> rispose il ragazzo, un po' a disagio.

<<Beh... in effetti è una bella domanda... ricordo che anch'io lo avevo chiesto a mia madre.>> iniziò a spiegare Ashley, girandosi in modo tale che la sua schiena aderisse al materasso, fissando così il soffitto.

<<Ero piccola quando mio padre è morto, non so se ho mai sentito il suo cognome ma comunque sia, non me lo ricordo...>> chiuse gli occhi, cercando di figurarsi la sagoma del padre, nonostante i pochi ricordi a sua disposizione.

Tyler tacque, attendendo che la ragazza continuasse.

<<Mia madre sicuramente non mi ha mai dato una risposta, mi diceva solamente che gli piaceva di più il cognome "Rivera" rispetto a quello di mio padre...>>

<<E tu le hai creduto?>> intervenne Tyler, che non aveva ancora smesso di fissarla.

Ashley girò la testa, fissando il suo sguardo in quello del moro, rivolgendogli poi un sorriso.

<<No, ma non saprei dare un'altra spiegazione: l'unica cosa che pensavo era che questo cognome fosse importante a livello sentimentale... magari i miei antenati erano nobili o qualcosa di simile.>>

Tyler avvolse un braccio intorno alla vita della rossa e lei si avvicinò, abbracciandolo e posando la testa sulla sua spalla. Il ragazzo non voleva scavare oltre nel passato dei Rivera, non lo riguardava, non li riguardava e poi sembrava che le conoscenze di Ashley sull'argomento fossero molto limitate.

<<Tyler...>> sospirò lei.

Il ragazzo si limitò ad un mugolio come risposta. La rossa si girò nuovamente sul fianco, poggiando la sua testa contro quella di Tyler che, intanto, aveva chiuso gli occhi. Lei incominciò delicatamente a giocare con qualche ciocca di capelli che, anche se leggermente accorciati, risultavano comunque lunghi.

<<Io sono convinta che quel diario scritto da mio nonno, "The Sun and The Moon", così come la motivazione dell'odio nei suoi confronti... la morte di mia madre...>>

Tyler sentì che la voce della ragazza cominciava a tremare così aprì gli occhi e intravide il riflesso di una lacrima che le scorreva sulla guancia rivolta al soffitto. I due si stavano fissando.

<<Sono sicura che ci sia altro sotto, non è stato solo perché erano vampiri.>> altre lacrime sfuggirono al suo controllo.

Tyler passò il pollice sulla guancia lentigginosa di Ashley, portando via un po' di quell'acqua salata.

<<Ti prego, Ashley: non è la tua battaglia, cerca di non pensarci, non starci male e non ti cacciare nei guai per cercare una verità che potrebbe non esistere o che potrebbe farti stare peggio.>>

La rossa, dopo qualche secondo, annuì lentamente.

<<Va bene.>> rispose lei, spostando la mano che era rimasta sui capelli color pece del ragazzo, portandola sopra quella di quest'ultimo che era ancora adagiata sulla propria guancia.

Tyler si sporse un po'in avanti, posandole un lento bacio sulla fronte; al gesto, Ashley chiuse gli occhi, lasciandosi poi cullare dalle carezze di Tyler e addormentandosi dopo la lunga giornata appena trascorsa.

The Sun and The MoonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora