Capitolo 15

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Mentre Andrea e Matilde si urlavano contro davanti a loro, Altea e Luigi si guardavano in silenzio. Anzi, sarebbe stato meglio dire che Luigi fissava Altea negli occhi. Altea non riusciva nemmeno a ricambiare il suo sguardo.

Erano anni che qualcuno non la guardava in quel modo. Forse l'ultima volta era stato quando era uscita a giocare nel bosco da piccola senza dirlo ai genitori e il papà l'aveva sgridata a morte per quanto si era preoccupato. Gli occhi di Luigi erano come quelli del padre quel giorno. Un misto di delusione, rabbia e apprensione.

«Non è così che lavorano i cacciatori» urlava Andrea, il volto rosso dalla rabbia. «La missione si conduce insieme. Avete messo a rischio la vostra vita e la vita di tutti noi!»

«Ma dovevamo approfittare... » stava ribattendo Matilde, ma Andrea la interruppe, se possibile con urla ancora più furenti.

«NON SAPEVAMO DOVE ERAVATE. CREDEVAMO VI AVESSERO PRESE. CREDEVAMO FOSTE MORTE! STUPIDE, STUPIDE RAGAZZINE. DOVEVATE DIRCI DEL PIANO, DOVEVAMO ANDARE INSIEME. Inoltre» aggiunse con sguardo incredulo, con una risata isterica, «Siete andate disarmate. MA CHE CAZZO VI DICE LA TESTA? E TU» puntò un dito verso Altea e le si avvicinò tanto da farla indietreggiare. «Non so che cazzo di problema tu abbia con i vampiri. Non me ne frega un cazzo se te lo vuoi scopare o se sei solo una sadica che si diverte a mettersi nei casini e farsi marchiare, ma se hai deciso che la tua vita non vale niente e vuoi morire, allora fallo da sola.»

Gli occhi di Altea si riempirono di lacrime. Lacrime di dolore per le parole ricevute. Ma anche di rabbia. «Come cazzo ti permetti?» disse spingendolo via. «Se non fosse stato per questo marchio ora non sapremmo... »

«COSA?» urlò Andrea. «Cosa non sapremmo? Che Mattia è uno stronzo? Che si scopa l'ex di suo fratello? Che a quel testa di cazzo di licantropo piace fare surf?»

Altea si morse il labbro inferiore per impedire ad Andrea di vederlo tremare. «Ma se non raccogliamo informazioni come facciamo a... »

«LE INFORMAZIONI LE RACCOGLIAMO INSIEME! NOI LAVORIAMO INSIEME!» le urlò a pochi centimetri dal viso.

«Andrea» lo redarguì Luigi.

«No!» rispose puntano un dito contro il fratello. «Ne ho abbastanza.» Si voltò verso Matilde, poi verso Altea. «Siete fuori.»

«COSA?» sbottò Matilde attirando lo sguardo furente del cacciatore. «Abbiamo rischiato la nostra vita e ora siamo fuori?» Fece un passo verso Andrea, che con la sua stazza sembrava sormontarla. Eppure la determinazione di Matilde sembrava ancora più grande delle spalle del cacciatore. «Innanzi tutto non sei tu a decidere se siamo fuori o no. Seconda cosa, tu che informazioni hai ottenuto fin'ora? Te lo dico io. Un emerito cazzo, per far eco al tuo ampio vocabolario da signore. Sappiamo dove vive Elia. Abbiamo dei luoghi in cui cercare. E questo lo sai perché? Perché quella che tu additi come una puttana» disse indicando Altea, «ha avuto le palle di fare quello che tu non avresti mai fatto. È stata lei a trovare Léandre. È stata lei ha trovare il branco, a ottenere le informazioni. Léandre, Viviana... loro hanno scelto lei! Credi che si sarebbero mai fidati abbastanza di te come si sono fidati di lei?»

«A me non interessa che dei rifiuti del mondo si fidino di me» ringhiò Andrea.

«Rifiuti che potrebbero ucciderti solo con la forza del pensiero.»

«Eppure sono sempre io quello che li ammazza.»

«E questo ti fa sentire potente vero? Pallone gonfiato che non sei altro.»

«ORA SMETTETELA!» ordinò Luigi.

Andrea e Matilde si sottoposero a una gara di sguardi. Per un attimo Altea temette che potessero venire alle mani, tanta era la tensione tra i loro corpi. Le sembrava quasi di poter vedere scariche di elettricità propagarsi tra di loro. D'improvviso, in sincronia, si mossero entrambi, percorrendo la stessa strada. Salirono le scale fino alle loro camere e Altea poté sentire distintamente le reciproche porte sbattere talmente forte da far tremare i vetri delle finestre. O forse era solo una sua impressione.

L'ora bluDove le storie prendono vita. Scoprilo ora