Capitolo 9

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Riccardo aveva detto che Léandre era solito frequentare cene e serate dell'alta società capitolina, quelle che Altea scoprì chiamarsi Roma bene. Questo perché, almeno secondo Riccardo, Léandre era un vampiro non molto moderno, che si nutriva solo del sangue delle e dei vergini, non importava il sesso. Questo almeno fino a pochi anni fa.

Con l'arrivo degli anni sessanta infatti, iniziarono a nascere anche i primi movimenti di protesta contro istituzioni e valori che venivano definiti sempre più effimeri, come la fedeltà e, aimè per Léandre, la verginità. Le donne delle nuove generazioni specialmente sembrava stessero prendendo sempre più coscienza dei propri diritti, per non parlare della scoperta e divulgazione dei metodi anticoncezionali, che potevano finalmente offrire una libertà sessuale indipendente.

«Stiamo parlando degli hippie?» aveva chiesto Altea. «Perché ne ho sentito parlare, ma credevo fosse una cosa molto lontana da noi.»

A Rocca Rossa bastava passeggiare con un ragazzo affinché il paese pensasse che eri prossima al matrimonio. Tutto quello di cui stava parlando Riccardo: la libertà sessuale, gli anticoncezionali... era tutto assolutamente estraneo in quella piccola parte di mondo che era casa sua.

«Gli hippie, o figli dei fiori, fanno parte di un movimento che è sempre più in crescita, ma non mi riferisco a loro. Mi riferisco alla popolazione femminile in generale che non fa necessariamente parte di un movimento. Questa conquista della libertà sessuale interessa tutte e la Roma bene ne è parecchio influenzata. Ma non è solo questo» aveva spiegato. «Anche l'aumento di droghe nell'alta borghesia sembra lo abbia allontanato da quel giro, questo perché, ha detta sua il sangue non è buono quando è contaminato da cocaina o eroina. E tra i ricchi ne gira parecchia di questa roba e a quel punto, che la ragazza o il ragazzo siano vergini o no, poco importa.»

«Ma secondo te il sangue delle vergini è veramente diverso?»

Riccardo aveva storto il naso, come se la cosa lo infastidisse. «Non ne so nulla di queste cose e detto tra noi, trovo raccapricciante nutrirsi di sangue.»

Tutto quel discorso l'aveva fatta viaggiare un po' con la mente e una sorta di leggerezza alleviò quel peso che sentiva dentro al petto; o almeno una piccola parte.

Quello che le aveva raccontato Riccardo l'aveva incuriosita e il licantropo se ne era accorto. «Mi sembra di capire che il posto dal quale provieni sia un po' indietro rispetto a queste cose.»

Altea aveva sorriso amaramente. «Sì, be'. È un piccolo paese in mezzo ai boschi. Anzi che abbiamo la televisione.»

«E l'argomento sesso come viene affrontato?» le aveva chiesto.

«Non viene affrontato» aveva detto Altea. «Nel senso che non se ne parla e si pensa che la donna debba perdere la verginità con colui che diventerà suo marito, mentre l'uomo può perderla anche se lei non sarà la sua futura moglie. Non puoi invitare un ragazzo in casa se sei da sola. O puoi farlo, ma poi parleranno male di te.»

Il licantropo aveva fatto una smorfia e aveva cinicamente risposto: «Le persone parlano male di te a prescindere che tu faccia del bene o del male. La vita è troppo breve per non godere dei piaceri che ci offre. E questo vale soprattutto per voi umani.»

«Perché?»

«Perché camminate costantemente sul filo del rasoio. Oggi ci siete, tra quindici minuti non si sa. Un infarto, un incidente, un ictus, una caduta. Qualsiasi cosa può portarvi via. Quindi, se vuoi ascoltare un consiglio, se vuoi fare qualcosa e puoi farlo, fallo. E chi se ne frega di quello che dice la gente, tanto loro parleranno comunque. Almeno gli avrai dato qualcosa di vero sul quale sparlare.»

Quello che le aveva detto Riccardo l'aveva fatta pensare per tutta la notte. E continuò a pensarci anche la sera seguente, mentre tutti e quattro i cacciatori andavano verso Velluto, in divisa e con il loro arsenale di armi al seguito.

L'ora bluDove le storie prendono vita. Scoprilo ora