Capitolo 7 (Flavia)

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Mi sveglio in una camera con i colori verde e nero che prevalgono, WOW che bella.

Riconosco subito dai colori di essere dai Sinclair. Non mi sono accorta di essermi addormentata. "Ciao, ti sei svegliata" sento dire da una voce, che poi appena i miei neuroni collegano associo essere di Alexander.

"Ciao, che ore sono?" gli chiedo, "Le 14:00, e ora ti subirai mia mamma e mia sorella tutto il pomeriggio che andrete a fare il pomeriggio solo donne come lo chiama lei".

"Ok ora mi preparo e vado. Puoi uscire che devo cambiarmi? Grazie" dico per poi vederlo sparire dietro una porta.

visto che volevo darmi una sciacquata alla faccia busso alla porta dalla quale è sparito sperando sia ancora lì per chiedergli dove è il bagno, "entra è aperta" mi dice. Ma aspetta un attimo ENTRA? ho sentito bene? Bah va be io spingo la porta e noto che è un bagno, trovato!, molto bello e spazioso sui colori Sinclair, ormai il verde col nero li chiamerò così.

Ha due lavabi in granito nero, un box doccia esso con le piastrelle verdi, è super spazioso e ha il porta oggetti (per shampoo, balsamo e maschera per i capelli), gli asciugamani sono verde scuro.

Poi lo vedo che si sta cambiando la maglietta dopo un'altra porta che anch'essa comunica col bagno, mi avvicino alla porta e aprendola di più vedo un'altra camera simile alla mia ma con il letto diverso possiamo chiamarlo un baldacchino moderno.

Quando mi rendo conto che io e lui abbiamo il bagno comunicante vado su tutte le furie.

"Tu lo sapevi? che abbiamo il bagno comunicante?" urlo attirando la sua attenzione, "SI" cosa!?!? "E non mi hai detto nulla, non ti è passato per l'anticamera del cervello di avvisarmi?" non risponde, e questa cosa mi fa arrabbiare ancora di più.

"Non ci posso credere, lo sapeva, lo sapeva" continuo mentre mi dirigo nella mia camera.

Lui cerca di seguirmi ma chiudo a chiave e lui resta lì a bussare per tre minuti buoni, quando penso si sia arreso, entra aprendo la porta che dà sul corridoio, -cazzo, quella me la sono dimenticata, ma a quanto pare lui no-

E cerco di andare in bagno il più velocemente possibile per non sentire le sue scuse campate in aria. Ma non ci riesco e finisco intrappolata tra le sue braccia muscolose, mi tira indietro lanciandomi con poca delicatezza sul letto che cigola infastidito per come mi ci ha buttato.

"Ora tu mi ascolti, capito?" dice ma io giro la testa di lato. Mi prende per il mento e mi costringe a girarla verso di lui "Capito?" urla sta volta e io annuisco mentre continuo a cercare di scappare dalla sua presa. Ma mi prende per il collo senza stringere e io mi blocco per la sorpresa.

"Sapevo che avresti reagito così" dice ma lo interrompo io dicendo "E hai preferito ritardare questo momento per non provocarmi un distaccamento dalla mia Terra Natale infelice" lo vedo sorridere ma io non ho finito di parlare "O perché non hai avuto le palle di dirmelo prima?" il sorriso sorto sul suo viso poco prima scompare e sta volta stringe un pochino la presa della sua mano destra ancora ancorata al mio collo.

Al che mi si avvicina col bacino facendomi sentire la sua eccitazione, dopo il suono che mi è uscito dalla bocca noto che gli piace l'effetto che mi fa.

"Ti basta come prova del fatto che le palle le ho?"

Finalmente riesco a far forza e lo spingo via da me, mi alzo prendo i vestiti che avevo preparato prima per cambiarmi e gli rispondo quando sono vicino al bagno: "Ne ho sentite di più grandi" detto questo corro nel bagno e chiudo la porta sia per andare in camera mia sia quella per andare in camera sua, eh si sta volta non mi freghi caro Alexander.

Mi vesto con una semplice maglietta nera, e i miei jeans preferiti anch'essi neri, mi sciacquo la faccia con un po' d'acqua e metto il mascara la matita che metto nella rima inferiore dell'occhio e un po' di blush con illuminante e sono pronta per uscire

Esco dal bagno dalla mia porta notando con felicità che non è più in camera mia, e vado verso la porta la apro e mi dirigo verso sinistra, perché di lì boh a istinto. Noto con immensa gioia che non sbaglia mai, difatti mi trovo in una stanza con due donne.

Cerco di attirare la loro attenzione tossendo per finta, notando poi di esserci riuscita. Mi si avvicinano e si presentano.

"Piacere Vivian Sinclair, la mamma di Alexander, e lei è Miriam la sorella" dice indicando una ragazza che avrà massimo 20 anni. "Piacere mio, Flavia Moore" dico a mia volta.

"Pronta per questo pomeriggio di shopping?" mi chiede Miriam che ancora non aveva parlato. "Si prontissima" dico mettendo il cellulare che prima avevo in mano nella tasca dopo aver guardato che ore fossero, le 14:30 e poi andiamo.

Ammeto di avere una paura matta di queste due al ricordo delle parole di Joseph, ma aveva ragione, Alexander sa essere davvero uno stronzo e quindi oggi voglio farlo penare, prenderò qualcosa di provocate e poi quando lui sarà in bagno lo metterò lasciando la porta aperta facendo sì che lui mi veda, si mi piace il mio piano e anche tanto. Penso prima di salire in macchina con le mie due complici.

Senza sapere che mi avrebbe anticipato. E che io non avrei fatto niente

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