[1.7]
Jacob quella sera era sulla via di casa, era felice, con un anello in regalo per sua moglie e l’intenzione di sposarla.
<<Signor Hoffman!>>si sentì alle sue spalle.
<<Oh Trevor!>>esclamò girandosi.
<<Si era dimenticato lo scontrino, è importante>>disse Trevor con il fiatone.
<<Hey va tutto bene? Vuoi un bicchiere d'acqua?>>chiese.
<<No grazie, è solo che mi sono fatto quasi più di un kilometro correndo per questo fogliettino>>spiegò il ragazzo.
<<Va bene, riposati pure e poi torna in gioielleria, quando hai bisogno suona pure il campanello, ok?>>
<<Grazie signor Hoffman, gentilissimo>>ansimò con il viso arrossato e con il sudore che lo ricopriva dalla testa ai piedi.
Arrivato all'entrata, vide che la porta era aperta, probabilmente scassinata e una striscia di sangue che partiva dall’entrata e percorreva tutto il corridoio. Jacob, prese la pistola, passo passo seguì le tracce, arrivato alla fine vide la cucina sottosopra e piena zeppa di sangue, i suoi due scagnozzi sembravano stati scaraventati al muro. Senza fare rumore e impugnando la pistola salì al piano di sopra.
Entrò nella stanza del bambino, la culla era stata distrutta, del piccolo nessuna traccia.
L'uomo ansimando cominciò a farsi prendere dal panico, e andando nella stanza di fronte, ebbe l'altra spiacevole sorpresa, lasciò cadere la pistola sul pavimento, aveva uno sguardo vuoto e cadendo in ginocchio vide sua moglie, la donna più importante della sua vita e che avrebbe voluto portare all'altare seduta per terra, appoggiata al materasso.
Teneva in mano una lametta, si era suicidata.
Jacob chiamò la polizia e al loro arrivo si fece portare alla centrale di polizia, fu portato alla sala per l'interrogatorio.
Era stremato, ancora sotto shock dopo aver vissuto il momento più brutto della sua vita, fissava il tavolo davanti a lui con uno sguardo perso, non aveva pensieri, né parole da proferire, infondo non voleva neanche parlarne con qualcuno, ma ormai era lì, doveva attendere che qualcuno arrivasse per indagare sull'accaduto, attraverso la sua testimonianza.
Dalla porta entrò il detective, che sedendosi poi davanti a lui, mise il fascicolo di Jacob sul tavolo.
<<Jacob Hoffman, trentadue anni, impiegato presso il YellowWine, un locale riaperto da poco, in passato ha frequentato altri impieghi presso supermercati, negozi di vestiti, e biblioteche>>disse il detective leggendo le carte dentro al fascicolo.
<< Conferma tutto quello che ho detto signor Hoffman?>>aggiunse spostando il suo sguardo verso il viso di Jacob.
<<Tutto quello che ha detto è vero>>rispose a bassa voce.
<<Mi chiamo Philippe, senti Jacob, vogliamo aiutarti va bene? Vogliamo capire come te chi ha ucciso tua moglie e tua figlia, hai fatto bene a chiamare la polizia, di questi tempi la guerra tra le gang ha messo terrore tra i cittadini, che iniziano a preferire l'omertà, anziché l'aiuto delle autorità>>spiegò poggiando le mani su quelle del ragazzo.
<<Guardami, guardami in faccia Jacob>>aggiunse. Jacob lo ignorò fissando il tavolo.
<<Mi guardi signor Hoffman! Signor Hoffman!>>ribadì urlando. L'investigatore ottenne l'attenzione dell'uomo.
<<Promettimi che in questi giorni, sarai forte, e ti impegnerai ad aiutarci per scovare questo figlio di puttana, PROMETTIMELO!>> Urlò ancora una volta l'investigazione alzandosi in piedi.
<<Va bene! Basta! La smetta, Per piacere!>>rispose Jacob scoppiando a piangere.
Alla fine del colloquio Philippe uscì dalla sala con la mano alla fronte, un agente di polizia gli andò vicino dandogli una pacca sulla spalla.
<<Brutto caso?>> Chiese l'agente.
<<Un disperato che non fa altro che piangere e lamentarsi, una storia lunga Carl, ti dò un consiglio non aspirare mai a diventare un investigatore, se no diventi come quello lì dentro>>disse scoppiando a ridere e andando verso l'uscita.
<<Oh, perdonami ti ho colpito accidentalmente>>disse un uomo entrando in centrale.
<<E voi chi diavolo sareste?>>chiese Philippe prendendo un sigaro dal suo pacchetto.
<<FBI, Federal Bureau Investigation, e tu chi saresti?>>
<<Philippe Baumann, investigatore di polizia, come mai i federali si interessano a quello che accade qui a New York?>> Chiese L'investigatore sogghignando.
<<Una rapina nello stato della Georgia, sappiamo che i rapinatori hanno varcato il confine e gli stiamo dando la caccia, probabilmente sono nascosti qui, ma non ne siamo del tutto sicuri>>spiegò l'agente dell'FBI.
<<Non troverete molto qui, ve lo assicuro, gli unici problemi sono le guerre tra gang, nient'altro>>disse Carl intervenendo nel dialogo.
<<Ci sta già pensando il mio collega, ma ti assicuro che non sono gang, sono mafie, italiani che sono venuti qua, a combattere le loro inutili guerre sul suolo americano. Gestiscono affari in tutti gli Stati Uniti, ed è nostro compito catturarli>>rispose l'agente federale.
Erano le undici del mattino, Rikardo e Michael cominciarono a dare le armi ai ragazzi e ai soldati, Marylin e Sonia fecero da autista per i due furgoni, Ashley e Charles si misero alle postazioni computer, il resto del gruppo salì nei mezzi e si prepararono prendendo le armi.
I due furgoni partirono velocemente verso la casa della ragazza.
Intanto Mark si svegliò e lentamente con un leggero giramento di testa si alzò in piedi.
<<Ma che cazzo è successo, che cosa ho fatto? Non doveva andare così>> bisbigliò Markus con le mani tra i capelli.
Guardò verso il basso e si spaventò guardando il corpo morto dell'uomo che aveva ucciso Angelina la notte prima, cercò di non toccarlo e camminando uscì dalla stanza per dirigersi verso il corridoio, entrando in una stanza vide Angelina preparare la colazione, uova strapazzate, bacon e del succo di frutta, Markus camminò lentamente, cercando di non farsi notare dalla ragazza, ma improvvisamente lei si girò e lo scoprì.
<<Ma buongiorno fiorellino, come mai ti sei alzato così tardi?>> chiese Angelina camminando verso il ragazzo.
<<Hey che cosa è successo ieri sera?>> domandò Markus con tono nervoso.
<<Non è successo niente, quando mi sono svegliata ho trovato la bottiglia di vino vuota e rovesciata per terra, avremo bevuto un po' troppo>>rispose sorridendo.
La ragazza mise il piatto con la colazione sul tavolo da pranzo, poi andò fuori in giardino e tolse l'accappatoio, lo lanciò sul divano, mostrando il suo costume da bagno.
<<Quando finisci, togliti l'accappatoio rosa e vieni fuori che parliamo un po'>> disse Angelina prima di chiudere la portafinestra, Markus era confuso, dopo qualche secondo che realizzò andò verso uno specchio e vide che indossava un accappatoio rosa, e delle pantofole bianche.
<<Ma come sono vestito, che significa tutto questo?>>sussurrò.
Tornò in camera, si mise i vestiti della sera prima e andò a sedersi per fare colazione.
Era dubbioso, la colazione poteva essere avvelenata, ma i suoi ragazzi sarebbero arrivati nel giro di pochi minuti.
La tentazione di ucciderla cresceva, ma un lato di lui nonostante tutto, sapeva che stare con lei poteva aprire grandi orizzonti per il gruppo.
Finita la colazione si alzò dalla sedia e andò da Angelina per parlarle.
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Il Potere Logora Chi Non Ce L'ha
Tajemnica / Thriller----[IN REVISIONE]---- Markus Moreno, militare congedato dopo due anni di servizio, torna in patria cominciando la sua nuova vita, da disoccupato. I suoi piani futuri però saranno ostacolati da una serie di eventi concatenati che lo costringeranno...