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[3.4]

Seduto su una di quelle poltrone da psicologo, precisamente Chaise Longue,
Markus non faceva altro che fissare il soffitto immerso nei suoi pensieri, con una mano sopra l'altra ed entrambe sullo stomaco e il silenzio che riempiva l'atmosfera calma e tranquilla dentro quello studio.

Una ragazza davanti a una scrivania prese un taccuino e cominciò a scrivere mettendosi gli occhiali da vista, e tirando su con il naso.

Markus non si spostò di un millimetro continuando a rimanere immobile come una statua.

La ragazza posò la penna sulla scrivania e afferrò il mouse strisciandolo sul tappetino, il monitor del computer si accese e illuminò il suo viso come se fosse la luce del sole a mezzogiorno, poggiò il gomito sulla scrivania e poi il viso sulla mano che faceva da sostegno con tutto il braccio.

Markus tirò un sospiro e chiudendo gli occhi si appisolò.

<<Hey, Hey! Svegliati Markus>>disse la ragazza notando il sonno del ragazzo e schioddando le dita ripetutamente.

<<Oh, scusa... Queste poltrone sono fin troppo comode>>rispose sbadigliando e stiracchiandosi

<<Devo farti delle domande, dopodiché puoi andare va bene?>>domandò la ragazza spegnendo il computer e riprendendo la penna e il taccuino.

Markus annuì e si alzò lentamente dalla sedia con stanchezza e con gli occhi che si chiudevano in continuazione<<cosa ricordi prima di oggi?>>chiese

<<Ricordo cosa ho mangiato a pranzo e cosa ho fatto dopo, tipo girare per la città>>rispose sedendosi sulla sedia davanti al tavolo

<<Hai ancora quei sogni strani su... Charlotte?>>domandò.

<<Da quando prendo quelle pillole, non ho più avuto episodi, tra l'altro non ho più sue notizie da un bel po',anche se ci siamo lasciati, le voglio ancora bene>>disse a bassa voce e incrociando le mani.

<<L'ultima volta che la vidi fu...a New York, da quel momento non l’ho vista più... Non so se è viva o se si è fatta un altra vita con un altro ragazzo>>aggiunse chinando la testa

<<Ci pensi mai ad Annie, Rikardo e tutti gli altri?>>domandò la donna togliendosi gli occhiali da vista

<<Ho pensato a ogni singolo giorno passato con loro, ho pensato a tutto quello che è accaduto intorno a me e ci penso tutt'ora, non riesco a dormire e quelle cazzo di medicine che mi hai dato per il sonno non servono, non riesco ugualmente a prendere sonno! Non ci riesco! Eliminale! Non me ne dare più! Delle medicine non aiuteranno la mia situazione, sono finito qua a Manchester con..te! A raccontarti com’è crollata la mia vita!>>urlò alzandosi in piedi  calciando la sedia. La ragazza si alzò in piedi, andò da Mark facendo il giro del tavolo e poggiando le mani sulle sue spalle lo guardò negli occhi

<<Markus, non sei solo, sono qui per te, per aiutarti,per farti superare questo momento...capisci?mh?>>Il ragazzo distolse lo sguardo dal volto della psicoterapeuta e si sedette di nuovo sulla sedia sospirando

<<Hai ragione, perdonami per come ho reagito Sophia, non dovevo comportarmi in questo modo>>si scusò poggiando le braccia sui braccioli della sedia

<<Sono circa quattro mesi che segui questo percorso con me e voglio essere onesta con te, non mi importano i soldi, Kenzie me ne dà già abbastanza per quello che faccio per lei, mi importa che stai bene..non è questione di lavoro,ma di amicizia chiaro?>>confessò avvicinandosi a Markus e accarezzandogli i capelli.

<<Grazie per la seduta, è arrivato il momento che io vada, io e Jackson abbiamo un volo per Palermo che ci aspetta>>ringraziò alzandosi in piedi e  prendendo la sua valigetta.

<<Vai da parenti o amici?>>domandò con aria incuriosita

<<Voglio tornare in gioco, e sta volta non fallirò,ho ancora chi può aiutarmi>>rispose chiudendo la porta alle sue spalle.

Camminò per tutto il corridoio attraversando diverse porte che davano accesso ad altre stanze dove stavano iniziando e finendo incontri con dottori, psicoterapeuti e altri "dottori della mente".

Uscì dall'edificio guardando il cielo nuvoloso e respirando a pieni polmoni l'aria fresca e gelida della città.

Cercò come un matto Kenzie, la ragazza di cui parlava Sophia e che avrebbe dovuto accompagnarlo all'aeroporto, camminò con passo svelto facendosi guardare dalla gente intorno a lui in modo strano.

<<Mark! Mark sono qui!>>si sentì da una delle auto parcheggiate, il ragazzo seguì la voce e dopo aver trovato l'auto salì subito a bordo

<<Come stai Kenzie? È da un bel po' che non ci si vede>>disse abbracciandola.

<<Va tutto alla perfezione, mi dispiace per la situazione, immagino sarà dura superarla, Jackson qualche mese fa me ne parlò come già sai e ho deciso di affidarti proprio lei perché aveva qualcosa in più rispetto a gli altri>>

<<Ormai posso contare su poche persone e per fortuna ci siamo rivisti>>disse abbassando il finestrino

<<Nel borsone ho messo i tuoi nuovi documenti, ricordati che non sei più Markus Moreno, adesso sei Bryan Grey, l'inserviente del mio studio medico>>spiegò Kenzie mettendo in moto l'auto

<<Mi sono fatto crescere la barba e i capelli per l'occasione, pensi che sarò irriconoscibile?>>chiese grattandosi il viso

<<Hey Hey, che fai? Ti gratti il viso con quelle mani unte e poi mi stringi la mano? Magari mi abbracci? O osi toccarmi il vestito?>>disse Kenzie con tono sarcastico.

<<Vuoi davvero portarmi alla pazzia Kenzie, sul serio, quando tornerò a casa cercherò su internet"come uccidere un'amica fingendo di essere un inserviente">>

<<Shhh! Parla a bassa voce, potrebbero sentirci e poi stavo scherzando Mark, non posso neanche prenderti in giro adesso?>>disse  la ragazza ridendo, Mark la guardò lanciandole un mal occhiata e facendola ridere ancora di più.

Dopo un lungo viaggio Arrivarono  all'aeroporto, Markus aprendo il bagagliaio prese il borsone e aprendolo vide i vari fogli che sostituivano la carta d'identità, il foglio con le generalità era spiegazzato ma si leggevano bene le generalità, girò verso il finestrino e salutò l'amica e andò camminando piano piano verso il punto l'imbarco.

Il Potere Logora Chi Non Ce L'haDove le storie prendono vita. Scoprilo ora