[0.3]
Markus arrivò ad Atlanta, era l'inizio di una nuova vita, l'inizio di un nuovo capitolo dopo un anno estenuante in pieno deserto nel nulla.
Arrivato all'aeroporto cercò subito un taxi o qualcuno che fosse disposto ad accompagnarlo a casa, dunque dopo un po' di tempo decise di fare un pit stop e un ragazzo si fermò per aiutarlo.
<<Hey hai bisogno di un passaggio?>> Chiese il ragazzo
<<Sì ne ho bisogno, di taxi non ne ho visti neanche l'ombra non so proprio che fine abbiano fatto>>Markus dunque salì a bordo e si fece accompagnare fino a un parco vicino casa, per non dare l'indirizzo preciso a quell'uomo, che nonostante fosse stato altruista nei suoi confronti preferiva non fidarsi troppo.
Era da moltissimo che Mark non vedeva un'atmosfera così vivace, fino ad allora aveva soltanto visto per un anno intero, soldati, sabbia e città distrutte. Il parco era pieno di bambini e genitori, che portavano i loro figli a giocare con aquiloni, palloni e giocattoli vari, c'è chi invece portava a passeggio il proprio animale domestico e chi come gli anziani si sedeva sulla panchina e leggeva il suo giornale per sapere quali erano le notizie del momento, anche se la notizia del momento , era proprio l'attentato all'accampamento dal generale Turner accaduto una decina di ore prima.
<<Ti lascio qui?>> Chiese il ragazzo
<<Si si qui va bene, sei stato gentile Dave, grazie per la disponibilità>>
<<Figurati, è stato un piacere conoscerti, spero di rivederti al più presto>>
<<Sì come no magari davanti a un bicchiere di birra a parlare di quanto i poteri forti ci comandano>>rispose Markus ridendo
<<Non scherzare Mark, ci ascoltano ovunque, può accadere il peggio se cominci a ribellarti a loro>>Avvisò Dave sussurrando
<<Loro?...ehm loro chi?>>
<<Gli illuminati, Bill Gates, Mark Zuckerberg->>mormorò
<<Oh...beh...si lo terrò a mente, ci vediamo!>> Markus aspettò che Dave girasse l'angolo, per esprimere in viso tutto il suo stato d'animo dopo quella lunga conversazione sui poteri forti, e gli illuminati.
Cominciò a camminare normalmente lungo il marciapiede, che l'avrebbe portato verso casa sua, il quartiere rimase come lo aveva lasciato circa due anni prima, ovvero tranquillo con i vicini anziani molto socievoli ed educati e i loro nipoti che ogni venerdì organizzavano la raccolta fondi, in collaborazione con la chiesa del posto, per aiutare le persone più bisognose. Puntualmente quando Markus si trovò davanti casa sua, sentì due voci fanciullesche che lo chiamavano.
<<Signor Moreno, signor Moreno!>>Mark si girò e vide due ragazzine con in mano una busta, avevano poco più di quattordici anni ed erano nipoti della Signora Butler, una donna di settantadue anni che viveva da sola e che conosceva Markus da quando si trasferì la prima volta in quel quartiere.
<<Ditemi pure ragazze>>rispose chinandosi verso di loro.
<<Può partecipare alla raccolta fondi di Padre Wallace?>>domandarono in coro mostrando l'espressione più tenera che avevano.
<<Oh...certo passerò per andarlo a trovare>>
<<Arrivederci, buona giornata!>>dissero contemporaneamente le due ragazzine, Markus prese le chiavi di casa e aprendo la porta notò che qualcuno era entrato in casa, la aprì delicatamente e senza fare rumore, camminò passo dopo passo per controllare chi fosse entrato prima di lui. Ad un tratto sentì dei rumori provenire dalla stanza da letto, sembrava il rumore di una sedia che scricchiolava, prima di andare da quella parte però si diresse verso la cucina, aprì un cassetto vicino al piano cottura e tirò fuori un coltello.
Arrivato dopo qualche secondo davanti all'entrata della camera da letto sbirciò sporgendo la testa ma non c'era nessuno, era tutto rimasto in ordine come l'ultima volta, sentì alle sue spalle la sicura di una pistola togliersi.
<<Che cosa vuoi da me? Perché sei in casa mia?>>chiese Mark in pieno panico, e con il sudore sulla fronte.
<<Sei proprio patetico Markus, sei rimasto come qualche anno fa>>Mark si voltò velocemente e vide che era Jeannette la "ladra" che si era intrufolata in casa sua.
<<Stai scherzando? Ma che ti prende? Hai dimenticato le buone maniere?!>>urlò dalla rabbia e lo spavento
<<Beh sono in anticipo, non ti fa piacere?>>ironizzò
<<In anticipo per che cosa Najah?>> Mark andò subito in bagno a sciacquarsi il viso con l'acqua, mentre Jeannette rimase immobile a guardarlo con fastidio.
<<Come mi hai chiamato?>>disse la ragazza alzando il sopracciglio.
<<Najah Hussein, è il tuo nome o sbaglio?>>Insinuò. Najah con passo svelto andò verso il bagno, mentre il ragazzo si strofinava il viso con l'asciugamano.
<<Io, mi chiamo , Jeanette Brewer!>>obiettò
<<In arte sei Jeannette Brewer, ma il tuo vero no->>
<<Smettila, di dire, quel nome!>>sbottò parlando sopra a Mark
<<Che cosa vuoi da me? Vuoi che ti ripaghi quel debito? Allora parla, sono stanco ho bisogno di andare a riposare>>sbraitò uscendo dal bagno.
<<Il "servizio" che hai voluto ha un costo, e anche alto>>esclamò la ragazza puntando Mark. Il ragazzo prese il portafoglio e butto sul parquet cinquecento dollari, e trenta centesimi.
<<Debito ripagato, adesso siamo pari>>affermò Markus voltandosi e andando verso il soggiorno, la ragazza cominciò a ridacchiare, si chinò per prendere i soldi e con le monete e le banconote in mano andò verso il ragazzo seduto davanti al tavolo della sala da pranzo.
<<Bene, lo prendo come un acconto>>
<<Acconto? Scherzi? Pensi che io abbia altri soldi?>>brontolò guardando Najah negli occhi.
<<Sono cinquecento dollari e trenta centesimi, mancano esattamente...>>La ragazza poggiò il mento sulle mani, e guardando in alto sbuffò, facendo il calcolo matematico
<<Sessantanove mila, quattrocento nov->>Markus scoppiò a ridere senza sosta, sbattendo le mani sul tavolo, e alzandosi dalla sedia lentamente.
<<Oh, certo e pensi che io abbia questi soldi? Jeannette siamo seri, ho chiamato te perché sapevo di poter contare su un amica, non su un gruppo di mercenari qualunque>> precisò a bassa voce e con gli occhi socchiusi.
<<Markus Moreno noi siamo amici, lo siamo da anni e probabilmente lo saremo per chissà quanto tempo, ma devo ricoprire le spese e pagare anche i miei uomini che sicuramente non si sono fatti centinaia di kilometri per sentirsi dire che è stata una missione senza retribuzione>> Mark sbuffando e con un volto sconvolto, mise le mani tra i capelli e chiuse gli occhi per un attimo pensando cosa fare.
<<Non vorrei mai costringerti, ma neanche farti capire che sono venuta qui a pregarti di pagarmi il lavoro che ho svolto per te, hai tempo fino a giovedì sera, venerdì mattina se non avrò i soldi i miei uomini verranno a casa tua e ti uccideranno senza pietà, è inutile scappare ti troveranno fino in capo al mondo e la tua vita proseguirà con la costante paura di morire>>spiegò la ragazza con voce triste e andando verso la porta di uscita, Il ragazzo la raggiunse e le aprì la porta leggermente.
<<Va bene, ti terrò aggiornata>>rispose Mark con un sospiro
<<Addio Markus>> Najah se ne andò via, lasciando che l'amico chiudesse la porta alle sue spalle, Markus non sapeva che fare, era in una situazione critica, o otteneva quei soldi, o i Magrebini lo avrebbero ucciso.
Improvvisamente gli arrivò un messaggio di Charlotte che diceva: "Ti va di vederci, un giorno di questi?"
STAI LEGGENDO
Il Potere Logora Chi Non Ce L'ha
Mistero / Thriller----[IN REVISIONE]---- Markus Moreno, militare congedato dopo due anni di servizio, torna in patria cominciando la sua nuova vita, da disoccupato. I suoi piani futuri però saranno ostacolati da una serie di eventi concatenati che lo costringeranno...