Una bella botta

11 1 0
                                    

[4.2]

Per le vie dei mercati di Napoli, diversi furgoni neri correvano a grande velocità,  si sparpagliarono nei vicoli.
Era una bella giornata, il sole splendeva alto nel cielo limpido, gli uccellini volavano cinguettando tra le strade e le colombe svolazzavano da un posto a un altro, scacciate dai mercanti e dai turisti che li vedevano come creature fastidiose o addirittura minacciose, quando in realtà, la vera minaccia era in cerca dei capi clan, ed era a bordo di quei furgoni neri.
Uno di loro si fermò davanti un pescivendolo, il bancone come al solito era pieno di roba, pesce fresco e diversi ragazzi che urlavano per attirare l'attenzione sul proprio bancone, aprirono la portiera, una raffica di proiettili uccise tutti, pescivendoli, persone innocenti tra cui anziani, poi scapparono e lasciarono alle loro spalle le grida dei sopravvissuti che scappavano via dai corpi rimasti a terra.

Era ufficiale, il progetto di Emanuele era iniziato, il sangue tra le strade di napoli ricominciò a scorrere e a macchiare le mura e i marciapiedi, la polizia e la direzione investigativa antimafia con una serie di conferenze parlarono della situazione tragica.

<<Dopo trent'anni, si ricomincia a parlare di faida di mafia, signor Rossi come pensate di comportarvi in merito a questi avvenimenti e allo sviluppo, che la mafia sta avendo non solo a Napoli ma in tutto il meridione>>domandò un giornalista, il signor Rossi si schiarì la voce e si avvicinò al microfono.

<<Parliamo di organizzazioni che...sono deboli, sono deboli all'interno e sono facilmente smontabili perché ogni qualvolta che riusciamo a catturare un affiliato...ci racconta tutto, confessa e da la sua disponibilità a collaborare, una mentalità che purtroppo in Sicilia e in Calabria invece non riesce a crescere, parliamo di regioni in cui tra l'altro non so se...se l'avete saputo, ma la Familitas ha piantato le sue radici, nonostante sia stata estirpata negli Stati Uniti->>Markus spense la televisione, e sospirando chiuse gli occhi. I dottori erano riusciti a salvarlo, era rimasto vivo ma non poteva muoversi più di tanto, doveva restare per un bel po' a letto, arrivò uno dei medici con una cartella in mano e sorrise vedendo il ragazzo sveglio.

<<Allora signor Gray? Come sta?>>Markus aprì leggermente gli occhi

<<Chi? Mi scusi?>>domandò confuso

<<Signor Gray, le ho chiesto se sta bene>>ribadì il dottore

<<Oh... certo, si sto alla grande, mi sento bene>>rispose mettendosi seduto

<<È meglio se non faccia movimenti bruschi, lei è stato salvato da un infarto, il cuore ha smesso di battere ed era praticamente morto>>Markus fece un gran sospiro guardando verso il basso, si rese conto dell'errore che aveva fatto e piano piano cominciava dare segnali di passività

<<Ho letto che è Londinese, lavora per uno studio a Londra>>Mark guardò fisso le coperte senza dare risposta

<<Signor Gray?>>Il medico toccò la gamba del boss, Markus non rispondeva più al dottore, bocca socchiusa e sguardo ancora fisso verso il basso.

<<Hey, va tutto bene? Signor Gray può rispondere per favore?>>domandò l'uomo preoccupato, si avvicinò a Markus, gli toccò il polso, non dava segnali ma era respirava ancora, Mark era entrato in stato di trance, arrivarono diversi medici a cercare di svegliarlo, ma niente.

<<Bryan!>>urlò una voce femminile, Markus alzò gli occhi, era circondato dai dottori e infermieri, ma vide all'entrata della sala Marilyn che urlava il suo nome, poi appoggiò la schiena sul cuscino fissando la ragazza, i medici si fermarono immediatamente, lo guardarono in faccia, non capivano cosa stesse succedendo, uno di loro toccò la spalla a Markus

<<Bryan Gray, riesce a sentirmi?>> Chiese

<<Si...riesco a sentirla dottore>>sussurrò guardando ancora il volto della ragazza.

Markus uscì dall'ospedale, Marilyn lo aiutò a camminare verso l'auto, non poteva correre, la ragazza sorridendo lo guardò in viso, la barba cominciava a rispuntare, non era molto curato, i capelli erano disordinati ed era vestito come qualche settimana prima.

<<Sono contenta che sei tornato Markus>>disse Mary aprendogli lo sportello, dalla macchina scesero Jackson e Sonia che gli diedero un forte abbraccio

<<Pensavamo fossi morto amico mio>>disse Jackson quasi in lacrime, Mark accennò un sorriso, diede una pacca sulla schiena a Jack e salì in auto

<<Dovremmo festeggiare, ma dovremo evitare l'alcool dopo quello che è successo>>disse Marilyn

<<Dovrebbe bere invece, dovrebbe divertirsi, le birre ti fanno male anzi bere troppo ti fa male non sei un veterano, non sei un tipo che beve molto. Lasciate perdere tutte le stronzate che dice Sophia>>disse Sonia, prese la mano di Mark e la strinse tra le sue

<<Markus, fidati di noi, andrà tutto bene>>aggiunse sorridendo

<<La verità è che vuoi ancora cavalcarlo e sai che Sophia non te lo permetterebbe mai perchè sono amici stretti e lei è gelosa>>intervenne Jackson

<<Che?!>> <<Sonia?!>> <<Ma che dici?!>>urlarono tutti insieme come un coro, ad interrompere il momento però fu
un auto ribaltata a bloccare la strada che perdeva benzina, i tre scesero dall'auto a danno un'occhiata, l'auto mostrava dei fori di proiettili

<<Non avvicinatevi, è pericolo potrebbe esplodere>>disse Sonia, il sole stava tramontando, il vento cominciò a soffiare e a spezzare quel silenzio che c'era in tutta la zona, avevano preso una strada di campagna, dovevano dirigersi verso un altra base fuori città, ma con questo imprevisto non sapevano minimamente cosa fare.
All'improvviso alcuni uomini armati uscirono fuori dall'erba alta e da dietro la macchina ribaltata ne uscirono altri, li  puntarono, uno di loro si avvicinò ai ragazzi che alzarono immediatamente le mani in alto, li legò e li portò violentemente in un furgone.
Passarono diversi minuti di viaggio, avevano preso una strada sterrata, li buttarono dal furgone, facendoli cadere per terra, sul terriccio e sulla polvere. Sonia alzò lo sguardo e vide due Suv neri, i fari che puntavano verso di loro, la loro luce gli impedì di vedere i volti dei tizi che scesero dai veicoli, Mark preoccupato si guardò attorno, vide che erano finiti in un cantiere abbandonato, uno degli uomini in piedi andò verso i ragazzi con passo lento e tenendo le mani in tasca, si chinò verso di loro e li guardò attentamente uno ad uno, finché non arrivò a incrociare lo guardò con Markus

<<Buonasera Signor Moreno, mi presento, io sono Roberto Gambino, fratello di Michelle Gambino>>

Il Potere Logora Chi Non Ce L'haDove le storie prendono vita. Scoprilo ora