L'investigatore

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[2.5]

Phoenix, Arizona.

Una BMW blu scura si stava dirigendo verso il carcere della città, parcheggiò nel posto più isolato del parcheggio. Dall'auto scese un uomo in giacca e cravatta con una valigetta in cuoio, andò verso l'entrata del penitenziario con passo lento e mostrando un aria professionale.

<<Aaron Caldwell>>dichiarò citofonando, i cancelli si aprono e camminò per il viale, tra i grandi campi dove si svolgevano le attività comuni e le ore d'aria.

Raggiunse la sala riunioni, poggiò la valigia su uno dei tavoli e aprendola prese vari documenti, e fascicoli riguardanti alcuni casi.

Giunse finalmente il momento degli incontri, i prigionieri incontravano le mogli e figli che non incontravano da chissà quanto tempo, baci e abbracci mescolati da leggere urla di gioia riempivano la sala, mentre Aaron attendeva con trepidazione il suo cliente.

Spuntò una ragazza dall'ingresso della sala, aveva un po' di graffi in viso e nelle braccia, si sedette delicatamente davanti al tavolo di Aaron, poggiò la schiena sullo schienale e mise le braccia incrociate fissandolo negli occhi con freddezza e senza proferire parola.

<<Non sei contenta di rivedermi Amelia?>>chiese l'uomo poggiando le mani sul tavolo.

<<Stai scherzando?! Pensi che sia contenta dopo quello che è successo qualche giorno fa?!>> Rispose Amelia sbattendo i pugni sul tavolo.

<<Abbassa la voce, ricordati che ormai quel mondo l'hai lasciato alle spalle>>

<<Pensi davvero che per me parlare con i federali sia meglio che lavorare per Carlo?>> Ringhiò la donna stringendo i pugni.

<<Ascoltami bene brutta stronza viziata psicopatica, se vuoi uscire da questo cesso di posto devi collaborare, altrimenti ti ci farò marcire qui dentro, farò in modo che nessun avvocato al mondo possa ridurti anche di un solo giorno la pena, è chiaro?>> Sbottò Aaron afferrando il polso di Amelia e tirandola a sé.

Dopo che finì l'ora per gli incontri, Aaron  diede un foglio alla donna, lo nascose dentro i pantaloni e se ne andò insieme a gli altri prigionieri con indifferenza.

Lui era il capo ufficio FBI di Phoenix e un elemento importante nell'agenzia, non aveva nessuna protezione, non aveva alcuna paura di essere rapito, ucciso o rapinato, sapeva che chiunque l'avrebbe fatto si sarebbe ritrovato tutta l'agenzia governativa contro.

Salì di nuovo in auto, accese una sigaretta e mise in moto l'auto, improvvisamente cominciò a squillare il cellulare, lo stava chiamando il suo assistente.

<<Ufficio federale della citta di Phoenix come posso aiutarla?>>disse Aaron con tono ironico

<<Si si vai a quel paese Caldwell, ho bisogno di te su un caso importante, a quanto pare c'è un potenziale informatore che potrebbe dirci un paio di cose sui bastardi su cui stiamo indagando>>

<<È uno di alto rango Maxwell?>>chiese uscendo dal parcheggio del carcere

<<Non appartiene al gruppo su cui stiamo indagando, fa parte di una gang di poco conto qui in città, questo è tutto quello che sappiamo>>spiegò Max.

Aaron arrivò a gli uffici e con passo svelto si diresse verso la sala interrogatori, aprì la porta senza fare rumori, poi vide l'uomo ammanettato su una sedia e il suo collega camminare per la stanza.

<<Ciao figliolo, Hey Maxwell>> disse Aaron chiudendo la porta, poggiò accanto al tavolo la sua valigia.

<<Mentre leggo il tuo fascicolo, comincia pure a parlare, ti ascolto>> aggiunse.

<<Mi chiamo Diego, faccio parte di una banda di motociclisti>>

<<Vai al punto, tutto quello che stai dicendo lo sta già leggendo il mio collega sul fascicolo>>intervenne Maxwell mettendo i palmi delle mani sul tavolo.

Diego guardò l'agente federale, poi spostò il suo sguardo verso Aaron e dopo un grande sospiro continuò a parlare.

<<Il mio gruppo lavora con dei signori di una certa importanza, prima che il signor Carlo Monteleone morisse lavoravamo per lui>>Aaron chiuse il fascicolo, lo mise dentro la valigetta e si alzò sistemandosi la giacca.

<<Dove va?>>chiese Diego confuso

<<Mi sa che non sai niente di importante>>ipotizzò aprendo la porta e mettendo un piede fuori dalla stanza.

<<Familitas!>> Esclamò Diego per fermare il signor Caldwell.

<<Cos'è Familitas? Non è né latino, né spagnolo che cos'è?>>chiese Aaron fermandosi all'uscita.

<<I signori di cui parlavo prima, fanno parte di questa organizzazione!>>Caldwell chiuse la porta, si sedette di nuovo al tavolo con le mani intrecciate e guardandolo con gli occhi socchiusi.

<<Cosa sai di queste persone? Mi servono nomi>>continuò a bassa voce.

<<Non so i nomi, ci usano per gestire gli affari nelle strade, nei quartieri e veniamo ripagati bene, vogliono espandersi a Ovest, sono dei pazzi stanno prendendo tutto quello che possono, in soli cinque anni hanno avuto una crescita esponenziale, nella costa Est puoi chiedere a chiunque, tutti ti diranno chi è il padrone in quella zona>>, spiegò il ragazzo.

Aaron annuì lentamente ascoltando attentamente il testimone, poi si alzò, andò da Maxwell dandogli una pacca sulla spalla e se ne andò fuori dalla stanza, il collega lo seguì e lo fermò prima che uscisse dagli uffici.

<<Che succede? Perché ti comporti in questo modo?>> Chiese Max.

<<È un lavoro per la polizia, meglio lasciare il caso a loro>>rispose Caldwell.

<<Se quello che dice è vero e se riusciamo a farlo parlare di questa "Famiglia" o che, il caso è nostro, parliamo di un organizzazione criminale che sta portando i propri affari fino a San Francisco, sarà un indagine complicata, ma niente è impossibile, abbiamo avuto a che fare con tanta gente di questo campo>>

<<Quando avrai delle certezze anziché delle ipotesi, fammi uno squillo, ho altro da sbrigare>Disse Aaron uscendo dall'edificio.

Una settimana dopo si presentò davanti al penitenziario, si sedette sul cofano dell'auto mentre fumava una sigaretta, guardando Amelia uscire dai cancelli del carcere con passo svelto e con una borsa in spalla.

Si alzò, aprì lo sportello anteriore e fece salire la donna in auto, lanciò la sigaretta in strada, salì in macchina e chiudendo la portiera mise in moto.

<<Ti mancava la libertà?>>chiese Aaron con tono ironico.

<<Ho passato dodici anni chiusa qui dentro, mi ero affezionata, sarà dura riabituarmi alla realtà fuori dalle sbarre>>rispose mettendo i piedi sul cruscotto.

<<Devo accompagnarti alla tua nuova casa, rientri nella protezione testimoni, sarai sorvegliata per evitare alcune... Ritorsioni, sai com'è, non vengono ben viste le spie da queste parti>>

<<Lo immaginavo. Sai qual'è la novità? Adesso tutti i giornali parlano di Carlo negativamente, dall'eroe Californiano, benefattore e disponibile al boss più spietato, scaltro, manipolatore e malvagio dell'Ovest, la voce è partita da una testata giornalistica in Florida, una certa "Annie Flores", la conosci?>>domandò Amelia.

<<A quanto so sta facendo carriera, è sempre la prima ad arrivare sulla scena del crimine, e ha portato in alto il giornale per cui scrive, da alcuni giorni è diventata la direttrice... Davvero impressionante>>rispose Aaron

<<Spero un giorno di poterla incontrare, potremmo diventare amiche non credi?>>

Il Potere Logora Chi Non Ce L'haDove le storie prendono vita. Scoprilo ora