capitolo 24: permanenza sulla costa

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Addison ed Helèna salirono sul vascello per chiamare i due rimasti a bordo:
«Evelyne dobbiamo lasciare la barca...» disse salendo Addison.
«Dobbiamo trovare un passaggio per tortuga ragazzi» continuò Helèna intenta a prendere le sue cose a bordo aiutata da Diego, mentre Evelyne era presa dallo specchiarsi la "pancia" su uno specchio d'acqua sul ponte.
«eve?» la chiamò stranito Addison.
«si. Dobbiamo andare» disse lei scendendo velocemente dalla nave.
Addison notò il suo comportamento sospetto e subito dopo guardò Diego che lo guardava a sua volta, per poi voltarsi e seguire la ragazza giù dal vascello.

«Diego inizia a preoccuparmi» si confidò lui con Helèna intenti a raccimolare le ultime cose,
«no tranquillo è un bonaccione lui» lo rassicurò Helèna.
«già, poi me la dovete spiegare questa cosa del girare nudi al porto» la stuzzicò sorridendo il ragazzo mentre lei si girò velocemente con le guance arrossate.

Scesero dal vascello, per ultima Helèna, con Jack junior sulla spalla, che si scusò nuovamente con i due uomini e poi si recarono tutti e quattro verso un ostello per passare la notte.

Proseguirono una stradina lungo il porto finché non si imbatterono in pieno centro. Era notte ormai e non c'era nessuno in giro. Addison guardava spesso il viso di Eve che sembrava preoccupato ma decise che ne avrebbero parlato in privato.
Arrivarono alle porta di un ostello.
«dai bussa» disse Helèna a Diego e così fece.
Ad aprire vi era un uomo anziano, che li accolse subito nell'atrio: «come posso aiutarvi?» gli chiese.
«cerchiamo delle camere per la notte» disse Diego.
«Certo quante Ve ne servono?»
«mh....» fece Diego guardando gli amici non sapendo cosa rispondere;
«quanto ne costa una?» chiese Helèna entrando con gli altri.
« le più piccole 15 scellini signorina»
«non ne abbiamo più di 6...» rispose lei.
«allora dubito che potrete pernottare qui» rispose l'uomo abbassando lo sguardo per continuare a scrivere i suoi registri.

Dopo la risposta Eve si tolse l'anello del padre, porgendolo all'uomo allungando la mano verso la cassa sul bancone:
«e questo potrebbe pagare il resto?» chiese.
«no Eve quell'anello è troppo prezioso per te, non dovresti farlo» disse Helèna; Eve la guardó con un sorrisetto: «bhe cosa aspetta? Esamini l'anello... è abbastanza per restare qui qualche notte?» continuò a parlare all'uomo.

«oh si mi dia un momento» fece questo abbassandosi sotto la cassa per cercare la lente d'ingrandimento e Eve ne approfittò per allungare le mani sulla cassa e rubare qualche soldo.
Poi l'uomo subito torno sù ed Eve, ancora con le mani sul bancone, si portò una sul volto come per appoggiarsi al banco mentre si infilò nella camicia i soldi rubati.

L'uomo si trovò il viso della giovane ragazza davanti al suo: «ecco... Ehm... Ora controllo l'anello» disse.
Eve sorrise contorcendo il sopracciglio:
«aspetti sa che c'è? Mi ha convinto... Ecco a lei...» disse prendendo i soldi dalla camicia e lanciandoneli sul bancone «questi le bastano?» concluse con un atteggiamento sicuro di sé.
«ehm... si signorina, quante camere le servono e per quante notti?» chiese l'uomo rimettendo le stesse monete in cassa.

«facciamo una, e anche piccola... L'importante è restare il più possibile» disse Eve.
I due ragazzi si guardarono sott'occhio come infastiditi da quello che gli aspettava.
«ecco a voi la chiave. Stanza 18 al secondo piano signorina»
«grazie tante, gentilissimo caro» concluse Eve pizzicando la guancia dell'uomo e andando avanti al gruppo.

Salirono la rampa di scale e iniziarono a cercare la loro camera.
«poi me lo spiegate come vi ritrovate senza un soldo» chiese Evelyne camminando avanti.
Diego guardò Helèna, come per assicurarsi che non citasse anche il fatto di aver sperperato tutti i soldi per la loro "avventura", e fortunatamente la donna restò muta.
«eccoci qui. È la nostra....» disse Evelyne aprendo la porta.
«per qualche giorno staremo tutti insieme finché non troviamo il modo di salpare da qui, va bene ragazzi?» spiegò Helèna.
«va bene capo!» esclamò Addison.

I quattro si sistemarono nella stanza.
«dobbiamo escogitare un piano per arrivare a Tortuga... Avete idee?» chiese Helèna sedendosi a gambe incrociate su un letto, mentre stringeva nelle braccia un cuscino.
«penso che il modo più facile sia imbarcarci con qualche nave mercantile» disse Diego giocherellando con le zampine della scimmietta.
Eve ascoltava i discorsi sei ragazzi ma la sua mente era altrove...

«ragazzi penso che farò un bagno ... Ho bisogno di rilassarmi un po'» disse prima di entrare nella stanzetta a fianco.
Si spogliò e si specchiò alla toletta e d'un tratto sul suo viso, si aprì uno dei suoi migliori sorrisi. Comparse il tinozzo di Oli profumati e ci si immerse dentro fino ad addormentarsi nelle acque profumate.

I ragazzi fuori intanto stavano trovando una soluzione al loro problema quando Helèna si accorse dell'assenza prolungata di Eve. Si alzò e si diresse vero la stanzetta bussando alla porta, ma Eve non rispose.
Aprì velocemente la porta e si precipitò dentro quando di colpo Eve si svegliò.
«eve mi hai fatto preoccupare! Sei qui da tanto» disse Helèna avvicinandosi alla ragazza.
«mi ero addormentata» rispose lei prendendo un asciugamano e uscendo dal tinozzo.
Si posizionò davanti alla toletta e iniziò a passarsi l'asciugamano intorno al corpo.
Helèna si soffermò a guardarla...«Eve stai bene?» le chiese.
Lei si voltò a guardarla. Non sapeva se confidarsi o meno quando...
«quella pancetta tonda non ricordo che l'avevi prima...» disse la donna avvicinandosi.

Eve abbassò lo sguardo: «Helèna, penso di essere rimasta incinta» gli confessò.

Helèna sorrise:
«ehm... il padre.... dovrebbe essere Addison ..... vero?» chiese speranzosa nella risposta.
«Si» rispose guardandola lei.
«sei sicura della gravidanza?» continuò a domandarli Helèna avvicinandosi sempre di più.
«non al cento per cento...»
«quella pancina e il tuo malessere spiegano tante cose» disse Helèna arrivandoli alle spalle.
Eve sorrise abbassando lo sguardo come vergognata.
«guardati che bella» attirò la sua attenzione la bionda alzandoli dolcemente il viso per farla specchiare alla toletta:
«sarai una mammina fantastica» continuò accarezzando i lunghi capelli corvini di Eve.
«tu la zia più fantastica dei sette mari invece» aggiunse Eve prendendoli la mano.
«penseremo in questi giorni a farti visitare da una levatrice, che ne dici?»
Eve annuì col capo.

Le due uscirono finalmente dalla stanzetta e trovarono i due ragazzi che dormivano uno in un piccolo letto in un angolo della stanza e l'altro su un divanetto.
«sono proprio stremati eh» disse Helèna mentre si sistemava sul letto più grande abbracciando la sua scimmia, mentre, Eve si sedette un attimo sul letto dove vi era Addison per accarezzarli il viso e baciarli la fronte, quando questo, aprì leggermente gli occhi sorridendo e tirò a sé Eve.

Helèna si girò dall'altra parte evitando di disturbare la coppia e in poco tempo nella stanza calò il silenzio per l'addormentarsi di tutti... O quasi.

«oh Addy...» disse silenziosamente Eve accarezzando con le due mani il viso del ragazzo spostandoli i lunghi ciuffi.
«che hai Eve? Non ti vedo in te questi giorni...» rispose Addison mentre continuava a tenere chiusi gli occhi.

Eve smise di accarezzarli il volto quando Addison gli prese la mano e la riportò sul suo viso.
«c'è qualcosa che non va Evelyne?» gli chiese dolcemente aprendo gli occhi e sollevandosi con il gomito sul cuscino.
A quel punto anche Eve si alzò:
«Addison penso di doverti parlare...» gli confessò.

Pirati dei Caraibi - La maledizione dell'erede parte 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora