La stanza risplendeva sotto la luce che filtrava dalle finestre, come fosse vero paradiso terrestre. Le pareti erano dominati da due colori: il bianco e l'oro.
Rimasi sulla soglia per un periodo di tempo non determinato, nella mia mente sembrava che il tempo si fosse fermato, che fossi appena entrata in contatto con l'aldilà stessa.
Quella stanza emanava una tranquillità mai provata prima, una serenità straordinaria.
Gli scaffali bianchi erano pieni di foglie dorate, disegnate a mano, che coronavano innumerevoli libri antichi. Le tende, al contrario, erano molto semplici, bianche e arricchite solo da un nastro dorato che li legava elegantemente.
Avanzai lentamente, davanti a me vi era un enorme tavolo rettangolare completamente bianco, degno di una famiglia reale. Sopra di esso, vi erano fogli sparsi, una penna stilografica e un computer dorato che risplendeva sotto i raggi del sole. Di fronte al tavolo vi erano due sedie con comodi cuscini, separate da un piccolo tavolino anch'esso bianco.
Sulla scrivania, sul lato destro, vi era una piccola targhetta con un unico numero dorato: 7.
<Prego, si accomodi. Lo psichiatra n. 7 sarà qui tra poco.> fu la segretaria a risvegliarmi dai miei pensieri, quasi dimenticai il motivo per cui mi trovassi lì. Annuii silenziosamente mentre lasciava la stanza, chiudendo la porta dietro di sé.
Osservai attentamente la stanza, e sopra la porta d'ingresso notai un'incisione: "Dum vivimus, vivamus".
<Mentre viviamo, viviamo.>
Mi voltai velocemente verso la voce che avevo udito pochi istanti prima.
Era lui.
L'uomo che mi salvò quel giorno, che mi ridiede la vita e un'altra possibilità, che non esitò a intervenire per impedire a quei mostri di portarmi via una parte di me.
Il solo pensiero mi fece istintivamente toccare il polso, un brivido mi attraversò quando rivissi mentalmente quella sera, ricordando il modo in cui fui ingannata, toccata e trascinata via da loro.
L'uomo che avevo di fronte, quasi un angelo avvolto completamente dai raggi del sole, indossava una camicia e pantaloni neri che si abbinavano perfettamente alle scarpe lucide dello stesso colore e al camice bianco. Entrò dalla porta accanto allo scaffale e mi guardò.
I capelli neri incorniciavano alla perfezione gli occhi ambrati che a contatto con la luce parevano d'oro. Puro miele che mi riscaldò in un attimo, conferendo a quella stanza una forza incredibile e un controllo eccezionale.
Lo psichiatra si avvicinò a me e, in quel momento, mi sentii come incantata, incapace di pronunciare una sola parola.
<È la traduzione dell'incisione. In latino "Dum vivimus, vivamus" significa "Mentre viviamo, viviamo". Ogni giorno è il riflesso di una possibilità, l'opportunità di ricominciare e di porre nelle nostre mani il potere decisionali su ogni dettaglio della nostra esistenza.> mi guardò per un istante prima di voltarsi e sedersi dietro alla sua scrivania. <Prego, si sieda.> disse, indicando la sedia davanti a me e io eseguii immediatamente il suo ordine.
Cosa ti sta succedendo, Diamond? Non hai detto nulla. Assolutamente nulla. Svegliati, dannazione! È solo un uomo.
<Sono venuta qui non per essere curata, ma per ringraziarti. Quella sera in discoteca mi hai salvato e per questo ti sarò sempre grata.> affermai, percependo l'ansia prendere possesso di me.
<Nome?> chiese lo psichiatra.
<Diamond One.>
<Età?>
<20 anni. Hai sentito cosa ti ho detto?>
Iniziò a digitare sul computer senza degnarmi nemmeno di uno sguardo. Poco dopo, alzò gli occhi verso di me. <Motivo dell'appuntamento?> domandò.
<Te l'ho detto. Sono qui per ringraziarti e per chiederti il motivo che ti ha spinto a intervenire quella sera in discoteca.>
Si mise comodo sulla sedia. <Io non ho fatto nulla.> rispose con enorme sicurezza.
<Cosa intendi? Sei tu che mi hai salvato quel giorno prima di portarmi in questa clinica.>
<Signorina One, vorrei ricordarle che questo è un luogo di lavoro. Lei ha prenotato un appuntamento per una visita psichiatrica ed è per questo che le chiedo di rispondere e dirmi il motivo per cui ha richiesto questa visita. Nella richiesta da lei inviata, non lo ha specificato.> si alzò in piedi, costringendomi ad alzare lo sguardo per incrociare i suoi occhi.
Si mise comodo sulla sedia di fronte a me. <Perché nascondi i polsi?> chiese.
<Cosa?>
<Posso vedere i tuoi polsi?>
Mi irrigidii all'istante e strinsi i pugni. Odio chi si intromette nella mia vita.
<No.> dissi, alzando leggermente il tono di voce. Sembravo quasi una ragazzina impaurita e con il disperato bisogno di essere protetta. Eppure, non era così.
Io sono forte. Io sono una militare. Io sono Diamond One.
<Sei qui da sola?>
<Sì.>
<I tuoi genitori lo sanno?>
<Perché tutte queste domande?! Non sai cercare le risposte da solo?! Non sono qui per essere interrogata o messa in soggezione da te. Grazie per quel giorno, ma ora me ne vado.>
Mi alzai in piedi e mi diressi verso la porta.
Può anche essere un Dio sceso dall'Olimpo, ma ha oltrepassato il limite. Non permetterò mai a nessuno di trattarmi così, nemmeno a un uomo come lui.
<Mi avevi fatto una domanda, non vuoi la risposta?>
Mi fermai con la mano sulla maniglia, volgendo le sguardo verso di lui. <La voglio.> dissi senza pensarci.
<Torna al tuo posto, Diamond.>
<Mi prendi in giro?>
<Siediti.>
Tornai da lui e presi posto di fronte, guardandolo negli occhi. La luce lo avvolse completamente, offrendomi uno spettacolo mozzafiato. Osservai le sue labbra rosse muoversi, scandendo ogni parola. <Io qui sono lo psichiatra n. 7. Quel giorno ti ho accompagnato in questa clinica perché ne avevi bisogno, ho creduto in te. Ora, spetta a te decidere se permettermi di aiutarti a riprendere il controllo della tua vita.> mi porse la sua mano, senza distogliere lo sguardo dai miei occhi. <Dello stesso dolore tu puoi decidere se creare una pietra o un'ala. La scelta è solo tua, come da sempre doveva essere.>
<Se la stringo cosa accadrà?>
<Ti condurrò verso l'immenso desiderio di scoprire cosa sia realmente la vita. Dum vivimus, vivamus.>
<Mentre viviamo, viviamo.> dissi all'unisono con lui.
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The Promise
RomanceVolume 1 (completo - in revisione) "Chaos is me. And you don't have enough power to tame it, to tame me." Diamond, a seguito della promessa fatta al suo padrino, si trasferisce in Brasile dove incontra per la prima volta Eros, mafioso inglese entrat...