Eros 1

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I segreti sono l'unica arma capace
di trasformare il cattivo in buono
e il buono in cattivo.
Eros Knight

Non mi intratterrò in convenevoli saluti, ho avuto modo di incontrare molti "uomini per bene", come si suol dire, e, pertanto, non mi meraviglierei se tra voi ve ne fosse qualcuno.
Sono un Uomo molto pericoloso, per cui partirei col suddividere questo mio racconto in tre fasi:

La versione di me che avrei voluto essere:
Eros-innocente
Quella che avrebbero voluto gli altri:
Eros-vittima
E quella che avrebbe voluto il mondo:
Eros-peccatore.

Vi avverto: non sarò clemente. Non assisterete alla narrazione della purezza, ma alla manifestazione della ferocia, della malvagità, della perfidia, della spietatezza, della brutalità, della disumanità e della perversione a cui quest'anima è stata sottoposta e ha fatto sottostare.

Per cui, se non siete padroni delle vostre emozioni, fuggite e non proseguite questo romanzo, non è adatto ai deboli. Ritornate alle vostre occupazioni quotidiane: studiate, lavorate o preoccupatevi alla vostra inutile bellezza esteriore. Abbandonate questo capitolo e consideratevi sollevati da ogni responsabilità. Vi comprenderò, e la vostra memoria vi sarà grata. Fuggite, e non dimenticate di essere riconoscenti per l'amore che la vita vi ha concesso.

Invece, per chi sarà così sciocco da proseguire queste pagine, attenti: seguiranno i miei ricordi più intimi, che dovrete comprendere e accettare senza alcun "ma" o "se". La mia memoria è giovane, ma è anche il risultato di innumerevoli ingiustizie, e la mia pazienza limitata.

Sono consapevole delle inutili critiche che accompagneranno le mie parole, ma siate clementi, gli unici a cui desterete un minimo di disagio sarete voi a voi stessi.

Partirò dal principio. Il cammino sarà lungo, vi sfinirà, e ci saranno momenti in cui scatenerò in voi un odio irrefrenabile, ma ricordate: siete stati voi a decidere di proseguire, io non vi ho imposto nulla... per ora.

Sono nato in Inghilterra, nella città capitale di questo paese: Londra.
Mio padre venne a mancare poco prima della mia nascita, condannandomi a un'esistenza miserabile.

Cinque anni in seguito al mio concepimento, fui costretto a rivolgermi a un estraneo con l'appellativo "papà" e a un bambino con "fratello". Mia madre li definiva "famiglia" e lo erano, per lei.

La loro presenza stravolse la mia intera esistenza: io divenni invisibile, e loro si impossessarono del cuore e del tempo della donna della mia vita.

Oggi reclamo il diritto di ridefinire quelle parole. D'ora in poi, davanti a voi, quell'uomo sarà solo "quell'essere", e suo figlio semplicemente "quel bambino".

Poi, c'è un angelo che bramo di presentare, colui che rivoluzionò completamente la mia esistenza. Anche se tutt'oggi non posseggo la lucidità per definire se positivamente o negativamente. Vi chiederò di aspettare e di non domandare finché il suo tempo non giungerà.

Inauguriamo la mia narrazione con la descrizione di Denise, mia madre.

Vi avevo anticipato che non sarei stato poetico o sentimentale ma, vi chiedo venia, in questo caso dovrò fare un'eccezione.

Mia madre è una Donna affettuosa, amorosa, dolce e premurosa, di una tenerezza infinita, e potrei continuare all'infinito a descrivere l'innocenza che l'ha sempre contraddistinta. Mi ha protetto nel suo grembo per nove mesi e poi nel mondo per cinque anni.

Non è mai stata un'esibizionista, anzi, si è sempre distinta per la sua discrezione. È l'unica persona di fronte alla quale ho abbattuto ogni maschera, mostrandomi per quello che realmente sono, senza nascondermi in alcun modo.

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