Diamond 49

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Lui fu l'unico a donarmi una famiglia, una vita dignitosa, ad abbracciarmi nei momenti di solitudine, a curare le mie ferite in seguito ad ogni caduta, a posare un delicato bacio sulla mia fronte promettendomi protezione eterna.

Dove sei ora papà?
Dove sei ora che ho bisogno di te?
Dove sei ora che tutto il mondo mi ha voltato le spalle?

"Dove sei adesso, papà? Avevi promesso di proteggermi per sempre." pensai mentre le lacrime continuavano a rigare il mio volto senza sosta.

Ritornai alla realtà guardandomi intorno e vedendo Luke e Charles circondarmi insieme ad altri tre seguaci.

Mi stavano proteggendo? In mezzo a tutto quel caos, ero io l'unica persona alla quale stavano pensando?

Quello che fino a pochi minuti prima era un palazzetto vuoto, adesso era un mare di sangue.

I miei occhi si posarono sul corpo di un uomo a terra, il viso lacerato e circondato da una pozza di sangue. A breve distanza, un altro uomo, con una mano ferita, tentava disperatamente di afferrare una pistola con l'altra. Accanto a lui, un altro con gli occhi spalancati e colmi di sangue e la fronte perforata.

Mi voltai in cerca di Peter, ma non lo vidi tra i presenti. C'erano solo i suoi seguaci.

E mentre il rumore degli spari continuava a sovrastare il silenzio che aveva regnato poco prima, Luke si voltò verso di me. Protetto da uno dei seguaci del König, mi strinse da un braccio e mi condusse dietro una colonna. <Appena mi sarò allontanato, raggiungi le scale e scappa.> disse, continuando a guardarsi intorno.

<Lo psichiatra n-non mi ha d-detto nulla.> balbettai nervosamente. <Al diavolo, Diamond, fai come ti dico.> cercai di toccare gli auricolari ma non li trovai. Mi voltai verso il punto in cui ero prima e li vidi per terra. Cercai di correre per tornare a riprenderli, ma Luke mi prese per un braccio, fermandomi. <VAI! ORA!> urlò, spingendomi verso le scale. Eseguii i suoi ordini senza esitare.

Ad ogni passo, il suono delle urla e delle pistole diminuiva, come se stessi fuggendo dall'inferno stesso. Scesi al piano terra e corsi verso l'uscita, ma davanti a me si posizionò l'unica persona che avrei voluto evitare di incontrare. <Dove credi di andare, piccola Lilith? I patti sono patti.> disse, e le mie gambe si bloccarono all'improvviso, diventando pesanti come mattoni. I miei respiri si fecero affannati, mentre un brivido mi percorse tutto il corpo al suono della sua voce.

<H-ho mantenuto l-la mia p-promessa.> la paura prese il controllo completo su di me, rendendomi improvvisamente balbuziente. Sembrava quasi che quei tre anni passati nel militare, imparando a combattere, non fossero serviti a nulla.

Papà mi ha da sempre detto "Un giorno mi ringrazierai.", riferendosi agli anni di militare che mi aveva fatto fare. Ma, sono sicura che, se fosse stato qui e mi avesse visto in questo stato, sarebbe stato profondamente deluso dalla mia reazione, dalla mia incapacità di affrontare la situazione con determinazione.

Svegliati Diamond! Non puoi essere così debole.

La mia paura però non risiedeva nella possibilità di perdere la vita, ma nel timore che, se una pallottola mi avesse colpita, non sarei riuscita a mantenere la mia promessa.

Non potevo raggiungere mio padre senza prima trovare Eros Knight. Non potevo affrontarlo e vedere la delusione nei suoi occhi.

Solo l'immagine di lui che mi guarda con quegli occhi tristi e pronuncia il mio nome con un tono affranto, mi fa sprofondare nella disperazione totale.

L'unica voce che avrebbe potuto confortarmi e ridarmi fiducia in me stessa era quella dello psichiatra n. 7. Lui è l'unico in grado di penetrare la mia anima e rendermi sua, l'unico capace di controllarmi e farmi obbedire a ogni suo desiderio.

Lui era l'unico in grado di piegarmi, confortarmi e farmi male conducendomi al piacere.
Lui era l'unico che riusciva a donarmi fiducia in me stessa e, al contempo, l'unico che riusciva a strapparmela, facendomi riconsiderare ogni mia precedente conclusione.
Lui era l'unico che poteva salvarmi in questa situazione, ma non era presente.
Ora, l'unica persona rimasta ero io stessa.

Solo io potevo salvarmi.

Inspirai profondamente e feci un passo in avanti, verso Peter, incrociando il mio sguardo col suo. <Ah sì? Io non credo proprio.> disse, senza effettuare alcun movimento.

Alzai la testa, guardandolo con enorme fiducia in me stessa. <Ma ti darò una seconda possibilità.> continuò Peter. <Sarebbe?> chiesi, anche se non capivo come avesse fatto a non riconoscere l'avvocato Charles Gherak. Lui è il König, lo stesso psichiatra me lo aveva presentato in quella veste e io mi fido di lui.

Non mi avrebbe mai mentito conoscendo la gravità della situazione. Non avrebbe mai giocato con la mia vita, né con quella di Luke, ne sono certa.

Notai mentre infilava una mano nella tasca dei pantaloni, inclinando appena la testa verso sinistra. <O mi dici cosa sapete su mia figlia, o muori. Scegli.> disse, estraendo una pistola dalla parte posteriore dei pantaloni e tenendola puntata verso il basso. <La scelta spetta a te.>

D'istinto feci un passo indietro, sentendo un nodo alla gola.

Come potevo scegliere se non sapevo nulla su sua figlia?
Come poteva pretendere che gli rivelassi ciò che Luke voleva dire se nemmeno conoscevo il nome di questa figlia?

Non mi diede alcuna scelta; lui aveva già deciso e mi aveva appena posto nella condizione di dover accettare la sua decisione.

Mi guardai intorno, cercando qualsiasi persona che mi potesse aiutare, ma non trovai nessuno. In quel luogo, c'ero solo io e lui, solo io e la mia fine, solo lui e le sue convinzioni infondate.

La vera scelta era questa: morire senza mai mantenere la promessa fatta a papà, oppure vivere raccontando una bugia che potrebbe anche essere scoperta.

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SPAZIO AUTRICE

Ci troviamo in un momento cruciale del libro. Cosa pensate farà Diamond? Avreste reagito diversamente da lei? Fatemi sapere cosa ne pensate nei commenti.🤍

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