Diamond 42

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<Barbie> sentii i suoi passi avvicinarsi sempre di più finché non si fermò di fianco a me. Senza neanche volgersi a guardarmi, proseguì con il suo tono sarcastico <Come ci si sente ad entrare nella mafia?>

<Non farò mai parte di questo mondo. Continua pure a sognare.> come disse lo psichiatra, io ero solo un "intermediario". Non avrei contribuito, o almeno cercavo di convincermi di questo, di renderlo reale.

Dicono che ripetendoci incessantemente una certa frase, autoconvincendoci della sua verità, essa diventerà realtà. Anche se falsa, la realtà verrà mascherata agli occhi del sottoscritto.

La psicologia mi ha sempre affascinato, il modo in cui ogni persona può essere studiata, analizzata e influenzata - con l'uso improprio di questa materia - a compiere qualsiasi azione si desideri.

Ogni essere dotato di capacità cognitive può essere manipolato, indotto a compiere azioni al di là della sua immaginazione, trasportato dalle emozioni evocate solo attraverso le parole. La potenza risiede in chi esercita questo potere.

Coloro che comprendono la psicologia umana e la utilizzano a proprio vantaggio sono tra i più pericolosi. Sanno come posizionarsi al di sopra degli altri, ammaliare con la loro voce e guidare gli altri a compiere ciò che desiderano, come il canto di una sirenetta.

<Barbie, credimi, da quando hai messo piede in questo paese, ne fai parte. Alla ricerca del famigerato Eros, giusto? A proposito, l'hai trovato?> mi voltai verso Luke di scatto, scrutandolo con un'aria contrariata, poi mi avvicinai e posai una mano sulla sua spalla. Lui mi guardò la mano per un momento, per poi concentrarsi nuovamente sui miei occhi. <Ascolta, Ken, non risponderò a questa sciocca domanda per due motivi: innanzitutto, è completamente fuori luogo e senza senso; in secondo luogo, nonostante tutto, rimani un mio amico e non dimentico chi mi ha fatto un favore. Mi hai aiutato in passato, ma stai attento, ricorda che sono una ex-militare, quindi stai nel tuo.> aveva ragione. Sono venuta qui per mantenere la mia promessa e trovare Eros Knight. E ancora intendo portare a termine questa missione. Ma prima devo liberarmi da questa situazione.

Papà mi ha chiesto di salvaguardare e proteggere Eros a costo della mia stessa vita, non di gettarlo nelle braccia della mafia. Se hanno minacciato Luke, che è solo un amico, figurati il mio promesso sposo... No, non avrei rischiato. Manterrò la mia promessa una volta ottenuta la mia libertà, dopo aver chiamato Peter, incontrato e fatto uccidere dal König. Ricomincerò la ricerca e, questa volta, non mi lascerò distrarre da nulla fino a quando non avrò trovato Eros.

Sentii Luke iniziare a ridere, poi tolse la mia mano dalla sua spalla e rispose con noncuranza. <Ken? Barbie, io non ho nulla in comune con quel personaggio. Ma tu sì. E, letteralmente, buona fortuna, come ti avevo detto: Eros Knight non è facile da gestire.>

<Se lo conosci, perché non mi dici dov'è? Rispondi.>

<Un giorno mi ringrazierai per questo. Mi dirai: "Grazie, Luke, per non avermi fatto avvicinare a un uomo come lui". Preparati, devi fare la chiamata ora.> si voltò verso di me dopo essersi girato per andarsene. <E spero con tutto il cuore che tu non diventi la Lilith di quest'era.>

<Ora anche tu mi paragoni a lei? Ti sembro così simile a una sanguinaria? Io non sono come lei.> non sono amata da due uomini potenti, non bramo il potere e non resterò coinvolta in questo mondo oscuro. Non sarò una mafiosa. Dopo questa telefonata riprenderò il controllo della mia vita. Anche se Luke continua a spingermi ad abbandonare Eros, io lo troverò. Lo sposerò e, quando raggiungerò mio padre, lo farò a testa alta, con un sorriso sulle labbra.

Lo seguii all'interno della villa, verso lo psichiatra n. 7 e il König che, nel frattempo, chiamarono altri loro seguaci.

Lo psichiatra aveva entrambe le mani appoggiate sul tavolo, di fronte a una cartina del Brasile con diverse annotazioni. <Cos'è?> chiesi, avvicinandomi. <È la cartina del Brasile, contiene tutti i possibili luoghi in cui potrebbe chiederti di andare.> rispose l'avvocato, porgendomi di nuovo il foglio di prima. <Avanti, chiama.> aggiunse lo psichiatra senza distogliere lo sguardo dalla cartina.

Presi il telefono che mi porse Luke, lo stesso che mi aveva dato Peter e che avevo lasciato in clinica, e gli telefonai. Prima di comporre il numero, inspirai profondamente, guardando Luke. Attraverso i suoi occhi, sentii tutto il suo sostegno. Pur nascondendosi dietro una maschera di durezza, in realtà lui era tutto il contrario. Luke mi amava e io amavo lui. Questa era una di quelle amicizie che non avrei mai voluto perdere.

Successivamente, guardai lo psichiatra che si alzò in piedi e mi scrutò dall'alto senza mostrare alcuna espressione sul volto, come se non fosse nulla, come se tutto ciò che stava accadendo fosse normale, come se non avesse alcun significato rilevante.

<Il tuo tempo sta per scadere.> disse Peter, facendomi correre un brivido lungo la schiena mentre la sua voce usciva dal telefono in vivavoce, affinché tutti potessero sentire.

<Lo so, per questo ti ho chiamato.> risposi, prendendo il foglio e leggendolo attentamente. <Ho trovato il König. Ricordo che mi hai dato una settimana di tempo per consegnartelo, eccoti accontentato. Avevi ragione su tutto ciò che mi avevi detto: lui mi protegge, mi ama. È stato facile conquistarlo, farlo stare al mio fianco, piegarlo ai miei desideri. Lo condurrò nel luogo che mi indicherai, ma deve essere un posto discreto, che non desti sospetti, altrimenti tutto il mio sforzo andrà in fumo. E dopo questo, non voglio più avere a che fare con te. E Luke sarà libero da ogni minaccia.> conclusi, cercando di rendere ogni parola il più naturale e credibile possibile, per non destare sospetti, evitando di sembrare un pappagallo che ripeteva semplicemente ciò che il suo padrone gli aveva detto.

Sperai che Peter non si accorgesse di nulla, che rimanesse fedele al nostro piano, credendo alle mie parole e decidendo il luogo d'incontro.

La mia unica consolazione era che, dopo tutto questo, avrei finalmente potuto tirare un sospiro di sollievo e riprendere il controllo della mia vita.

Me ne sarei andata, dicendo addio a questo mondo. Sarei rimasta Diamond One e non avrei mai permesso a nulla di trasformarmi in Lilith, mai.

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