Diamond 25

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Non poteva essere vero. Lo psichiatra n. 7 mi aveva ingannato per tutto questo tempo? Quella rappresentazione angelica che avevo visto quel giorno, era solo il riflesso di un seguace spaventato che obbediva agli ordini del suo capo, del König.

<No, non è stato lui. Stai mentendo.>

<Io non mento, non sono come te. Sei riuscita a salvarti grazie al König. Dentro quel locale nessuno esce o entra senza il suo permesso, ragazzina.>

La discoteca... È per questo che Luke, quando siamo andati lì per cercare i tre uomini che hanno cercato di violentarmi, mi ha bendata e mi ha vietato di allontanarmi da lui. Mi ha detto che non sarei sopravvissuta da sola, era questo quello che intendeva.

Luke sapeva tutto dall'inizio. Sapeva del König, sapeva che mi aveva protetta e sapeva che ci trovavamo nel suo covo.

I miei occhi divennero lucidi a questi pensieri. Due degli uomini a cui ho concesso la mia fiducia mi hanno tradito. È stato tutto un gioco, orchestrato da un uomo che nemmeno conoscevo. Ero solo un burattino nelle mani di un mafioso.

Dal momento in cui ho messo piede in questo paese, lui mi stava osservando e controllando.

Ora tutti i pezzi del puzzle si sono finalmente incastrati, tranne uno: il perché. Perché lo aveva fatto? Perché ero così speciale per lui?

Alzai gli occhi, ancora lucidi, verso di lui. <Tu sai perché sono così speciale per lui?>

<Non ancora, ma lo scoprirò.>

<Cosa sai?>

<Solo che ti protegge. Senza la sua protezione, ti avrei fatta portare da me mesi fa.>

Devo la vita a una persona che non conosco.

Mi asciugai gli occhi, posizionandomi di fronte a lui e avvicinandomi. <Non so perché mi protegge, ma una cosa è certa: se sono così speciale per lui, mi troverà e ti pentirai di avermi rapita.>

Lo guardai con determinazione. Fino a quando non uscirò questo posto, mi impegnerò a essere forte e determinata.

<E secondo te, perché sei qui?>

<Sei un bastardo.>

<Quando verrà a cercarti, saremo pronti. Tu lo attirerai da noi.>

<Non pensavo che nel mondo mafioso foste così codardi.>

<Codardi?> rise alla mia affermazione. <No, ragazzina, questo si chiama essere intelligenti.>

<E la forza? Pensavo fossi potente, ma, a quanto pare, sei solo un uomo che sa solo parlare.>

<Il Brasile, cara Diamond, è diviso in due fazioni.> disse, avvicinandosi a me. <Da una parte ci sono io e i miei uomini, dall'altra il König e i suoi. Il punto è che entrambi bramiamo il potere, quindi non possiamo coesistere. O lui muore o io morirò. Questa è la fine della storia.>

<Oppure potresti tentare di parlare con lui e trovare un accordo che soddisfi entrambi. Non è necessario versare sangue, basta usare il dono della parola.>

<Parlare? Io lo voglio morto.> sussurrò, avvicinandosi al mio orecchio.

<Perché? Cosa ti ha fatto?> chiesi, con enorme coraggio.

<Lui ha ucciso una persona a me cara e pagherà con la vita.> affermò, posizionandosi di fronte a me.

Nelle sue parole risuonò tutta la rabbia che provava per il König. Ora tutto mi parve più chiaro: lui non brama il potere, ma la vendetta.

Tutta la luce che prima circondava quel luogo svanì lentamente, lasciandoci avvolti dall'oscurità.

<Chi?> chiesi, percependo il petto restringersi e l'aria mancarmi.

<Mia figlia.>

Iniziai a respirare a ritmi irregolari. La figlia? Come poteva essere così crudele.

<Perché?>

<Il tuo compito è rimanere qui in silenzio e portarlo da noi, non di fare domande. Aspetteremo due giorni, e se non verrà, uscirai e lo condurrai da noi.>

<E se rifiutassi?>

<Allora Luke morirà. È tua la scelta, Diamond: o collabori e lo porti da noi, oppure sarai responsabile della morte del tuo caro amico.>

Luke o il König, l'uomo che mi ha regalato momenti di spensieratezza nel periodo più buio della mia vita, o l'uomo che si è rivelato essere il mio salvatore e protettore.

Mise le mani dietro la schiena mentre lui si avvicinava sempre di più, osservando prima la mia collana e poi i miei occhi. <Sono sicuro che ce la farai.> affermò, per poi prendere delicatamente la mia collana in mano.

Era la collana a forma di rosa, completamente argentata, che mi diede la sorvegliante dell'orfanotrofio nel momento in cui Ryan Knight decise di adottarmi.

Le promisi di non toglierla mai, le promisi che con essa avrei pensato a lei, che non mi sarei mai sentita sola perché lei sarebbe stata sempre con me.

Quella collana è l'unica cosa che mi è rimasta dell'orfanotrofio, del luogo in cui sono cresciuta, dove mia madre mi ha abbandonata appena nata.

Quella rosa rappresentava tutto il bello che ho vissuto: la sorvegliante che mi ha cresciuta con tutto l'amore possibile, la persona che è stata una madre per me quando ne avevo più bisogno.

La donna che ha scelto, di sua spontanea volontà, di prendersi cura di una neonata abbandonata e di crescerla come fosse sua.

<Se non dovesse venire e mi lasciassi andare, cosa ti fa pensare che non chiederò aiuto?>

Lasciò cadere la collana e fece un passo indietro. <Perché non puoi.> rispose, con un sorriso sul volto.

Aveva ragione. Se avessi parlato, qualcun altro sarebbe stato zitto per l'eternità, e quella persona era Luke.

Chiusi gli occhi, incapace di credere che tutto questo fosse realmente accaduto. Come ero passata dall'essere una ragazza di cui la mafia sentiva parlare solo nei film e nei libri, a una donna costretta a scegliere se uccidere il König e salvare Luke, o uccidere Luke e salvare il König.

Se mi fossi tirata indietro in questo momento, avrei condannato me stessa alla morte, infrangendo così la promessa fatta a mio padre.

Rifiutare avrebbe significato porre un fine al mio destino, e questo non potevo permetterlo. Non potevo presentarmi davanti a mio padre senza aver trovato Eros e mantenuto la mia promessa.

Non potevo lasciare tutto alle spalle senza aver portato a termine la mia missione principale: trovare Eros, sposarlo e proteggerlo a costo della mia stessa vita.

Ho promesso sulla mia vita, e quella promessa l'avrei mantenuta.

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