Diamond 22

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Il peggiore nemico che puoi
incontrare, sarai sempre tu per
te stesso.
Friedrich Nietzsche


Passarono giorni da quando quei bastardi mi trascinarono con la forza in questo magazzino. Giorni mangiando pane e acqua, con qualche zuppa nei momenti più fortunati.

Dopo avermi visto cercare di consumare la corda contro la colonna dietro di me, mi legarono le mani con delle manette.

Ancora oggi, non so per quale motivo mi hanno rapita e cosa vogliano realmente da me.

L'unica cosa di cui ero fermamente convinta era che Luke avesse un legame con tutta questa vicenda e che quindi l'uomo per il quale ero qui in questo momento, era il König.

<Sei fortunata, oggi incontrerai il capo.> disse un uomo, aprendo la porta e posizionandosi di fronte a me. <Oggi scopriremo perché sei così importante.>

Non risposi, limitandomi a guardarlo negli occhi. Non avrei mostrato loro alcun segno di fragilità; sarei stata forte.

<O perché ti vogliono morta.> affermò il suo compagno, raggiungendolo di fronte a me. <Sai, ragazzina, neanche noi conosciamo la tua vera fine.>

Alzai gli occhi al cielo alla parola "morta". Avevo promesso a papà che avrei protetto suo nipote, e non lo avrei incontrato nell'oltretomba senza aver mantenuto la mia promessa.

Uno di loro si avvicinò a me e mi guardò dritto negli occhi prima di parlare. <Non sembri essere dei nostri eppure sei qui. Sei la sorella, la figlia o la ragazza di qualcuno di queste parti?> chiese, togliendomi il panno con cui mi avevano chiuso la bocca, permettendomi finalmente di parlare.

<No.> risposi immediatamente, mantenendo il mio sguardo fisso sul suo.

<Allora cosa ci fa qui una ragazzina come te?> domandò l'uomo di fronte a me, con un sorriso sul volto.

<Chiedilo a chi vi ha ordinato di rapirmi, bastardo.> ribattei, alzando leggermente il tono della voce.

<Richiudile la bocca prima che arrivi l'Alpha.> ordinò uno di loro, avvicinandosi di poco. L'uomo obbedì all'ordine del suo compagno ed entrambi uscirono dalla stanza.

Neanche loro sembravano sapere perché fossi lì, ammanettata e costretta a seguire una dieta insostenibile.

Chiusi gli occhi per un attimo, riaprendoli proprio nel momento in cui sentii la porta spalancarsi. Entrarono dieci uomini, che si disposero cinque a sinistra e cinque a destra. Abbassarono il capo e rimasero in silenzio. Non riuscivo a capire cosa stesse accadendo, ma potevo solo immaginare cosa stava per succedere.

Dieci uomini vestiti di grigio, uno di fianco all'altro, con il capo chino e in completo silenzio, aspettando qualcuno. Aspettando il König, sicuramente, colui che loro chiamavano Alpha.

Non avevo ancora compreso il motivo per cui avesse così tanti nomi, ma una cosa era certa: lo detestavo senza nemmeno averlo mai incontrato. Era lui la radice di tutto ciò che mi stava accadendo, insieme a Luke.

Sentii il suono dei passi farsi più vicini, l'aria intorno a noi divenne gelida mentre venivamo circondati da un silenzio che nessuno osava interrompere. Era come se nessuno avesse il permesso di sollevare lo sguardo, parlare o muoversi.

Inspirai profondamente, aspettando l'arrivo di colui che trasmetteva così tanta ansia e paura nei suoi seguaci. Finalmente lo avrei conosciuto, finalmente avrei scoperto chi era la persona che Luke serviva con totale lealtà e fedeltà.

Per il quale è disposto a uccidere persino un amico, e per il quale ha organizzato il mio rapimento.

Aveva scarpe lucide, indossava pantaloni grigio scuro in contrasto con una camicia blu, mentre la giacca, dello stesso colore dei pantaloni, era accompagnata da un orologio dall'apparenza costoso.

Si posizionò di fronte a me con le mani nelle tasche, appoggiandosi al tavolo al centro del magazzino e circondato dai suoi seguaci che finalmente osarono alzare lo sguardo.

Era apparentemente un uomo di mezza età con il volto segnato da molte rughe. Presentava una carnagione scura, occhi azzurri, i capelli erano castani con alcune ciocche grigie e la corporatura non era particolarmente muscolosa.

Incrociò il suo sguardo con il mio senza proferire parola, e io feci altrettanto. Mai avrei immaginato che un uomo come lui potesse incarnare il grande König, di cui tanto avevo sentito parlare fin dal mio arrivo in Brasile.

Un uomo potente e temuto, l'incarnazione della massima forza mentale e fisica, un uomo a cui tutto il paese faceva riferimento.

E invece era lui, l'uomo davanti a me era il König. Risi a quel pensiero e lui lo notò dalla mia espressione sul volto. <C'è qualcosa di divertente in questa stanza?> chiese. Ebbene sì, sapevo che sarebbe iniziata così la nostra conversazione.

Fece un cenno ad uno dei suoi seguaci, che si avvicinò per togliermi il panno dalla bocca. Nonostante fossi ora libera di parlare, rimasi in silenzio. Se c'era qualcuno che doveva dare delle spiegazioni, era lui, il König.

In quel momento mi sorprese l'assenza di Luke. Dov'era? Perché non era al fianco del suo amato König? Codardo. Non ha avuto il coraggio di affrontarmi.

<È muta?> chiese, rivolgendosi a uno dei suoi seguaci. <No, semplicemente non parlo con i codardi.> risposi io. Forse era stata una mossa sbagliata e mi sarei pentita trovandomi completamente nelle sue mani, ma in quel momento non mi importava più di tanto. In questi giorni avevo covato un enorme rancore nei suoi confronti.

Emise un ghigno, poi mi guardò dritto negli occhi. <Codardi?> domandò.

<Sì, uomini codardi che rapiscono una ragazza indifesa.> risposi.

Indifesa? No, in realtà dovevo solo argomentare la mia tesi senza lasciare loro modo per ribattere.

<Sai perché sei qui "ragazza indifesa"?> chiese.

<Certo, ma questo non passerà senza conseguenze, hai la mia parola.> risposi con tono deciso, non distogliendo lo sguardo dai suoi occhi.

<E cosa farai?>

<Vi denuncerò e farò in modo che veniate condannati per anni.> dichiarai ingenuamente.

Tutti iniziarono a ridere, compreso il König.

<Denunciare? Cosa ci avrà mai trovato in una stupida ragazzina come te?> domandò sarcastico.

<Chi? Luke? Lui mi ama, per questo odia il fatto che io non ricambi i suoi sentimenti. Digli che agendo così, non fa altro che allontanarmi da lui.>

Ripresero a ridere. Possibile che tutti i brasiliani siano così? Da quando sono in questo paese, non riesco a concludere una frase senza essere interrotta o sentire risate di fondo.

<Luke? E chi sarebbe questo Luke?> chiese, avvicinandosi a me.

<Mi prendi in giro? Vi ha detto lui di giocare a questo gioco? Lo voglio vedere, chiamalo.> ribattei.

<Abbassa i toni, Diamond. Non sei nella posizione di dare ordini. Rimarrai qui finché non avremo capito quanto vali per il König.> rispose aspramente.

<Cosa? Non sei tu il König?> domandai, confusa.

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