Diamond 19

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La clinica Lux era situata nel luogo più remoto del paese, dovetti correre lungo quella strada desolata per diversi minuti prima di riuscire a fermare un taxi.

Prima di salire in macchina, mi voltai e osservai la clinica. Doveva essere simbolo di luce e libertà, ma per me ha rappresentato l'allontanamento dalla mia promessa e da mio padre.

Lo psichiatra n. 7 è rimasto al mio fianco quando le mie emozioni hanno preso il sopravvento su di me. Si è assicurato che avessi una seconda possibilità, incoraggiandomi ad accettare la mia vita.

Voleva indurmi a smettere di farmi del male, voleva aiutarmi a superare questa fase.

Ma ha trascurato un dettaglio: la mia promessa.

Quando sono saltata da quel tetto, seguendo quella ragazza senza pensare alle conseguenze, ho messo a rischio il mio destino.

Se non mi avesse fermata in tempo, se la mano avesse ceduto prima dell'arrivo dello psichiatra, non sarei stata in grado di incontrare Eros, proteggerlo e condurlo sulla retta via, proprio come mio padre mi aveva chiesto.

Come avrei giustificato il mio insuccesso? Come avrei guardato papà negli occhi? No. Non permetterò a quello psichiatra di allontanarmi dalla mia promessa, l'unico favore che papà mi abbia mai chiesto.

Io sono Diamond One e prometto di mantenere la mia promessa.

Questa non è solo una promessa rivolta a mio padre, ma anche un modo per ringraziare l'uomo che mi ha salvato la vita, accogliendomi tra le sue braccia.

Questa è una promessa verso me stessa.

Un dovere che avrei onorato anche rischiando la mia stessa vita.

Eros Knight, ti troverò e ti sposerò.

Prometto che sarò il tuo angelo custode.

Prometto che ti proteggerò.

Dissi al tassista di riportarmi al centro di São Paulo, verso colui che avrebbe potuto aiutarmi, colui che conosceva ogni angolo di questo paese.

Da Luke.

Arrivata a destinazione, pagai il tassista e scesi, dirigendomi verso quella stradina sempre deserta, il suo rifugio, il cuore del suo regno.

<Luke! Luke!> urlai, sperando che apparisse davanti a me, pronto a rimproverarmi per essere scappata e respingermi come al solito.

Non udii alcun suono, nessun passo, nessuna presenza. Continuai a camminare per la via, ma non vidi né Luke né nessun'altra anima viva. Delusa, mi sedetti di fronte a una casa abbandonata, sperando che qualcuno, per caso, mi notasse e glielo dicesse.

<Ancora tu?> chiese un ragazzo avvicinandosi a me. Aveva i capelli rasati a zero, la barba molto folta e il corpo completamente tatuato. Indossava una giacca, una maglietta e dei pantaloni neri abbinati a delle scarpe del medesimo colore.

<Ci conosciamo?>
<E chi non ti conosce qui, sei la puttana di Luke.>
<Io non s-!> inspirai profondamente e mi alzai, avvicinandomi di qualche passo. <Sai dove posso trovarlo?> chiesi.
<Credi che non sappia che sei qui?> rispose, con un ghigno.
<Allora perché non è venuto a parlarmi?>
<Perché si è stancato di te, stellina, pensi di essere l'unica donna che si porta a letto?> rispose ridendo, alimentando il mio desiderio di commettere un omicidio in quello stesso istante.

<Chiamalo e digli che lo voglio vedere.>
<Chi sono ora? Il tuo segretario? Se lo vuoi vedere, cercalo da sola o vattene.> disse prima di voltarsi e andarsene.

Attesi alcuni minuti prima di seguirlo, evitando che mi notasse.

Percorse un lungo tragitto fino a fermarsi di fronte a una modesta casetta dalle finestre rotte e i muri sporchi di vernice. Lasciai che entrasse e mi avvicinai a una delle finestre.

Entrai attraverso la finestra rotta, trovandomi in una casa che sembrava abbandonata. Le poltrone erano strappate, la polvere ricopriva ogni superficie e un odore nauseante circondava l'aria. Mi coprii il naso con la mano e mi nascosi quando udii delle voci avvicinarsi. <Ci hanno tradito, Luke. Pensi che il König li perdonerà? Li ucciderà, ne sono certo.>

<Lo so, e non posso fare nulla.> la voce di Luke risuonò nell'aria, e un senso di sollievo mi pervase l'intero corpo. Era un sentimento inspiegabile ma magnifico.

<Cosa vuol dire che non puoi fare nulla? Tra tutti noi sei quello più vicino a lui. Il König si fida di te. Fai qualcosa, parlagli, supplicalo, dannazione!>

<Non posso. Capisci? Se lo faccio, non risparmierà neanche me. Non sono così importante come credi, e di certo non nutre per me alcun sentimento di amore.>

<Sono i nostri amici. Ricordi quando eravamo in carcere? Chi ci ha aiutato, se non loro? Non può farlo.>

<Allora vai tu a dirglielo e, visto che ci sei, fagli anche una bella ramanzina... Ma sei scemo o fai finta di esserlo?>

<Sono onesto e coerente.>

<No, sei solo un idiota. Siamo in guerra, Rafael. O stiamo con il König o stiamo con i suoi nemici. Non importa quanto ci abbiano aiutato in carcere, loro ci hanno tradito. Da oggi sono nostri nemici e rimarranno tali finché il König non deciderà il loro destino. È chiaro?>

<Io non rimarrò fermo ad aspettare la sua decisione. Così come loro mi hanno aiutato, io li aiuterò. Se vuoi denunciarmi al König, fallo pure, ma io non mi tirerò indietro. È grazie a loro se sono ancora vivo.>

<Rafael, ascoltami attentamente. Se decidi di farlo e il König lo scopre, se mi ordina di ucciderti, lo farò. Non esiterò un istante se dovesse decidere di prendere la tua vita.>

<E non ti chiederei mai di fare diversamente. Tranquillo, non scoprirà mai nulla. Oggi andrò al Königloom per capire com'è la situazione.>

Il König? Ma di cosa stavano parlando e soprattutto chi sono loro veramente?

Mi affrettai ad uscire, cercando di fare il minor rumore possibile, ma come sempre la sfortuna sembrava perseguitarmi.

<C'è qualcun altro oltre a noi, Luke?>

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