Diamond 63

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<Sali di sopra e non scendere, qualunque cosa accada.> ordinò lo psichiatra, stringendomi la mano con forza mentre mi guidava verso le scale.

<No. Io rimango qui.>

<Non è il momento di fare la testarda, Diamond. Ci hanno sicuramente circondati. Sali di sopra e, per una volta, fai quello che ti dico senza discutere.>

<Ti ho detto di no. Vuoi che te lo ripeta in tedesco? NEIN.>

Il rumore delle finestre che si infrangevano sotto gli spari invase l'aria mentre schegge di vetro volavano ovunque e da fuori si alzavano urla e grida.

Gli uomini del König, dello psichiatra n. 7, scesero rapidamente, circondandoci. Altri entrarono da fuori mentre uno di loro ci raggiungeva di corsa, urlando: <Gli uomini di Peter ci hanno circondati!>

Lo psichiatra estrasse la sua pistola. <Circondatela e proteggetela a costo della vostra stessa vita.>

<So proteggermi da sola.>

<Se fosse vero, non saremmo qui.> rispose con freddezza prima di voltarsi verso i suoi uomini. <Chiamate tutti. Li voglio qui il prima possibile.> ordinò prima di avanzare di qualche passo, posizionandosi davanti a tutti i suoi uomini mentre impugnava la pistola con una calma glaciale, la testa alta e gli occhi fissi sull'entrata.

Feci due passi indietro, senza sapere cosa fare. Non avevo niente con cui difendermi e la paura mi serrava la gola.

L'unico mio desiderio era di uscire da lì. Allontanandomi da tutti, da un altro bagno di sangue.

Per tutta la mia vita, la sofferenza mi aveva perseguitato senza pietà, e ora mi stava stringendo sempre di più, rendendomi la vita impossibile e immobilizzandomi davanti a quello che stava accadendo. Darei qualsiasi cosa per tornare indietro nel tempo, al giorno in cui papà mi salvò da quell'orfanotrofio, donandomi quello che avevo sempre bramato: un padre, una casa, un po' di amore.

Dopo alcuni minuti, la soglia dell'entrata venne varcata da una trentina di uomini, tutti armati. Alcuni erano feriti, altri ricoperti di sangue.

Tutti, in contemporanea, puntarono le pistole contro lo psichiatra e i suoi uomini. Lui, però, non diede alcun ordine per ricambiare l'azione. Anzi, avanzò lentamente, fermandosi di fronte a tutti loro, con una mano nella tasca e l'altra che stringeva saldamente la pistola.

Un applauso risuonò nel luogo, proveniente da... Peter. Che fece il suo ingresso, posizionandosi al centro di fronte al König. Finì di applaudire, scoppiò in una risata e poi parlò: <Chi l'avrebbe mai detto che la fine del König sarebbe avvenuta in questo lurido luogo.>

<La fine?> ribatté lo psichiatra con una freddezza disumana, circondato dalle pistole mentre continuava a vietare ai suoi uomini qualsiasi azione per proteggerlo.

<Certo, la fine. E tutto per una ragazzina di cui sei ossessionato. La leggenda si ripete: una donna tra due fazioni. Da Bloody Lilith a Bloody Diamond.>

<Errato. Lei non è Bloody Diamond. Non è contesa tra di noi. È mia. E basta.>

Peter fece qualche passo verso sinistra, cercandomi con lo sguardo. <È per questo che lei è più protetta di te?> disse, con un ghigno. Ero circondata dai suoi uomini, tutti armati e pronti a eseguire ogni suo ordine, persino a sacrificarsi per proteggere me. <Sai> continuò. <Sono curioso di conoscere la vostra storia, di sapere perché la proteggi a tal punto.>

<Sei venuto fin qui per ascoltare una storia? Deludente da parte tua.>

<No, sono venuto per farti capire che sei tu il marcio di questo paese. Così tanto che persino i tuoi uomini hanno scelto di passare dalla mia parte.>

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