15. La furia di T/n

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"Ehi perditempo!" Li richiamò il capitano da sopra l'albero: "cosa state aspettando? Avanti il prossimo."
L'allenamento era evidentemente più difficoltoso di qualunque altro lei avesse partecipato fino a quel momento.
Era distrutta dal giorno precedente e non solo fisicamente ma anche moralmente.
"È il turno della mocciosa, non il nostro capitano!" Urlò di rimando Sebastian.
Ormai la squadra lavorava assieme da qualche mese e i sottoposti non avevano più quel tono di profondo rispetto verso il proprio capitano.
Non che in precedenza lo avessero avuto davvero...
D'altronde sembrava che allo stesso capitano non desse fastidio, in fin dei conti tutto questo rendeva tra loro un'atmosfera un po' più vivibile e umana.
T/n però ne era ancora estranea.
"Avanti T/n, tocca a te!" La rimproverò e quando lei alzò lo sguardo notò che accanto al capitano c'era un'altra figura. Era meno alta di poco ma i tratti, anche se poco distinguibili all'ombra dei rami, erano palesi per la ragazza.
Erwin...
Aveva fallito quell'operazione così tante volte che non ci voleva che lui fosse lì a guardarla proprio nei momenti di maggiore stanchezza.
Siccome non diede segno di volersene andare aveva paura di fargli fare una figura peggiore del previsto.
Paura che la rispedissero indietro e che non lo avrebbe più rivisto.
Lei non avrebbe più avuto nemmeno l'occasione di rivedere la luce del sole e lui si sarebbe beccato pure la sfiducia dell'intero corpo di ricerca.
Non voleva... non voleva proprio tutto questo!
Si rialzò a fatica, le gambe che le tremavano dalla stanchezza, ma riuscì comunque a trovare l'equilibrio e a mettersi in posizione di partenza.
L'obbiettivo era sempre lo stesso da lì a una settimana; colpire le collottole delle sagome dei giganti e colpire il più forte possibile i materassi alla fine del percorso.

"Fin'ora non è stata in grado di fare niente. La prima volta non ha schivato nemmeno gli ostacoli, ci è finita dentro cadendo come un sacco di patate... la seconda volta si è schiantata direttamente al suolo e la terza... È stato già tanto che sia arrivata a metà esercizio." Parlò Mike con voce delusa ad Erwin, senza guardarsi negli occhi mentre il suo interlocutore non aveva intenzione di rispondergli.
"Che c'è? Non dirmi che davvero credevi che fosse in grado di sostenere il ritmo de corpo di ricerca? Quando la porteremo fuori dalle mura lei sarà la prima a morire, questo è certo. Non dirmi che ti sei affezionato tanto da averla reclutata solo per potertela tenere accanto? Alla fine cosa ci trovi in lei, Erwin? È sciocca, magrissima e poco intelligente. Non spicca di nessuna abilità e nemmeno in bellezza..."
"Ho visto quello che ho visto." Disse con voce ferma Erwin interrompendo l'amico: "non ci sono solo la forza e la bellezza in una persona ma anche il cuore e lei ne ha più di quanto crediamo tutti. Non la rimanderò giù nelle fogne."
A quel punto fu Mike a rimanere in silenzio e, con espressione seria ed interrogativa allo stesso tempo, guardò per un istante l'amico prima di riportare gli occhi sulla ragazza.
Prese in mano la pistoletta ad aria e sparò un colpo al cielo, pronto a dimostrare ad Erwin che si sbagliava su tutta la linea.
Anche se voleva un grand bene all'amico e portava molto rispetto per lui, in quel momento non avrebbe perso un secondo per rinfacciargli il fatto che non poteva pretendere di avere sempre ragione.

Nell'udire lo sparo, la ragazza prese a correre con tutte le forze rimaste in corpo, doveva farcela questa volta.
Per Erwin... non si sarebbe fermata per nessun motivo, avrebbe guardato sempre avanti.
Al pensiero degli occhi di Erwin puntati su di sé, sentì un'improvvisa ondata di calore sprigionarsi nel suo petto.
Era un calore avvolgente che si espanse in tutto il resto del corpo come una scarica elettrica, sprigionando una grande quantità di energia che credeva di non avere più.
Sentì ogni suo passo farsi più leggero, ogni suo movimento meno faticoso, come se potesse ad un certo punto prendere il volo.
Guardò velocemente gli alberi in cerca di un appiglio sicuro per poterle consentire la manovra verso la collottola del gigante di legno.
Quando lo trovò non esitò un istante ad agganciarsi e a librarsi nell'aria, collegando le lame alle due impugnature, trovandosi così pronta a colpire.
'Uno' Pensò T/n tra sé e sé.
Nella sua mente figurarono gli occhi azzurri di Erwin e ancora più forza venne in suo aiuto.
Ma da dove la stava prendendo?
Era così sfinita poco prima da pensare che rialzarsi sarebbe potuta essere una cosa impossibile. Si sbagliava?
Colpita la nuca del primo gigante senza perdere tempo colpì il secondo e così il terzo, il quarto e il quinto fino ad arrivare all'ottavo, l'ultimo prima del colpo finale.
Lo sguardo di Erwin ancora impresso nella mente, mentre ogni momento le usciva naturale e, per quanto gli altri si impegnassero a crearle dei pericoli improvvisi muovendo i finti giganti, lei riusciva a vederli tutti perfettamente.
Un paio di volte i compagni lasciarono andare le sagome dei giganti poco prima che lei passasse ma era incredibile come la ragazza riuscì a colpirli ugualmente con il minimo numero di manovre.
Si sentiva trasportata dal vento mentre questa forza immane non cessava di crescerle dentro.
Passato anche l'ultimo dei giganti di legno, T/n cambiò le lame delle spade dagli appositi scomparti dell'attrezzatura e, aiutata dalla spinta contro il tronco di un albero e dal gas delle bombole, prese velocità per poi prepararsi a colpire l'obbiettivo finale.
In quel momento sentì di nuovo lo stesso brivido di quando vide Erwin guardarla da sopra l'albero del capitano Mike.
Strinse i pugni e digrignò i denti, nei suoi occhi si distingueva la fiamma che ardeva dentro di sé.
Accompagnata in quella rincorsa folle si lasciò trasportare da quella piacevole sensazione di invincibilità, che la faceva sentire davvero al massimo.
Riprovò la stessa sensazione di sicurezza di quella notte, la stessa sensazione inebriante di mettere tutti al loro posto e allo stesso tempo di non essere vulnerabile a nessuno.
Come una grande tempesta che si riversava imperterrita sulla terra.
Al momento giusto scagliò il colpo con tutta la forza che le era rimasta in corpo.
Il calore e tutta l'energia che l'aveva accompagnata fino a poco fa svanirono e all'improvviso il suo corpo si sentì enormemente spossato.
Riuscì a percepire la vibrazione delle lame infrangersi venendo a contatto con il bersaglio e poi nulla.
Vide tutto quello che accadde dopo come a rallentatore, un forte frastuono, alcune piume volavano ancora in aria quando si sentì schiantare di peso terra.
I dolori cominciarono ad investire il suo corpo e la testa le stava per scoppiare mentre tutte le voci attorno a lei erano ovattate e la vista si offuscava.

Ovunque Tu Sarai (Erwin X Reader)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora