32. Processo

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Erwin era quasi senza fiato.
Non poteva credere che Hanji avesse parlato già al comandante riguardo T/n.
Risaliva le scalinate che portavano alla camera della ragazza, a due a due, ma quando entrò nella stanza non c'era traccia di lei.
Le parole del comandante Shadis gli tornarono alla mente: "ho idea che dovremo ricorrere davvero alle maniere forti. Se davvero la ragazza è figlia del capo banda di quegli anni c'è il rischio che possa proseguire sulle orme dei suoi famigliari. E noi non lo possiamo permettere. In più ha disobbedito un'altra volta agli ordini dei superiori e anche questo non è tollerabile. Manderò qualcuno a cercarla."
'No, no, noo...' ripercorse le scale fino all'ingresso del quartier generale ma non trovò nessuno altro fatta eccezione per Mihel.
L'uomo era appoggiato alla colonna portante in legno e guardava l'orizzonte finché Erwin non fece irruzione.
Mihel si voltò a guardarlo: "cerchi qualcuno?"
Chiese come se già sapesse la risposta e proprio per questo Erwin non proferì parola.
"La stanno già portando al tribunale nel Wall Sina. Non puoi fare niente." Parlò di nuovo Mihel.
"Perché... fare una cosa simile?"
"Non è ovvio? Ne abbiamo abbastanza tutti di quella mocciosa ma non si sa per quale assurdo motivo tu provi ancora ad inseguirla. A proteggerla."
Erwin girò sui tacchi senza nemmeno degnare di una risposta il proprio compagno che però lo precedette nuovamente prima che lui rientrasse nell'edificio.
"Il comandante mi ha detto di riferirti che partiranno tra un'ora per testimoniare al processo. Ti conviene farti trovare per l'ultimo estremo tentativo di salvare la tua cara cadetta. Senza di te sapremmo già l'esito e questo non è divertente. Magari tu sarai in grado di mettere un po' di pepe." E Mihel lo guardò con sguardo ammiccante e calcolatore.
L'uomo si spostò dall'uscio della porta: "prego." E si inchinò ironicamente lasciando passare Erwin.
E mentre si allontanava di gran fretta dalla colonna di destra uscì una figura familiare.
Si tolse il cappuccio dal capo rivelando i suoi scuri capelli mori e si rivolse a Mihel.
"Non posso credere che l'abbia lasciato andare, capitano."
Sarah si mise le mani sui fianchi mentre anche gli altri ragazzi della sua squadra si unirono a lei.
"Tsh..." Li sfidò Mihel: "abbiatecela pure con me, brutte teste di rapa, ma è la cosa migliore."
"Migliore? È il nostro capitano quello. Non sopporto vederlo in quello stato." Sarah era furiosa.
"Non mi importa. Il vostro capitano ha perso la testa per quella mocciosa ma quella mocciosa... Vi rendete conto di quello che è in grado di fare? Shadis e gli altri non si fidano più di lei dopo tutti i disastri che ha combinato... Ma se rimane dalla nostra parte, con un po' di disciplina, diverrebbe sicuramente un nostro asso nella manica."
Mihel si voltò in specifico verso Sarah: "Nemmeno io la sopporto, non fatevi strane idee, ma il corpo di ricerca ha bisogno di quel demonio. Di quel cane tenuto al guinzaglio. Solo che il guinzaglio riesce a tenerlo in mano solo Erwin Smith."

Aveva mani e piedi legati. Persino la bocca le era stata imbavagliata e sedeva supina nella cella sul retro di un grande carro.
Era stata privata della sua uniforme del corpo di ricerca e vestiva una semplice maglia bucherellata e dei semplici pantaloni beige.
Ogni tanto faceva un tentativo di liberarsi ma la tristezza che fino a quel momento l'aveva invasa non le dava forza sufficiente per opporsi nemmeno per un secondo.
Quando arrivarono, dopo alcuni giorni, al tribunale, la condussero giù per alcune scalinate fino ad arrivare in un posto buio e tetro, dove l'umidità regnava sovrana tra le pareti in pietra.
Le legarono mani e polsi alle catene e la lasciarono lì, rinchiusa in quella cella solitaria per altri giorni.
Alla fine qualcuno venne a prenderla, era stanca e dimagrita, non aveva più le forze nemmeno per alzarsi in piedi finché la guardia non la tirò su di peso e la costrinse a camminare.
Cadde innumerevoli volte per le scale, le sue ginocchia a contatto con la nuda pietra e ogni tanto sentiva alcuni rivoli caldi scenderle per le gambe.
Eppure T/n non disse una parola durante tutto il percorso.
Nessuno sarebbe stato in grado di dire cosa stava passando per la testa di quella ragazza.
Le tolsero la benda dagli occhi e la condussero all'interno di un grande salone, circondato da alti spalti in legno.
La legarono ad un palo al centro della stanza e poi la lasciarono lì, in attesa che tutti gli spettatori entrassero nell'aula del tribunale.
Erano presenti i comandanti dei tre corpi dell'esercito, accompagnati da due capitani ciascuno, alcuni membri della camera di commercio e i parroci del culto delle mura.
Il re e i suoi consiglieri non c'erano ma al loro posto la sentenza sarebbe stata tenuta dal comandante supremo, Dallis Zakhary, che prese posto dietro la scrivania rialzata e chiese subito silenzio in aula.
Ad Erwin non poté sfuggire il tremore del corpo di T/n, immobile al centro della stanza, e i numerosi lividi presenti sulla sua pelle.
Il magone gli prese lo stomaco.
Ebbe l'istinto di correre verso da lei, tremendamente in colpa per la sua situazione, ma una mano lo prese per la manica.
Voltandosi incontrò lo sguardo serio di Hanji.
Era raro non vederla divertita o spensierata, quel giorno era sul pezzo e non sembrava intenzionata a dare corda a nessuno.
"Bene..." Comincio Dallis e al suono della sua voce T/n cercò di alzare leggermente il capo ma la sua chioma spettinata e sporca non permise ad Erwin di vedere i suoi occhi c/o.
"Siamo qui riuniti oggi per parlare di una questione molto importante. Faccio un breve sunto della della situazione di modo che ognuno di voi possa averla ben presente."
E il giudice fece una pausa per schiarirsi la voce: "Di recente mi sono stati riportati alcuni avvenimenti riguardanti il qui presente soggetto T/n, abitante originario della città sotterranea e recluta del corpo di ricerca da parte del capitano Erwin Smith.
Questi avvenimenti conducono ad una stretta parentela con un altro soggetto a capo della rivolta di 45 anni fa contro il castello di Mitras. Per la salvaguardia di tutti siamo qui riuniti per giudicare in nome del Re delle Mura il destino di questa cadetta."
Fece un'altra breve pausa poi riprese: "45 anni fa un gruppo di usurpatori composto da una ventina di individui fece irruzione al palazzo di Mitras con l'intento di prenderne il potere e spodestare il Re. Queste sono informazioni che vengono direttamente dal nostro sovrano. Tra di loro c'erano tra individui che sembrassero guidare il resto del gruppo. Due donne e un uomo. La loro insurrezione durò due giorni soltanto e poi la gendarmeria del Re li uccise tutti. O almeno questo è quello che si dice ma in realtà quei tre individui che guidavano il gruppo sparirono nel nulla. Un anno dopo una donna venne uccisa e fu identificata come ex membro di quella banda così come l'uomo ma quest'ultimo prima di morire parlò sotto minaccia riguardo il nascondiglio dell'ultimo loro compagno. Ma quella donna non fu mai più trovata. Si nascose nella città sotterranea ma nessuno avrebbe mai saputo dire dove e chi fosse tra loro. Il solo fatto che fosse relegata sotto terra destò il nostro Re da ulteriori ricerche e concordò con i propri consiglieri che la sua vita passata nella città sotterranea fino alla morte fosse la punizione giusta. Ma ora... Si pensa che questa ragazza, T/n, sia venuta fin qui per concludere ciò che era stato iniziato. Si pensa che questa ragazza sia figlia di quella rivoluzione e che ogni sua disobbedienza sia stata commessa con il fine ultimo di protrarre ad oltranza il folle piano di sua madre. Ora vorrei sentire le tue parole, T/n. Cos'hai in merito da aggiungere?"
"Da aggiungere?" Chiese T/n con un filo di voce, facendo tintinnare leggermente le catene ai polsi.
Il rumore si sparse per tutta l'aula nel silenzio assoluto degli spettatori.
"Cosa potrei mai aggiungere, giudice? Io non l'ho mai nemmeno conosciuta, si può dire così..."
"Questo quadro lo riconosci?" Dallis la interruppe mostrando a tutti il ritratto della donna con la tela strappata.
Dei mormorii si diffusero tra le tribune di tutta l'aula finché il giudice non richiamò di nuovo tutti al silenzio per permettere a T/n di parlare.
Di nuovo la ragazza parlò con il suo filo di voce: "Certo... Certo che lo riconosco. È mia madre."
"Tu sapevi che lavorava al castello del Re?" Chiese Dallis ma la ragazza scosse il capo.
"Sapevi che aveva già condotto una vita all'esterno della città sotterranea?" Ma T/n scosse di nuovo la testa.
"Sapevi che era un'abile guerriera ai servigi del Re? Conoscevi il suo cognome?"
"Non ho mai saputo niente. Ve l'ho già detto... Si può dire non la conoscessi."
"Ebbene allora è giusto che tu lo sappia. Tua madre era tutte queste cose e il suo cognome era Ackerman. È stata ricercata e condannata a morte e poi cambiato con l'esilio." Dallis tirò fuori dalla sua borsa un involucro e subito dopo, tra le sue mani guantate, comparve la spada.
T/n la guardò attentamente ma non disse alcuna parole e nel suo volto imperturbabile non si percepì alcun segno di stupore.
Continuò ad osservarla anche quando il giudice riprese parola: "E questa dove l'hai trovata?"
"Anni dopo sotto le macerie di casa mia. Nella città sotterranea."
"Sai che cos'è?"
Ancora una volta la ragazza non rispose e si limitò a scuotere lentamente il capo.
"Questa spada apparteneva alla guardia del Re delle Mura, il più fidato e vicino servitore del Re. Tua madre la rubò al suo stesso padre e scatenò la rivolta."
La ragazza guardò negli occhi Dallis e poi parlò: "Se intende alludere che io abbia tenuto la spada sotto casa si sbaglia. Io non cercavo nessuna spada. Lei ha trovato me... Ma alla luce dei fatti non mi ci sono mica affezionata. Dubito riuscirete a farmi implorare di restituirmela. Fatene ciò che volete."
"Questo non sei certo tu a deciderlo!" Sbraitò una voce alla destra di T/n; un vecchio emissario del Credo delle Mura.
"Silenzio! A dopo i commenti!" Alzò la voce il comandante supremo, battendo tre volte sulla scrivania.
"Bene, ora che la tua identità è venuta alla luce hai qualcosa da aggiungere al riguardo?" Chiese infine.
"Ancora... Da aggiungere..." La ragazza abbassò il volto e lo sguardo si incupì: "Ho visto mia madre fare cose brutte... L'ho visto perché la spada di cui siete in possesso me li ha mostrati. E io non ho nulla da ridire o, come dite voi, da aggiungere. Però... So anche che mia madre non era solo questo. Mi ha cresciuta in un mondo dove non c'era niente e mi ha dato tutto. Ha avuto il coraggio di crescere due figli in un luogo ostile, dove nessuno poteva fidarsi l'uno dell'altro. Ha provato a rifarsi una vita... Io la capisco. Voi mi state chiedendo se io conoscessi davvero questa donna... Ma vi siete mai chiesti cosa ha portato questa donna a fare delle determinate scelte? Non sto difendendo ciò che ha fatto. Sto solo dicendo che invece io me lo sono chiesta. Che cosa ha portato mia madre a ribellarsi in questo modo? Forse perché non era d'accordo con le idee del Re... Forse perché non le andava bene vivere in quel modo e a quanto sappiamo non possiamo negare che non ci siano stati altri a pensarla allo stesso modo... Altrimenti il gruppo non si sarebbe formato. In un modo o nell'altro quelle persone non erano d'accordo con le decisioni di Mitras e hanno voluto far sentire la loro voce in un altro modo. Io non sono più in grado di chiedere nulla a mia madre e se me la ritrovassi davanti adesso credo non riuscirei nemmeno a guardarla in volto. Per ciò che fece sia a me, a mio fratello e a mio padre... E sia per aver stroncato senza pietà tante vite. Quindi no... Non ho niente da aggiungere."
Ancora la sala si riempì di mormorii.
Nella voce di T/n non c'era alcuna inflessione di qualche emozione.
Il suo animo era spento e confuso, tanto da rimanere impassibile di fronte ad una sua possibile morte prematura.
Stava guardando in faccia il suo destino.
"Allora direi di passare ai commenti dei vari corpi e poi al verdetto finale." Sentenziò infine Dallis.

4chiacchiere in compagnia:
Capitolo un po' lungo ma spero che sia comunque abbastanza scorrevole.
T/n fino ad adesso è sempre stata una sfigata, come mi avete scritto voi nei commenti, ahahahah.
Ma vedrete che da adesso in poi andrà molto meglio, soprattutto con Erwin.
Vi chiedo perdono se la storia è più lunga di quanto pensaste nell'arrivare al momento cruciale ma ho pensato che, per il finale che ho dato, fosse quasi necessario.
Ci sentiamo nel prossimo capitolo!
😘 SilverANBU

Ovunque Tu Sarai (Erwin X Reader)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora