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Lui era visibilmente terrorizzato e ogni parte del suo corpo cominciò a tremare dalla paura.
La ragazza, dal canto suo, alla vista del volto dell'uomo si riprese immediatamente.
Con ancora il fucile spianato parlò: "Tu sapresti dirmi dov'è Kenjiro?"
La domanda che uscì dalle sue labbra aveva un tono calmo ma allo stesso tempo il suo viso portava solo odio.
Il capo della banda non rispose, sembrava che qualcuno gli avesse tolto la facoltà di parola.
Non poteva credere che dopo tanti anni di ricerche se la sarebbe ritrovata di fronte ma questa volta la sua immagine assomigliava di più a quella della madre.
Vide il riflesso di quella donna in quella giovane ragazza, gli stessi occhi intrisi di odio.
Non sarebbe stato facile uscire da quella situazione adesso, poteva sperare soltanto nella stupidità dei suoi compagni di squadra nel venire a cercarla.
O almeno così sperava che facessero.
"Allora?" Ripeté lei: "dov'è Kenjiro?"
Con calma tolse la mira della canna del fucile da Eros e si rimise l'arma a tracolla.
Si inginocchiò di fronte a lui e tornò a guardarlo negli occhi, quello sguardo perforante che difficilmente uno può dimenticare.
"Io lo so dov'è..." quasi sussurrò con disprezzo: "è sotto terra... e non mi sembra corretto che chi ce l'ha mandato poi non lo accompagni."
Eros sentì gelarsi il sangue nelle vene e sapeva che la sua fine era vicina.
In tutto quel tempo aveva fallito, non aveva più ritrovato quella ragazzina che avrebbe potuto uccidere prima, non aveva trovato quello che Lobov gli aveva chiesto.
Se ci fosse riuscito a quest'ora sarebbe stato ad uno di quei lussuosi salottini sulla superficie, circondato da donne e ricchezze.
Oro e argento, donne e potere.
E invece era caduto ancora più in basso...
Provava vergogna e un profondo disonore verso sé stesso, tanto da desiderare di più la morte che una vita vissuta nella povertà e disperazione in quel pozzo lurido.
"Aah giusto!" Esclamò d'un tratto la ragazza ancora inginocchiata di fronte a lui: "tempo fa mi chiedeste in modo molto garbato se conoscessi l'ubicazione di una spada."
Lo disse con un tono da scolaretta, come per chiedere una domanda ad un professore. Innocente.
Con una mano si sfilò il fagotto che portava sulle spalle e ne estrasse delicatamente il contenuto.
Una lama argentea in metallo rifletté le luci delle lanterne appese alle abitazioni e subito dopo la comparsa di un manico violastro, scintillante e a forma di ali, fece fare il definitivo tuffo al cuore a Eros.
La spada ricamava anche tre simboli... non era una copia... era proprio lei.
La sua lucentezza splendere nei suoi occhi neri, la potenza che emanava attirava chiunque ad essa.
"Intendevi questa?" Chiese nuovamente con aria innocente.
Lui restò senza fiato e ancora una volta gli mancarono le parole per descrivere quella meraviglia e quella devastante sconfitta che stava subendo.
Inconsciamente cercò di allungare la mano verso quell'immenso potere mentre sul volto di T/n cominciò a disegnarsi un sorriso beffardo intriso di malvagità.
Prima che l'uomo potesse raggiungere la spada la sottrasse e la rimise nel fagotto sulla schiena.
Lo sguardo della ragazza si soffermò per un istante sulla giacca lurida che l'uomo indossava e le sovvenne un'idea ancora migliore.
"Che ne dici se facciamo un accordo?" Disse infine mentre l'espressione terrorizzata tornava a caratterizzare il volto dell'uomo a terra.
Una parte di sé si domandava come fosse possibile che lei potesse causare tutta quella paura in una persona. Era davvero di lei che Eros aveva paura?
Era una sensazione strana, che non le apparteneva, e allo stesso tempo la compiaceva.
Ma non si soffermò troppo a pensare, doveva fare ciò che andava fatto.
Non avrebbe potuto permettersi di ripetere un'altra volta lo stesso errore.
Allungò una mano verso il suo taschino della giacca e ne estrasse una matita mentre lui non cercava nemmeno di sottrarsi.
Lei le si mise a giocherellare con la matita, facendosela passare tra le sue dita e attendendo qualche secondo prima di formulare il suo piano.
"Ora ti espongo il mio accordo. Tu dovresti esserne esperto dopotutto, vedrai che lo troverai piuttosto vantaggioso." Disse facendo passare un dito sulla punta della matita controllando quanto fosse appuntita.
"Se mi presterai la tua matita sarai libero di sfidarmi con una qualsiasi arma e con qualsiasi aiuto riterrai necessario. Se riuscirai a sfuggirmi sarai libero, se ti prenderò sarai morto... e stanne certo che la tua morta sarà molto lenta e dolorosa. Cosa ne dici?"
"Tsh... se non accetto cosa farai?" Chiese inutilmente il capo con un groppo alla gola.
T/n fece spallucce e con tono ovvio rispose: "Morirai e basta. Ti sto offendo l'occasione di sopravvivere, dovresti essermi grata."
Lei sospirò fingendosi rammaricata del fatto che Eros non comprendesse quanto era stata magnanime nel proporgli quell'accordo.
"A me sembra una cosa molto equa, anche rispetto di quello che tu e i tuoi amici avevate riservato a mio fratello."
"Sei davvero una pazza senza possibilità di redenzione..." sussurrò forte lui a causa della mancata voce.
"Mmm? Senza redenzione, dici? Ahah! Mai quanto te, direi."
Dentro di sé la ragazza sentiva la rabbia montare sempre di più e sapeva meglio di chiunque altro che l'unica ragione di quella sua proposta era di vendicarsi nel modo peggiore possibile.
Lei si sfilò il fucile e glielo lanciò a terra, attorno a sé all'interno delle case, riuscì a distinguere chiaramente alcuni scricchiolii.
C'era qualcuno. E non erano in pochi.
Si rimise in piedi attendendo qualche istante: "Forza, combattiamo. Ti dò ben 10 secondi di tempo per alzarti da lì e fare ciò che credi."
Eros rimase in mobile finché il primo secondo venne scandito dalle labbra della ragazza.
"Uno... Due..."
L'uomo si alzò da terra, zoppicando ancora vistosamente, e raccolse il fucile per poi correre via lungo la via, lasciando in piedi dietro di sé la ragazza.
"Uccidetela!!" Ordinò ad alta voce, quasi urlando con tutto il fiato che gli era rimasto.
I colpi di sparo cominciarono a vibrare nell'aria cercando di colpire la ragazza e molti uomini uscirono dai loro nascondigli.
T/n sentì di nuovo quel brivido lungo la schiena e un'ira potentissima cominciò ad invaderla dandole nuova energia.
Schivò ogni singolo colpo, affrontando i sicari con solo un'arma tra le mani.
Il sicario più vicino non ebbe il tempo nemmeno di ricaricare prima che la matita trapassasse la sua gola, morendo a terra.
T/n si precipitò sulla sua prossima vittima, che prese per i capelli mollando un altro gancio con la matita in bocca, tramortendolo ma senza ucciderlo.
Con il corpo di lui si parò prontamente dai colpi degli altri due uomini alle sue spalle che poco dopo dovettero fermarsi per ricaricare.
Lei saltò addosso ad uno di loro immobilizzandolo a terra con delle mosse di arte marziale e si allungò per colpire con la sua matita il piede del sicario.
Un colpo di quelli gli trapassò il sottile strato di pelle dello stivare logoro e lui urlò tirando il piede a sé quando lei sfilò l'arma.
Senza aspettare oltre la piantò tre volte nel collo del sicario che invece teneva ancora bloccato a terra.
Non ebbe nemmeno i tempo di urlare che il suo sangue si sparse a terra mischiandosi con quello degli altri suoi compagni.
Fu a quel punto che tutti gli altri spari si fermarono e tanti passi affrettati si allontanavano velocemente.
Restava soltanto un sicario a quel punto.
Era più robusto e alto degli altri e, quando si trovarono faccia a faccia, T/n cercò di parare i suoi pugni finendo a terra.
I suoi colpi risuonavano ancora nella sua mente e il dolore pulsava sulla sua pelle ma la sua rabbia era più forte.
Si rialzò immediatamente e con un calcio ben assestato lo colpì alla spalla.
Lo fece barcollare un po' ma nulla di più. Era davvero forte.
Quando lui riprese ad attaccare, sentì ogni suo colpo per poi essere sollevata e scaraventata attraverso una finestra.
Il vetro si ruppe in mille pezzi e i vetri la tagliarono come tantissime lame urticanti.
Era l'interno di una vecchia taverna dove alcuni uomini stavano serenamente bevendo e cantando.
I presenti terrorizzati si rifugiarono in un angolo e osservarono atterriti ciò che stava accadendo.
T/n si rialzò immediatamente ma l'uomo le era già addosso e la costrinse con la sua grossa mano e rimanere bloccata a terra dov'era.
La sua voce la raggiunse, forte e chiara: "Avrei dovuto ucciderti io fin dall'inizio. Nemmeno potevo affidare degli stupidi bambini a quei due deficienti."
La ragazza tentò di parlare ma la pressione sul suo viso contro il pavimento la lasciò senza fiato.
"Allora credo che ti ucciderò come ho fatto con tua madre." Dichiarò lui infine.
T/n non poteva credere a quelle parole.
Quell'uomo aveva ucciso sua madre e non aveva alcun timore nel dichiararlo apertamente.
Un'ondata di rabbia la travolse e cercò con tutta sé stessa di liberarsi da quella morsa di ferro.
Riuscì a liberarsi della mano con la matita e, con un colpo ben assestato, la sentì trapassare il tessuto dei vestiti e un liquido caldo cominciò a colare sulle sue dita.
L'uomo si sottrasse del tutto, lasciandola libera per un istante, e lei non perse un attimo a rimettersi in piedi.
"Lurida stronza..." Disse l'uomo cercando di fermare l'emorragia sul suo fianco.
Aveva capelli scuri e un paio di occhi verdi.
"Così hai ucciso mia madre..." Disse infine la ragazza.
"Non sai da quanto tempo aspettavo quel momento." Rispose beffardo l'energumeno.
"E tu non sai da quanto tempo io attendevo questo momento." E con un feroce scatto in avanti cercò di prendere alla sprovvista l'uomo.
Lui parò ogni suo colpo, facendola indietreggiare verso il bancone del bar.
Con una capriola si nascose dietro e prese delle bottiglie che scaraventò subito dopo al sicario.
La ferita sul fianco gli cominciò a bruciare e T/n approfittò di quell'istante di distrazione per colpirlo alla nuca.
L'uomo barcollò, rialzandosi lo prese per i capelli costringendolo a muovere qualche passo in direzione del tavolino della taverna.
Lo costrinse a poggiare la testa di lato sulla superficie del tavolo e due secondi dopo lei le aveva già piantato la matita all'interno dell'orecchio, spingendola fino in fondo.
Il corpo del sicario cadde a terra, senza vita e lei si diresse verso il suo capo.
Doveva assolutamente ritrovarlo.Erwin si poteva definire soddisfatto per aver completato la missione e aver catturato i tre individui bersaglio.
Un ragazzo dai capelli corvini e occhi di ghiaccio.
Una ragazzina dai capelli rossi e un altro ragazzo biondo.
Sembrava che il corvino avesse una grande influenza sugli altri due e immobilizzare lui era stata una vera impresa ma ora era tutto sistemato.
Il suo obiettivo era raggiunto ma ancora T/n non si era fatta viva.
Cosa avrebbe dovuto fare adesso?
Ad un tratto un rumore di spari lo raggiunse forte e chiaro, provenire da qualche via più in là di dove si trovava.
Avvisò Mike di recarsi all'uscita della città mentre lui avrebbe prima fatto una cosa.T/n lo teneva immobile, la spada dal filo d'argento che gli premeva contro il collo.
Il sottile strato di pelle già perdeva qualche goccia di sangue.
Eros parlò di nuovo, sembrava avesse ritrovato un po' della sua voce.
"Tu sei la figlia del demonio!! Tu non avresti dovuto vivere fino ad adesso!! Avresti dovuto morire qua!"
T/n non si mosse da dov'era.
"Tu lo sai quello che ha fatto?!!" L'uomo non smise di gridare.
"Quel tuo lurido bastardo di un fratello si è liberato dei miei uomini con una matita! Una cazzo... di matita! E adesso anche tu!!"
T/n invece non sembrava affatto scossa dalla notizia anzi, guardava in vuoto con sguardo attonito e perso, sembrava non provasse più nulla.
L'uomo era terrorizzato, poteva sentire i suoi brividi attraverso i vestiti.
Un taglio netto alla gola gli fece esalare i suoi ultimi respiri soffocati dal sangue e poi tutto finì.
Il fucile con cui aveva provato a spararle era a terra in una pozza di sangue.
Dopo di ché non provò più nulla.
Né rabbia, né soddisfazione e nemmeno paura.
A cosa era servito allora tutto quello che aveva appena fatto?
Finché un senso di angoscia non la soppresse.4chiacchere in compagnia:
A volte quando scrivo certi capitoli come questo mi chiedo quanto posso spingermi in là nelle descrizioni.
Io avviso sempre prima voi lettori ma ho timore che a volte non vi aspettate questa crudeltà e che vi faccia restare male.
Si tratta anche un po' di una scommessa quando si scrivono certe cose. Può andare bene come può andare male.
Spero nel complesso che non vi sia dispiaciuto come capitolo. Nel caso sicuramente vedrò di sistemarlo.
Ci sentiamo domani per un nuovo capitolo.
😘 SilverANBU
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Ovunque Tu Sarai (Erwin X Reader)
FanfictionT/n è una bambina che vive assieme alla sua famiglia nella città sotterranea, dalla quale poi riuscirà a fuggire. Aiutata da un capitano della legione esplorativa e ad un oggetto misterioso si unisce alle fila dei cadetti e combatterà sotto il simbo...