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"Quando trovai questa spada per la prima volta mi chiesi perché un oggetto tanto bello quanto letale si trovasse lì, sotto casa mia. Mi ricordo che parecchie volte nell'arco della mia vita mi fermai, mi accovacciai, la guardai e mi misi a pensare. Non so da quanto tempo era stata creata. Cento anni. Duecento? Nessuno lo sa con certezza. Ma mi misi a pensare soprattutto alla persona che l'aveva creata. L'umanità non aveva mai avuto periodi di pace particolarmente lunghi, a quanto ne sapevo io. Più tardi mi misi a fare delle ricerche e scoprii che di periodi di pace non ne ha avuto proprio nessuno. Ma quella persona si era messa lì, in quel posto sperduto, e ha forgiato questa spada che sarebbe potuta durare diecimila anni. Perché? In cosa credeva quella persona? Di certo non credeva che non sarebbe mai cambiato nulla. Uno potrebbe anche pensare questo. Ma secondo me non poteva essere così ingenua. Ci ho riflettuto tanto. Ci riflettei anche dopo l'incontro con mia madre e ve lo dico, secondo me quella spada non si spezzerà mai del tutto. Ci vuole ben altro per spezzarla, ve lo assicuro. E allora penso a quel tizio o tizia intento a fabbricarla e l'unica cosa che mi viene da pensare è che quello aveva una sorta di promessa dentro il cuore. Riesco a sentirla adesso quando tocco la superficie della spada. Io non ho certo intenzione di preservarla, date le mie azioni, ma mi piacerebbe essere capace di fare quel tipo di promessa. È la cosa che mi sarebbe piaciuta più di tutte.
Mi sarebbe piaciuto. Si. Parlare ad Erwin di tutto questo e di questa promessa che lui ha sempre rappresentato per me.
Volevo sentirlo dire che non si sarebbe arreso, avrei voluto che me lo giurasse prima di tutto questo.
Ma non ho potuto sentire la sua voce e probabilmente io sarei venuta meno a questo compito semplicemente guardandolo negli occhi. Chissà cosa starà pensando in questo momento?
Non voglio si disperi per me. Io farò la cosa giusta e lui dovrà andare avanti senza di me, senza rimpianti.
Ovunque lui andrà io sarò con lui.
Sempre e per sempre.
Due cuori e due anime uniti dall'amore che guardano oltre il tempo e lo spazio.
Come ha fatto mia madre.
Non credo di odiarla più per ciò che ha fatto.
In questo metallo freddo posso comprendere adesso la sua preoccupazione e il suo dolore.
E poi c'è il fatto che non ho parlato molto di mio padre e non so se in tutta la mia vita gli ho mai reso giustizia. Dopo che è morto ho fatto due sogni su di lui, solo ora riesco a ricordare. Il primo era semplice, lo incontravo nella città sotterranea e lui mi regalava quel libro che tanto ho amato sugli animali. Nel secondo invece attraversavamo un passo in mezzo alle montagne. Faceva freddo e a terra c'era la neve, l'unica neve che io abbia mai visto nella vita è stata in quel sogno. Me l'ero cercata di immaginare al meglio. Lui mi superava col il suo cavallo e andava avanti. Senza dire una parola. Continuava ad avanzare, avvolto in una coperta e teneva la testa bassa, e quando mi passò davanti mi accorsi che aveva in mano una lanterna, dello stesso colore della luna. E nel sogno sapevo che stava andando avanti per accendere un fuoco da qualche parte in mezzo a tutto quel buio e freddo. E che quando ci sarei arrivata lo avrei trovato lì ad aspettarmi. E poi mi sono svegliata."Si sentiva sfinita mentre il potere della spada la stava sovrastando ma non smise di combattere.
Aveva ancora la sua lucidità mentale e, dopo che ebbe eliminato 5 o 6 giganti, i suoi occhi videro qualcosa che mai si era sognata di vedere.
Era un gigante totalmente diverso da quelli che aveva visto fino a quel momento. Si spostava a 4 zampe e sembrava che fosse anche particolarmente abile nel farlo. Oltre a spostarsi accucciato, aveva anche un muso lungo e una bocca che somigliava molto a quella di un coccodrillo. E come se non bastasse, sulla schiena portava una specie di cesta, come se fosse la sella di un cavallo, e quel dettaglio stranì ancora di più T/n.
Da dove era saltato fuori? Che gigante era mai quello?
Con sua sorpresa, quando lei si fece avanti per affrontarlo, lui schivò tutti i suoi attacchi.
T/n non poteva essere più scioccata di così. Quel gigante era cosciente. Non aveva più alcun dubbio dopo che di nuovo schivò la sua mossa.
Quando fu il suo momento di attaccare però, T/n lo sorprese con una velocità fulminea e la lama della sua spada penetrò a fondo nel braccio del gigante, provocandone la separazione dal resto del corpo.
T/n aveva pensato giusto.
Se quel gigante si spostava su 4 zampe la prima cosa su cui doveva concentrarsi erano proprio quelle. Una volta azzoppato sarebbe stato più semplice eppure quel gigante leggeva ancora le sue mosse.
Mancava solo che si mettesse a parlare e lei sarebbe svenuta solo per la sorpresa che le avrebbe provocato.
T/n non si fece scrupoli come se li sarebbe fatti Hanji, e attaccò con fermezza quello strano gigante prestando molta attenzione ai suoi attacchi. Quando l'ebbe azzoppato totalmente la lama squarciò la schiena che era rimasta esposta, tagliando anche parte di quella bizzarra sella. Era pronta per dare il colpo di grazia quando un rombo alle sue spalle le fece perdere la concentrazione.
Un fulmine luminoso attraversò il cielo per un istante e dalla sua luce scaturì una creatura ancora peggiore di quella che aveva affrontato fino a quel momento.
La creatura urlò e tutti gli altri giganti nelle vicinanze accorsero ad attaccare T/n.
Nella paura, la giovane donna non si fece scoraggiare. Affrontò quei bestioni uno ad uno e, quando ebbe l'occasione, si avvicinò alla creatura che era sorta a pochi metri da lei. Quando la raggiunse il suo sguardo si incrociò con quello di una sottospecie di scimmia. Il volto, la struttura e il fatto che fosse ricoperto da un lungo e folto pelo marroncino faceva di lui una bestia in tutto e per tutto.
Sembrava che quel gigante fosse sorpreso che lei fosse ancora in vita ma T/n sentiva le sue energie affievolirsi.
Non sapeva da quanto tempo stesse continuando a combattere da sola e anche le bombole stavano esalando gli ultimi sbuffi di gas.
Si sentiva il fiatone e i muscoli intorpidirsi e, quando la mano di quel gigante si avvicinò, la prese senza troppe difficoltà.
Fu dopo qualche secondo che T/n decise di sfruttare la sua ultima occasione.
Avrebbe vinto o avrebbe perso, non c'erano alternative.
Sfruttò tutto il gas rimanente nelle bombole e si liberò della presa del gigante scimmiesco, amputandogli tutte le dita.
Con uno scatto feroce agganciò i rampini al collo della bestia e sfruttò gli ultimi spifferi delle bombole per girarsi e caricare verso la sua nuca.
La situazione si stava facendo via via più complicata e pericolosa che T/n cominciava ad avere seriamente paura.
Ma non si tirò di certo indietro.
Andare avanti è l'unica cosa che uno può fare, qualsiasi situazione si stesse vivendo.
In tutta la sua vita aveva imparato a guardare i suoi obiettivi e a puntare dritto a loro ma questa volta non era così.
Per la prima volta i suoi occhi videro soltanto quello che le stava di fronte.
Forse proprio perché oltre la sua storia sarebbe terminata.
La spada si stava illuminando con più intensità e la sua energia cominciò ad invaderla così nel profondo che non poteva sentire più nulla del suo pensiero.
Essa era completamente schiacciata da quella forza così potente e misteriosa allo stesso tempo.
All'improvviso una serie di immagini le invase la mente e, come se qualcuno glielo avesse suggerito, T/n sapeva che stava vedendo il futuro.
Di colpo capì ogni cosa e si rilassò.
L'attacco che stava per scagliare a quel gigante sapeva già che non sarebbe bastato ad ucciderlo.
Lo aveva appena visto attraverso i sentieri degli eldiani ma di sicuro lo avrebbe messo in disparte per un po'.
Non avrebbe mai pensato che esisteva una vita come la loro all'esterno delle mura, al di là del mare.
Altre vite umane, una società corrotta che però si era sviluppata ed espansa per tutti il globo.
Al contrario degli abitanti delle mura però quelle persone bramavano la distruzione dell'isola perché li consideravano tutti demoni.
'Quanta crudeltà a questo mondo...' pensò a malincuore.
Un istante dopo scagliò il suo colpo alla collottola del gigante bestia che stava ultimando il suo indurimento proprio in quel punto del corpo.
Era una superficie che somigliava al cristallo o ad uno strato di ghiaccio ma, con ogni probabilità, 100 volte più resistente.
La lama penetrò in quello strato indurito e provocò una profonda ferita dalla quale schizzò del sangue.
Ma anche la lama si spezzò, ogni frammento si sparse in aria e T/n si liberò finalmente di quel peso insopportabile che quell'arma la stava opprimendo.
Si sentì così svuotata e incapace di reagire, lasciandosi cadere a terra.
L'impatto le spezzò le gambe e molte costole mentre la vista le si annebbiò.
Quel gigante, dalle sembianze scimmiesche, si chinò su di lei e la osservò per qualche istante. Poi guardò l'altro gigante, suo compagno, che era rimasto a terra sfinito e in fin di vita.
"C'è mancato poco che la uccidessi." Disse la bestia, riferendosi al proprio compagno: "Ho fatto male a sottovalutarti."
A T/n parve che il gigante le stasse parlando.
Era una voce molto profonda ma lei riuscì a captare solo qualche lettera o parola.
Sentiva lentamente la vita lasciarla e guardava con gli occhi semichiusi quel gigante che la sovrastava.
Il suo ultimo pensiero fu per Erwin, il suo dolce viso la stava osservando rivolgendole quel suo sorriso così incredibilmente luminoso.
"Tanto meglio tu sia morta."
Le parve che il gigante le disse ancora qualcosa ma lei non poté recepire nulla.
Dopo di ché, il gigante si alzò e se ne andò.
Era una giornata soleggiata, gli uccellini cantavano allegramente tra le fronde degli alberi e la vita sarebbe continuata ad esistere ancora per molto a lungo.
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Ovunque Tu Sarai (Erwin X Reader)
FanficT/n è una bambina che vive assieme alla sua famiglia nella città sotterranea, dalla quale poi riuscirà a fuggire. Aiutata da un capitano della legione esplorativa e ad un oggetto misterioso si unisce alle fila dei cadetti e combatterà sotto il simbo...