33. Redenzione

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"Comandante del corpo di guarnigione, Doc Pixis. Vorremmo sentire per primo la sua opinione." Dallis Zakhary si rivolse al vecchio comandante che rimase fermo a riflettere prima di parlare.
"Ci sono dei casi cui molti ideali si tramandano da generazione in generazione all'interno della stessa famiglia. Non ci sono dubbi che la madre non sia stata uno stinco di santo, come si suol dire. Ma non posso di certo dire che questa ragazza stesse seguendo le sue idee. Il caso fortuito che vuole che lei abbia trovato quella famosa spada non vuole dire che ne è stata influenzata tanto da proseguire nelle idee di sua madre. Ha sempre messo tutta se stessa per arrivare dov'è e ha potenziale e coraggio da vendere. Ha salvato molti uomini nel corpo di ricerca, nessuno può negarlo.
Lei si è solo ritrovata davanti una verità piuttosto scomoda da digerire e invito chiunque sia presente in questa stanza che possiade un briciolo di empatia a mettersi nei suoi panni e a chiedersi cosa avrebbe fatto al suo posto. Quindi trattandosi, per conto mio, di una brava persona non vedo il motivo di doverla condannare ingiustamente." Pixis terminò il suo discorso mentre incrociò gli occhi con T/n.
Dopo qualche secondo fu lei a parlare: "Brava persona, dice? Non sono stata sempre così. È giusto che voi mi giudichiate anche per le volte in cui non sono stata una brava persona."
'perché... Perché ti stai tirando la zappa sui piedi?' questo pensiero stava tormentando Erwin che sperava che T/n smettesse di dire quelle idiozie o sarebbe stato ancora più difficile cercare di tirarla fuori da lì.
"Ho già preso tutto in considerazione." Rispose il comandante del corpo di guarnigione.
"Bene. Comandate della gendarmeria, Neil Doak. Lei cosa ne pensa?"
"Penso che la ragazza sia un soggetto molto pericoloso. Ha più volte deciso di non sottostare alle regole e alla legge. Ha pianificato fughe non so quante volte e ha rivolto le sie armi contro vari membri della gendarmeria. Nessuno ha mai risposto per i suoi crimini e ha ucciso parecchi uomini sia in superficie che nella città sotterranea. Noi non accettiamo persone del genere tra queste mura e quindi proporremmo un'esecuzione esemplare."
"La ragazza non ha mai ucciso nessuno in superficie. Semmai siete voi che ve la siete fatta scappare." Hanji intervenne con aria fredda e seria, guardando dritto negli occhi Neil.
"Quella è una squilibrata. Chi ci dice che una volta rilasciata non metta in atto il suo vero piano?"
A quel punto T/n, che fino a quel momento aveva tenuto lo sguardo basso, alzò leggermente il viso per poter scrutare attentamente il volto del comandante della gendarmeria.
Aveva capelli neri e un particolare pizzetto, ma il suo sguardo era gelido e allo stesso tempo adirato.
Poco dopo volse la sua attenzione a T/n guardandola con disprezzo: "Non mi guardare così, cane rognoso!"
Ma T/n non cedette al suo sguardo e continuò a fissarlo nei suoi occhi marroni.
Era la stessa persona che quella sera era venuta per prenderla e portarla lì, solo adesso ne riconosceva alcuni tratti e la voce.
"Lei è una criminale in tutte e per tutto come sua madre. Non permetterò che ne esca impunita da qui." Esortì infine Neil.
"Basta così. Abbiamo compreso le sue idee, comandante. Mi rivolgo ora al comandante Keith Shadis, del corpo di ricerca." E Dallis diede la parola al prossimo.
"Sono stato io ad informarvi dei possibili sospetti riguardo T/n e non ho intenzione di negarlo. I dubbi che lei possa essere portata fuori strada da quella spada albergano da un po' di tempo nella mia mente e non mento dicendovi che sono preoccupato tanto quanto voi. Il mio intento fin dall'inizio però è sempre stato quello di discutere riguardo quella spada e non se portare o meno T/n ad una condanna. Ma ormai siamo arrivati a questo punto e qualunque cosa accada alla mia sottoposta me ne assumerò piena responsabilità come è stato per ogni sua azione in precedenza.
Non nego nemmeno il fatto che la cadetta non abbia un animo da ribelle e particolarmente audace ma non lo ritengo un punto a sfavore. Il corpo di ricerca ha sempre avuto bisogno di persone del genere e farei un torto a tutti i miei compagni se così non fosse. Inoltre volevo che il mio capitano prendesse per un secondo la parola. Prego Erwin." Shadis terminò il suo discorso.
"Volevo fare una piccola parentesi in merito a quanto accaduto il giorno in cui ho deciso di reclutare T/n. Terrei a precisare che non è stato nessuno per nessun morivo al mondo ad obbligarmi ad aiutarla... E siccome ero solo di passaggio non sarebbe stato nemmeno un mio problema. Ma l'ho salvata perché in lei ho visto chiaramente quella volontà ferrea di inseguire la vita cui non si vedeva da molto tempo ormai. E ho pensato che se avesse imparato bene a combattere sarebbe stata in grado di infondere quello spirito anche nei suoi futuri compagni. Il corpo di ricerca ha bisogno di persone coraggiose, di persone che cercano e combattono per la libertà che a tutti noi spetta. Voi credete davvero che T/n abbia intenzione di proseguire il folle piano fei suoi predecessori? Non c'è nessun segno evidente che lei voglia farlo... non ne sapeva niente."
"Eppure quando è uscita da quella stramaledetta città la spada ce l'aveva!" Sentenziò un membro del Credo delle Mura.
"Non c'entra niente! Non avrebbe dovuto cercare di vivere? Avrebbe dovuto tenere la testa sotto la sabbia per sempre? Adesso rispondetemi! Sfido chiunque a restare lì con le mani in mano di fronte a coloro che hanno ucciso la vostra famiglia. Per di più dimenticate che anche loro servivano Lobov e si da il caso che quest'ultimo non simpatizzi per niente con i nostri corpi militari. Bramava lo scioglimento e la fine del corpo di ricerca e questo non l'avremmo potuto accettare."
"Ahah avresti voluto reclutare anche loro, Erwin. Di la verità! Ormai fai entrare cani e porci." Intervenne Nail con le sue parole ricolme di veleno.
"T/n si è fidata di me. L'ha sempre fatto fin dal principio perché il suo cuore è sincero. E si mette nei guai perché crede che io sia il suo benefattore. Non è una persona pericolosa. Prendetele la spada, quello che volete. Ma toglierle così la vita non ha alcun senso."
"Grazie, capitano Erwin..."
Dei forti colpi di tosse interruppero il giudice e la ragazza si chinò supina a terra.
Si stava sempre più ammalando a contatto con il freddo della stanza e delle segrete che non riuscì più a trattenere la tosse.
"Il Credo delle Mura, da come mi è parso capire, concorda invece con la gendarmeria. Mi sbaglio?" E questa volta il giudice si rivolse ad un gruppetto tutto in ghingheri e vestito con tuniche lunghe fino ai piedi.
Il più anziano di loro parlò: "Con assoluta certezza, giusice Zakhary! Quella ragazza potrebbe rovesciare l'ordine di comando tra queste mura. È certo che non simpatizzi con le idee del sovrano e che rappresenti quindi un vero pericolo. Anche noi vorremmo per un'esecuzione esemplare che demoralizzi anche tutti gli altri criminali che la pensano come lei."
"Se le cose stanno in questo modo serviranno qualche tempo al consiglio per valutare la situazione e dare un giudizio definitivo a questo processo." Disse dubbioso Dallis Zakhary.
"Per il momento la ragazza tornerà nella sua cella e tutti voi partecipanti tornerete alle vostre mansioni. Quando il giudizio sarà dato ne sarete tutti informati via lettera."
Il giudice picchiò tre volte sulla superficie della scrivania: "E con questo la riunione è sospesa! Signori... Vi auguro buona giornata."
Passarono alcuni giorni in cui T/n non fece altro che restarsene immobile all'interno della sua cella.
La temperatura lì era ancora più gelida che al di fuori del palazzo di giustizia ma sembrava che la ragazza si fosse arresa a resistergli.
Mangiava poco e niente sia per pranzo e sia per cena quindi era inutile dire di come il suo corpo ne avesse risentito pesantemente.
Un boccone di pane e dell'acqua e se era fortunata c'era anche una fetta di formaggio insieme.
La paura, la rabbia, la tristezza e tutti quei sentimenti non facevano più parte del suo stato d'animo.
Non provava più nulla e il suo sguardo interiore era rivolto a qualcosa che andava oltre quei giorni di reclusione.
Pensava a come sarebbe stata la sua esecuzione.
Che cosa accadeva dopo? Avrebbe rivisto Kenjiro? Che cosa si provava in quei momenti critici?
Non si dava neppure una risposta.
Erwin l'aveva perdonata?
Anche questa rimaneva senza alcuna risposta.
Finché qualcuno non aprì la porta della sua cella e fu la prima volta che T/n sentì, dopo giorni, qualcuno parlare.
Era il comandante della gendarmeria, con i suoi capelli neri ben pettinati e il suo pizzetto ben curato.
La guardò dall'alto al basso e poi le parlò: "Alzati, non ho intenzione di perdere altro tempo."
Il suo tono era rabbioso ed essendo che la ragazza stava trovando difficoltà a fare un'azione così semplice, la prese per il collo della maglia e la costrinse a sbrigarsi.
Dopo alcuni passi incerti la ragazza cadde nuovamente sul lastricato in pietra e tossì forte rivolta al pavimento.
"Che hai? Muoviti." E un'altra volta la costrinse ad alzarsi con la forza.
Con uno sforzo incredibile seguì lui e la sua scorta formata da due ragazzi che la condussero su per le scale e poi nel corridoio al piano terra.
"Non mi chiedi nemmeno che fine farai?" Chiese sarcastico Neil ma non ricevette al cuna risposta.
I capelli sporchi e spettinati coprivano lo scarno volto della ragazza e non permettevano a nessuno di guardarla.
"Tsh... Insolente che non sei altro..." Neil quasi sputò queste parole.
"Di nuovo salvata da quello stupido di Erwin..." E T/n nel sentire il suo nome si animò leggermente.
"Si, hai capito bene mocciosa... Ma non ti conviene farti strane idee, ahah." Il comandante della gendarmeria le si affiancò e con una punta di malizia le sussurrò: "Erwin va dietro a ben altre donne. Una certa Marie... Oh aspetta... È diventata mia moglie perché lui non è stato in grado di fare niente, ahah. Ma a quanto pare non sembra averla tanto dimenticata."
Arrivarono di fronte alla porta d'ingresso e Neil le sciolse le catene delle mani e dei piedi ma subito dopo le diede un forte spintone verso l'esterno.
Quel gesto inaspettato fece cadere la ragazza dagli scalini fino a finire con il viso sulla nuda pietra.
Subito, però, una mano era pronta ad aiutarla a rialzarsi e poté chiaramente riconoscere il calore di Erwin.
T/n alzò lo sguardo, quasi si mise a piangere quando i loro occhi si incrociarono, ma la voce di Neil che rientrava nel palazzo la raggiunse: "Buona fortuna, T/n... La prossima volta non ti andrà così bene."
Dopo qualche secondo passato farsi investire dai troppi pensieri, la ragazza cercò di rimettersi in piedi da sola.
Era stanca di doversi far aiutare da Erwin.
In silenzio, evitò di prendere le sue mani e si rimise in piedi completamente con le sue forse.
Rivolse un saluto colmo di tristezza al capitano e con fatica si diresse verso gli altri presenti sul carro che li stava attendendo al margine della strada lastricata.
Prima ancora che potesse raggiungerlo si inciampò e cadde ma un'altra volta si rimise in piedi, nel completo silenzio dei suoi spettatori.
Hanji era scesa per andarle in contro ma una mano la afferrò prima ancora che potesse muovere un passo nella sua direzione.
Al posto di Hanji la raggiunse Shadis.
T/n, stremata dalla stanchezza, si lasciò andare in ginocchio e si protese di fronte al comandante.
"Non meritavo la libertà." Sussurrò lei a malapena.
"Perché non dovresti?" Chiese il comandante Shadis.
"Non darò più alcun disturbo, comandante." E rialzandosi mostrò il suo saluto militare.
"Non ci sono parole che io possa dire per ringraziarvi tutti... Ma posso dimostrare di essere una persona migliore."
"Lo sei già..." E Hanji questa volta le si avvicinò sorridendo: "Torniamo indietro."

4chiacchere in compagnia:
Prometto che da adesso in poi niente più sfiga per T/n, ahah.
Ne ha passate di tutti i colori e adesso è ora di darle un po' di giustizia.
Ci sentiamo nel prossimo capitolo!
Bye bye!
😘 SilverANBU

Ovunque Tu Sarai (Erwin X Reader)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora