Erwin non parlò più con nessuno dei suoi sospetti riguardo T/n.
Più che lei, della sua spada.
Riflettendoci a lungo durante le ultime settimane, dove la ragazza sembrava essersi ripresa quasi del tutto dal suo grigio stato d'animo, sembrava che la spada trasmettesse delle brevi scosse quelle poche volte che aveva avuto l'occasione di prenderla tra le mani.
Aveva sicuramente qualcosa di sospetto, non si era mai vista una cosa simile e in nessun libro veniva minimamente citata.
Erwin non voleva parlarne nemmeno con Hanji per adesso, sapeva che la caposquadra aveva il vizio di avere la lingua troppo lunga e sicuramente avrebbe cominciato ad assillare T/n fino allo sfinimento.
Inoltre non voleva che gli altri cominciassero a ritenerla una persona pericolosa, soprattutto non voleva che venisse isolata di nuovo ora che si stava impegnando nella vita sociale.
In realtà nemmeno lui stesso era riuscito a pensarci molto a quella faccenda poiché la prossima spedizione sarebbe partita di lì a breve.
Come al solito passava in rassegna tutte le strategie di difesa e tutte le postazioni con il comandante Shadis e poi c'era da spiegare tutto alle altre squadre.
Da qualche giorno a questa parte però gli giunse alle orecchie di un altro problema che si stava venendo a creare tra i vertici al potere.
Non del corpo di ricerca e nemmeno di tutto il corpo militaresco ma tra le mura del castello del Wall Sina.
Lui in parte ne dubitava ancora ma un certo Lobov, signorotto più che benestante e personaggio di alto rilievo nella famiglia reale, aveva riscoperto un lato di sé che detestava il corpo di ricerca.
Non si sa come o quando si diceva che premeditasse la sua disfatta e soprattutto quella di Erwin in particolare.
Ne aveva parlato già con il comandante e alcuni membri della tavola che non tenevano molto alle idee del reggente, ma solo ai suoi soldi.
Voleva anche qualcosa di cui era in possesso che altri non avevano, qualcosa di prezioso e importante.
Sugli scaffali della libreria nel proprio ufficio teneva davvero parecchi libri importanti ma la sua mente lo riportò subito a una cosa in particolare.
L'unica cosa che secondo lui avesse senso prendere per un uomo come Lobov.
Un uomo così subdolo da far fare il lavoro sporco a reietti della società, prese dalla miseria e che avrebbero dato qualsiasi cosa in cambio di poco denaro.
Davvero meschino...
Ma ora non era tempo di considerarlo il suo problema principale.
Si diresse verso le stalle del corpo di ricerca, al di là della collinetta dove già alcuni cavalli bruciavano l'erba in tranquillità, senza badare troppo all'andirivieni dei cadetti.
Erano le 5 del mattino e tra due ore avrebbero dovuto ritrovarsi tutti di fronte al cancello di Shiganshina.
Avrebbero proseguito le ricerca in quella zona, cercando in esplorare oltre le vecchie rovine del castello che avevano sfruttato come rifugio nella spedizione precedente.
Questa volta non dovevano fallire.
Prese le redini del proprio cavallo grigio e lo accompagnò fuori dalle stalle, salutato di tanto in tanto dai cadetti che si preparavano al meglio.
Il suo sguardo però cercava soltanto una persona e quando la trovò gli venne difficile staccarle gli occhi di dosso.
Non sapeva perché ma era un gesto che gli usciva spontaneo e spesso si preoccupava quando se ne rendeva conto.
Lo spaventava questa nuova realtà, questo suo nuovo e strano modo di agire nei confronti di T/n ma se ne accorgeva solo quando ormai l'aveva già fatto.
Si preoccupava davvero per lei e nel suo cuore aveva paura che andasse a finire come la volta precedente.
Gli mancò un battito quando gli tornò alla mente la sua ansia quando la ragazza si era persa per la foresta.
Credeva fosse morta, qualunque segno gliene dava la prova e con chiunque ne parlasse.
Eppure lei era viva e si è fatta coraggio rialzandosi dalla situazione terribilmente pericolosa in cui si trovava.
E poi quel cavallo... ancora non si spiegava come fosse possibile che in meno di due mesi fosse diventato il cavallo più veloce e arzillo di tutti.
'Patetico' pensò con severità Erwin.
'Preoccuparsi di una cadetta qualunque, dovrei pensare alla mia squadra.'
Sapeva che era molto meschino da pensare, toglieva qualunque forma di legame che provava nei confronti di T/n.
Persino il rispetto doveroso per una ragazza che aveva dimostrato la sua forza con tutta se stessa.
Anche chi non la prendeva in simpatia la rispettava per questo ma lui aveva bisogno di considerarla estranea affinché la sua mente gli concedesse di staccare gli occhi dalla sua figura.
Se qualcuno avesse notato come la guardava avrebbero potuto fraintendere e lui voleva diventare comandante.
Che credibilità avrebbe avuto poi?
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Ovunque Tu Sarai (Erwin X Reader)
FanfictionT/n è una bambina che vive assieme alla sua famiglia nella città sotterranea, dalla quale poi riuscirà a fuggire. Aiutata da un capitano della legione esplorativa e ad un oggetto misterioso si unisce alle fila dei cadetti e combatterà sotto il simbo...