5. La giustizia dei lupi

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Presero per viali ancora più bui dei precedenti, luoghi dove loro non avevano mai messo piede.
Le periferie della città sotterranea erano il luogo peggiore di tutti.
Putride, maleodoranti e sempre immerse nell'oscurità.
Il sicario di nome Frederick seguiva Arthur che gli apriva la strada con in mano una lampada ad olio e mostrando lo stemma che portava sulla giacca in modo da dare a quelle ombre, che li osservavano passare, una buona ragione per essere tra loro.
Kenjiro però non aveva intenzione di arrendersi così.
Approfittava di quell'oscurità per cercare di slacciarsi i nodi che gli tenevano legati i polsi, di modo che i due scagnozzi non se ne accorgessero.
C'era solo un luogo tra quel mare di pece che emanava un leggero bagliore; un ingresso di una casa in mattoni.
In quel luogo l'odore nauseabondo di putrefazione era insopportabile a chiunque.
"Che merda..." sospirò a fatica l'uomo che teneva in spalle i due ragazzi.
"Ora capisci quando ti ho detto che avrebbero sofferto? Questo è solo una minuscola parte di quello che li aspetta." Arthur bussò alla porta 3 volte e tutti attesero in silenzio.
Solo T/n cercava in tutti i modi di dimenarsi senza successo dato che nessuno più le prestava attenzioni come se potesse davvero sfuggirgli da un momento all'altro.
Un uomo avvolto in un camice cencioso e la carnagione più chiara che si fosse mai vista, aprì la porta lentamente e guardò fuori per assicurarsi della loro presenza.
"Salva Joun, non esci mai da questo buco di fogna?" Chiese ironico Arthur.
"Se non ci fosse qualcuno a farlo voi bastardi fareste la fame." La sua voce era un baritono e mise i brividi persino a Frederick.
"Ti abbiamo portato i mocciosi. Fanne buon uso." Dichiarò Arthur e fece segno al suo collega di seguire il dottore dentro casa.
L'interno era un vero e proprio laboratorio. Una serie di ampolle contenenti ognuno un liquido diverso erano esposti in fila sui vari scaffali del corridoio.
Nella prima stanza a destra, T/n captò dei leggeri movimenti e piccoli scricchiolii ma non riuscì bene a distinguere di cosa si trattasse.
Nella stanza infondo al corridoio invece era piena di strumenti dalla forma appuntita, tanti coltellini dalle lame diverse e pinze a più non posso. Al centro giaceva un lettino, tutto malconcio e con una gamba aggiustata alla bell e meglio.
Frederich fece cadere sul pavimento i due ragazzi che portava in spalle e loro si trovarono con le ginocchia e il viso chine su chiazze di sangue rappreso e altri liquidi che non identificarono.
T/n era terrorizzata, sentiva le gambe tremare e i suoi occhi erano continuamente fissi nel vuoto.
Il fratello lo sapeva bene, notò l'agitazione della sorella e capì che non poteva fare conto su di lei in quel momento.
Mancava solo un nodo a tenere i suoi polsi legati e poi, quando meno se lo aspettavano, avrebbe tirato fuori il suo asso nella mani a e li avrebbe colpiti.
Sperava che almeno l'uomo nerboruto decidesse di andarsene nauseato poiché con lui in quella stanza le probabilità di successo del suo piano si ridurrebbero parecchio.
A forza non poteva competere con lui ma forse ad astuzia si, T/n glielo aveva insegnato bene in tutti quegli anni.
L'astuzia funziona spesso su coloro che si professano più forti.
Sotto due lampade ad olio appese in un angolo della stanza, poterono vedere il volto abbastanza pieno del dottore e dei suoi capelli di un biondo platino mentre i suoi occhi azzurri scrutavano i due fratelli.
"Io me ne andrei fuori da qui, un porcile è più pulito e profumato di questo buco di culo."
"Ehi" lo richiamò Arthur: "non allontanarti, non abbiamo ancora finito."
'Credono davvero di poter parlare come se non esistessimo solo perché siamo bambini?' Pensò con rabbia Kenjiro mentre slegava finalmente l'ultimo nodo.
'Ve lo farò rimpiangere'
Guardò di nuovo la sorella, tremava da capo a piedi e lui ebbe la conferma che non avrebbe potuto chiederle aiuto in nessun modo.
Frederick uscì dalla stanza nel suo modo iracondo e fece tremare la casa quando sbattè la porta d'ingresso alle sue spalle.
Quella era un'occasione d'oro.
Kenjiro non seppe dove fosse esattamente l'uomo nerboruto all'esterno ma di sicuro ci avrebbe impiegato un po' prima di sentire il fracasso e accorrere.
O almeno ci avrebbe impiegato il tempo necessario per riuscire a tramortire gli altri due, slegarsi i piedi e nascondersi con T/n da qualche parte.
"Tsh, avrebbe dovuto toccarli lui questi mocciosi e invece... guarda qua."
Arthur si avvicinò proprio a Kenjiro poiché sapeva che la ragazzina non sarebbe mai riuscita a scappare.
Lui colse l'occasione.
Lasciò che l'uomo allungasse una mano per agguantarlo e, quando lo fece, con un movimento rapidissimo estrasse da sotto la maglia una matita.
Con violenza, senza esitazioni, la piantò nel palmo della mano del sicario senza che potesse fare nulla per schivarlo.
Un urlo disumano invase quella stanza mentre Kenjiro già estraeva la matita che aveva perforato la mano, lasciando che il sangue cominciasse a cadere su quel pavimento già lurido.
Il sicario rantolò indietro perdendo infine l'equilibrio e finendo dritto su uno scaffale pieno di ampolle, fracassandole a terra e spargendo ovunque il loro contenuto nauseabondo.
Il dottore prese dal suo armadio un fucile e lo mirò in direzione del ragazzo sparando un dardo che Kenjiro fece appena in tempo a schivare.
Forse era fortuna o forse lo aveva visto davvero quel proiettile, lui sentì solo una grande scossa dentro di se che gli diceva di combattere.
Non perse un istante e con una mira perfetta la matita seguì la traiettoria e andò a conficcarsi nella gamba dell'uomo.
Lui lasciò andare il fucile e i suoi urli si unirono ai rantoli di Arthur.
Con rapidità slegò i nodi che gli tenevano le caviglie e si rialzò, salvando T/n da un pugno in faccia.
La trascinò a sé e la prese in braccio mentre il rumore di una porta in fondo al corridoio lo allarmò ancora di più.
Prese al volo un coltellino che si trovava tra gli strumenti deposti sul tavolo e lo tenne ben stretto in mano.
Corse verso la stanza che si trovava alle spalle del dottore, lo scavalcò e si inoltrò nell'oscurità mentre Arthur li seguiva a ruota.
Riuscì a rannicchiarsi in tempo sotto uno dei tavolini con T/n ancora scioccata sulle spalle pregando che continuasse a mantenere quel suo silenzio atterrito.
Vide giusto in tempo il sicario passargli davanti: "come osate, maledetti ratti! Quando vi prendo vi uccido con le mie stesse mani!" Ringhiò adirato uscendo dalla stanza per cercare altrove assieme a Frederick.
Intravide alla luce delle lampade il dottore ancora steso a terra che mugugnava cercando di estrarre la matita dalla gamba senza l'aiuto di nessuno.
Aspettarono qualche secondo, per vedere se i due sicari fossero tornati lì ma nessuno si fece vivo.
Pian piano Kenjiro prese coraggio e uscì da sotto il tavolo slegando le mani, i piedi e la bocca di T/n.
Le sussurrò lentamente di fare più silenzio che poteva e di seguirlo attentamente.
Lei annuì lievemente ancora atterrita.
Lui le prese la mano e la accompagnò dietro le sue orme, lentamente, fuori da quella stanza.
In lontananza, attraverso un'altra stanza buia, Kenjiro intravide un piccolo lume tremolante e decise di avvicinarsi cautamente.
Ben presto scoprì che si trattava di una finestra, quella accanto all'ingresso principale dove appunto c'era un lume.
Le voci dei sicari che erano rientrati in casa si fecero più vivide mentre i loro piedi scricchiolavano sopra il pavimento cosparso di vetri.
Aprì lentamente la finestra per non fare rumore e la scavalcò prendendo poi in braccio T/n una volta uscito all'abitazione.
Nel salire sullo stipite della finestra però parte del legno cedette e il rumore si espanse per tutta l'abitazione indicando la loro posizione ai nemici.
Quando entrambi furono usciti, Kenjiro chiuse violentemente la finestra mentre due figure si avvicinavano da dentro.
Prese di nuovo la mano a T/n e la costrinse a correre più veloce che poteva, anche se sentiva che la sorella era di nuovo bloccata dal terrore.
Svoltarono in qualche via, perdendo il conto dal panico che li attanagliava mentre le voci dei sicari si facevano sempre più vicine.
Arrivarono finalmente tra i quartieri illuminati e Kenjiro si sentì il cuore più leggero perché avrebbero potuto tornare dalla madre.
Quello che non avevano contato era il dottore.
Kenjiro lo vide all'ultimo, spuntare da dietro un angolo con ancora il fucile tra le mani.
Lo mirò rapidamente nella loro direzione e sparò senza esitazione.
Kenjiro non lo aveva giudicato un uomo così caparbio eppure sentì il suo proiettile colpirlo alla gamba sinistra e immediata perse l'equilibrio finendo a terra.
Sbattè la testa mentre cercò di reggersi ancora con le mani a terra, tra il fango di quello strano quartiere della città sotterranea.
Il sangue cominciò a fuoriuscire dalla ferita in un fiume in piena e cercò in tutti i modi di fermare l'emorragia.
Con la coda dell'occhio vide il dottore avvicinarsi a loro e cercò di allontanare la sua attenzione dal dolore alla gamba.
Prese il bisturi e si rialzò a fatica puntando al collo del dottore ma un altro sparo lo raggiunse prima.
Questa volta sentì la sua spalla incendiarsi dal dolore mentre un urlo gli uscì dalle labbra.
"Nooo!!!" T/n si era svegliata dalla sua situazione di totale panico e si interpose tra lui e il dottore.
"No spostati o colpirà anche te!" Il fratello era terrorizzato all'idea di vedere lei nelle sue stesse condizioni se non uccisa.
Cercò immediatamente l'equilibrio rialzandosi e lanciando con il braccio buono il coltellino, approfittando della momentanea distrazione dell'uomo.
La lama andò a conficcarsi a fondo nel fianco del dottore e lui lasciò andare il fucile dalle mani, concentrandosi ad estrarre il bisturi.
"Kenji!" La voce di T/n lo raggiunse da dietro ma lui la sentì soffusa.
In quel momento poteva sentire bene solo la sua voglia di vendetta.
Prese il fucile e lo puntò alla testa dell'uomo sparando mentre l'uomo lo guardò per un secondo pieno di terrore.
Uno schizzo improvviso di sangue fuoriuscì dalla testa e lui cadde sulle spalle finendo a terra senza più vita.
Una gran quantità di sangue cominciava ad inondare quel posto, mischiandosi al fango mentre l'attenzione del ragazzo era già puntata verso i due sicari che ormai li avevano raggiunti.
Il loro sguardo si soffermò per un istante sul corpo del loro complice e subito dopo su Kenjiro che teneva ancora in mano il fucile.
"Brutto bastardo!" Ringhiò Arthur.
"Adesso posso farli fuori io." Dichiarò senza sentire polemiche Frederick prendendo tra le mani il coltelli che teneva legato alla cintola.
Kenjiro sparò immediatamente un colpo di fucile e poi un altro e un altro ancora ma nessuno di questi riuscì a sfiorare il sicario che si muoveva con rapidità attorno a loro.
Il fucile cominciava a pesare tra le sue mani e quando sparò l'ultimo colpo del caricatore sbagliò completamente la mira.
Prima ancora che se ne rendesse conto si sentì colpito al torace da una violenta ginocchiata e finì ancora più nel fango, tenendosi lo stomaco dolorante.
"Fermii!!" Continuava ad urlare T/n ma nessuno le dava retta.
Il ragazzo sentì una forte stretta al collo e si sentì sollevarsi mentre cominciava ad annaspare.
Le sue mani cercavano di sottrarsi a quella morsa ma Frederick non aveva intenzione di mollarlo.
"Finalmente il mio desiderio verrà soddisfatto e mio padre avrà la giusta giustizia." Disse stringendo sempre di più attorno al collo di Kenjiro.
In quel momento il suo mondo cominciò a sfocarsi, mentre perdeva pian piano il respiro.

4chiacchere in compagnia🍻:
Sono davvero molto cattiva, me ne rendo conto 😅
Piccolo riassunto: i due fratelli cercando di scappare dal laboratorio sotterraneo a cui sono stati condotti. Kenjiro si libera per primo e fugge portando T/n in spalle fino alla finestra. Cercando di uscire lo stupide cede sotto il loro peso, rivelando la loro posizione.
Durante la fuga Kenjiro viene colpito alla gamba e alla spalla dal dottore ma subito dopo si riprende rubandogli il fucile e sparando un colpo alla testa.
Il ragazzo uccide il dottore ma subito dopo dovranno fare i conti con gli altri due uomini alle calcagna.
Grazie a tutti per essere arrivati fin qui! Buona domenica a tutti!
😘 SilverANBU

Ovunque Tu Sarai (Erwin X Reader)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora