42. Mai arrendersi

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La mattina seguente T/n si svegliò molto presto, tra le braccia di Erwin.
Quando lei cercò di muoversi anche lui si svegliò e tolse il suo braccio da sopra le spalle della ragazza.
Il sole non era ancora sorto, l'ora segnava le 5:30 di mattina.
Prima che combinassero un altro casino come quello della scorsa volta, si alzarono entrambi immediatamente e si rivestirono con i vestiti del giorno precedenti, accantonati ai lati del letto.
Sembrava che quella mattina fossero le prime due persone che scendevano in mensa. Presero posto uno accanto all'altra dopo aver preso un thè e qualche biscotto.
Erwin era molto preoccupato per la prossima spedizione che aveva organizzato di lì a 3 settimane.
Hanji aveva detto di aver trovato delle informazioni importanti sullo studio dei giganti ma che avrebbe dovuto tornarci per esserne sicura.
Erwin voleva darle credito dato che molto spesso la caposquadra non sbagliava, anche se le ricerche andavano fatte a suo modo.
Trovare soldati da disporre sui diversi fronti in cui avevano subito perdite non era semplice.
I diversi punti da dover coprire erano posizioni che richiedevano una buona esperienza e capacità. Solo i capitani potevano riempire quei buchi e Erwin assegnò T/n alla coda della carreggiata di sinistra.
Avrebbe avuto di fronte a sé i propri soldati e successivamente la squadra di Mike.
Non era male come postazione ma avrebbe dovuto tenere gli occhi ben aperti per coprire le spalle a tutti loro.
Durante quelle tre settimane intensificarono gli allenamenti e sembrava che anche Marika avesse ripreso un po' di coraggio.
A T/n sembrava piuttosto determinata a non fare di nuovo la figura della scorsa volta.
Anche Trevis e Joe erano migliorati parecchio anche se Joe aveva sollevato un polverone assurdo per la nuova custodia del cavallo baio di Noah per cui ancora prestava  una cura che resentava il maniacale.
Alla fine, siccome non era consentito ad un cadetto di possedere e occuparsi di più di un cavallo, risolsero la questione facendo scambio.
Anche se con rammarico, Joe cedette il suo Dull agli altri e tenne per sé Huster, che per lui rappresentava l'ultimo simbolo vivente del suo migliore amico.
T/n notò che il grosso baio sembrava essersi affezionato più a Joe che a Noah ma questo non lo disse mai ad alta voce.
Dopotutto lei era la persona che ancora teneva la maglietta di suo fratello sotto la divisa quando andavano in spedizione o il braccialetto di suo padre legato al polso.
Chi era lei quindi per obbiettare?
Una settimana prima della partenza T/n si diresse all'ufficio del comandante.
Erwin le aveva detto che doveva parlarle di una cosa importante e quindi si fece un bagno il prima possibile dopo gli allenamenti, di modo che avrebbe potuto parlargli prima di cena.
Bussò alla porta ed entrò cautamente mentre Erwin la invitava a sedersi.
"Ho qui una cosa per te." Aveva detto senza troppi giri di parole.
"È la cosa per cui mi hai chiamata?" Chiese.
"Esatto." Ed Erwin si piegò a raccogliere dai piedi della scrivania un oggetto dalla forma allungata.
All'inizio T/n non comprese, la superficie era tutta lucida e rifletteva la luce delle lampade ad olio.
"Cos'è?" Chiese di primo acchito.
"Non la riconosci?"
T/n si concentrò meglio e subito dopo riconobbe la forma dell'elsa della spada.
"Ma cosa..." Cercò di dire rimanendo per di più imbambolata a fissare quell'arma.
"Te l'avevano confiscata perché tornasse al legittimo proprietario ma non c'è un altro proprietario se non te." Si spiegò Erwin.
"Ma come hai fatto a..."
"A convincerli?" Completò lui la domanda: "in realtà ho espresso le mie opinioni al riguardo e il tuo buon operato a Dallis e lui ha deciso di riprendersi la spada per darla a te."
"Quindi questa spada non è lo stesso mia."
"Già ma è comunque qualcosa. È sotto la responsabilità di Dallis Zakhary quindi dovrai usarla con molta precauzione ma do di potermi fidare di te."
"Io non ne sarei così sicuro. Questa spada ti risucchia le energie. Ti fa diventare pazzo. Ti fa sognare cose strane..."
T/n ci pensò su.
"Sai... non sono convinta che possa funzionare."
"Non la rivorresti indietro?"
"Io... Con questa so di poter essere di un grandissimo aiuto per voi ma allo stesso tempo... Ho timore che capiti un'altra cavolata."
"Capisco. Ma non mi andava di lasciarla nelle mani di un re falso e disonesto che non merita quello che ha. Questa spada è tua di diritto e della tua famiglia. E io credo in te."
La ragazza accennò un sorriso e la prese, con tanto di fodero, tra le mani.
Non era preoccupata per il fatto di riceverla, no. Quello per lei era un grande onore e avrebbe dovuto ringraziare sia Erwin che Dallis ma il problema che la affliggeva era alle idiozie che rischiava di commettere con quella. Se ne combinava un'altra delle sue che esempio avrebbe dato ai suoi sottoposti?
Doveva stare attenta.
Ringraziò Erwin che le rivolse un lungo bacio e poi si salutarono per andare a darsi un bagno.
In quell'ultima settimana, T/n dovette guidare i successivi allenamenti e nel frattempo esercitarsi anche con la spada che alcune volte non ne voleva sapere di spegnere il suo bagliore.
"Incredibile. Non pensavo l'avrei mai vista dal vivo." Disse Trevis avvicinandosi.
"Meglio che non la tocchi. Non so cosa possa causare, per me questo oggetto resta ancora un mistero." Rispose il capitano, che aveva visto il suo sottoposto allungare una mano per prenderla.
"Capisco." Disse lui semplicemente.
"Ha causato parecchi danni, probabilmente il solo fatto di toccarla ti fa sognare alcuni ricordi spiacevoli." E T/n lo disse più convinta del solito per evitare che anche solo loro ci pensassero.
"Agli ordini, capitano!" Disse cercando sdrammatizzare Joe facendo un bel saluto.
"Dovresti farlo più spesso così." Disse Marika ridacchiando
"Almeno ti prenderebbero un po' più sul serio." Aggiunse Trevis.
"Ma che cavolo dite!!"
"Va bene, va bene." Disse T/n divertita: "mancano due giorni alla partenza. Su! Mettiamoci al lavoro."
Consapevoli che il capitano avesse ragione si misero all'opera e misero tutto l'impegno che potevano nelle esercitazioni finché la notte della partenza non arrivò.

Da quando erano partiti avevano incontrato solo qualche gigante solitario, non troppo aggressivo se non addormento.
La caposquadra Hanji aveva avuto ragione sul fatto che di notte gli spostamenti di quelle bestie diminuivano notevolmente e anche la loro aggressività.
Ancora non sapevamo a cosa fosse dovuto ma Hanji ci aveva visto giusto e da quel momento in poi Erwin aveva preso in considerazione l'idea di partire a notte fonda, molto prima dell'alba.
E come al solito fu a mattina inoltrata che gli attacchi dei giganti si fecero un po' più intense.
Ogni tanto T/n dava per scontato quella loro reazione ma effettivamente non sapeva minimamente il perché avessero una così spasmodica caccia all'uomo.
Il sole proseguì il suo tragitto nel cielo così come loro proseguivano nella loro direzione e poco prima del tramonto un'orda di giganti si abbatté sul corpo di ricerca.
T/n era più preoccupata per Marika che dall'ultima volta non era sicura ai fosse pienamente ripresa.
Invece la vide muoversi con abbastanza disinvoltura e anche lei uccise il suo primo gigante.
La battaglia si fece man mano più intensa e T/n notò che sulla traiettoria di Joe c'era un gigante che non aveva visto.
Per lui era troppo tardi per reagire, quella bestia lo avrebbe preso in pieno se nessuno fosse intervenuto.
Ma T/n lo vide perfettamente.
Con sua grande fortuna aveva ancora del gas nelle bombole e si precipitò da lui.
Non avrebbe permesso che anche lui morisse.
Aveva guardato negli occhi i suoi genito quella volta, al funerale di Noah e Kimiko. Li aveva guardati e loro gli avevano rivolto uno sguardo deluso. L'avevano colpita nel profondo. Come se anche i suoi genitori, che ormai non c'erano più da tempo, avessero osservato la sua vita e l'avessero guardata con la stessa espressione.
Non poteva farlo di nuovo! Anche se voleva dire morire...
Con uno spintone che provocò un gran dolore alla spada di Joe, T/n lo spostò prima che la mano del gigante lo afferrasse.
Altri giganti soggiunsero alla festa ma il primo la prese stretta nella sua mano e la avvicinò alla bocca.
Un tanfo di morte uscì dalla sua cavità buccale e provocò un forte conato di vomito a T/n che non riusciva a liberarsi in alcun modo da quella morsa di ferro.
Attorno a sé c'erano solo giganti e con suo rammarico non ci fu nessuno che venne ad aiutarla.
Per la prima volta Erwin non era lì con lei e non l'aveva salvata ma non era affatto arrabbiata con lui.
Era meglio così, che lui fosse altrove e che non facesse la sua fine.
Si arrese quando non poté fare altro che scivolare giù per la gola viscida di quel mostro.

4chiacchiere in compagnia:
Ciao a tutti, la storia si sta per concludere tra qualche capitolo e ne sono soddisfatta. Almeno io ovviamente.
Quindi ci sentiamo nel prossimo capitolo, ragazze e ragazzi!
Bye bye!
😘 SilverANBU

Ovunque Tu Sarai (Erwin X Reader)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora