11. Le due prove

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Hanji la introdusse in un piccolo campo in terra battuta e per prima cosa le chiese di mettersi sopra la maglia un giubbotto corto marroncino e poi le mostrò una di quelle apparecchiature che aveva visto indossare da tutti ormai.
Si chiamava attrezzatura per il movimento tridimensionale.
Era munito di molteplici corde di cuoio intrecciate tra loro che andavano ad aderire al petto e alle gambe.
Quando Hanji glielo fece indossare le spiegò bene come andasse sistemato e allacciato, benché quel modello le stesse molto largo.
"Dovrai cominciare a mangiare un po' di più. Piano piano troverai il tuo peso forma e allacciare l'attrezzatura sarà più semplice perché ti aderirà meglio." Le spiegò.
Poi le agganciò ai lati delle specie di fodere in metallo che contenevano 4 lame ciascuno.
Hanji le spiegò che si trattavano dei ricambi poiché le lame delle spade potevano essere staccate e riagganciate all'elsa.
L'elsa stessa era dotata di una lunga leva e alcuni pulsanti che T/n comprese poco dopo fossero i comandi per dirigere gli arpioni e il gas contenuto nelle bombole agganciate sopra le due fodere.
"Con questo gestisci il gas, rilasciandolo invece chiuderà la valvola del tutto quindi per regolare l'intensità della spinta che ti serve dovrai prenderci manualità." Hanji spiegava molto bene, con esempi pratici.
"Ti consiglio fin da subito di essere parsimoniosa, l'attrezzatura ha in dotazione solo due bombole e non è simpatico esaurirlo in territorio dei giganti."
"Bene." Riprese dopo qualche secondo di pausa: "Facciamo qualche prova. Innanzitutto puoi provare a togliere tutto e a rimetterlo da sola. Naturalmente avrai dei nuovi vestiti, l'uniforme, che però adesso non è ancora pronta."
T/n fece come le venne detto.
Si tolse a fatica l'attrezzatura e altrettanto faticosamente se la rimise con qualche aiutino della donna.
"Queste devono essere allacciate dietro, vedi?" Diceva e le mostrava nuovamente la loro locazione.
Quando provarono a fare una prova con i rampini lei perse l'equilibrio e cadde come un sacco di patate.
Per la verità tutto il giorno non fece altro che fallire miseramente con tutti i comandi ma Hanji la rassicurò che per tutti era così le prime volte.
Ma lei non ci stava.
Se voleva rimanere lì doveva riuscirci subito, doveva impegnarsi di più.
Quello che aveva fatto quel giorno non bastava, non sarebbe riuscita a passare le prove finali e così verrebbe rispedita nuovamente in quel buco di fogna.
Non aveva mai mangiato così bene quando ci fu la pausa pranzo.
Forse per tutti gli altri era un piatto misero, patate bollite e erbe di campo, ma per lei era un piatto divino.
Cercò di ignorare gli sguardi inquisitori degli altri cadetti e subito dopo si diresse nuovamente con Hanji al loro campo di allenamenti.
Per tutta la settimana non fece che allenarsi con il dispositivo e nei combattimenti corpo a corpo.
Era migliorata molto in tutto, cominciando a mangiare un po' di più si sentiva sempre più agile ed energica ma era sufficiente?
Erwin lo vedeva soltanto durante le cene, al tavolo degli ufficiali e purtroppo non le era consentito potergli parlare.
In compenso qualche volta lo scorgeva, tra il mare di teste, osservarla con il suo solito piccolo sorriso.
Ma era solo per pochi istanti.
Non si sentiva abbandonata da lui ma forse si sentiva un po' messa in disparte poiché lui aveva promesso che l'avrebbe aiutata mentre invece lo vedeva davvero di rado.
La sua stanza era provvisoria, in un piccolo stanzino vicino alla lavanderia, dove aveva depositato anche il fagotto con la spada e i suoi vecchi vestiti.
Se fosse stata promossa allora la squadra a cui fosse stata affidata le avrebbe assegnato una stanza nuova.
Per ora però, l'immagine di quella ragazza magra e incapace che dormiva in uno sgabuzzino non piaceva a nessuno.
Era sempre in disparte, nessuno voleva parlarle nemmeno quando lei cercava di fare amicizie ed entrare nelle conversazioni.
Pian piano smise di provarci e rimase sempre nel suo angolo a pensare a sé stessa e su come passare quelle maledette prove.

Dovette davvero ricredersi quando uscì vittoriosa dal campo degli esami.
Non aveva brillato ma nemmeno era stata catalogata come disastro irreparabile.
L'avevano interrogata sul dispositivo di manovra e sulla sua manutenzione e poi le avevano fatto fare un giro sugli alberi.
Si inciampò qualche volta ma almeno sui rami ci arrivava.
Quello che convinse i giudici fu più che altro la rapidità con cui stava imparando, la sua situazione di sottopeso e la sua difficoltà nell'adattarsi alla vita della superficie.
La seconda prova era combattimento. Anche lì non aveva spiccato particolarmente ma comunque qualche accenno di abilità l'aveva dimostrato.
Alla resa dei conti fu comunque giudicata sufficiente.
Erwin non era venuto a vederla, forse questo le rese il morale un po' più basso del suo solito nell'ultimo periodo ma comprendeva che avesse molto da fare come capitano di una squadra.
Tra gli spettatori, oltre ad Hanji, c'era anche un uomo dai corpi capelli bruni, occhi marroni e la carnagione un po' abbronzata.
Quando le venne a parlare notò sulla sua uniforme lo stesso simbolo che portavano Hanji ed Erwin sui loro mantelli.
Le due ali incrociate.
"Benvenuta nella legione esplorativa." Disse con aria autoritaria.
"Perdonami se non abbiamo ancora avuto l'occasione di conoscerci, io sono il comandate Shadis."
Nel sentire la parola 'comandante' le venne un colpo e si affrettò ad inginocchiarsi a terra per mostrargli onore e rispetto.
"Tranquilla, alzati. Non ti hanno ancora insegnato come si saluta in gergo militaresco?" Chiese sempre con lo stesso tono invitandola a rimettersi in piedi.
Lei scosse il capo imbarazzata dalla figuraccia ma lui mise di scatto il pugno destro sul petto e l'altra mano chiusa dietro la schiena.
"Questo è il nostro saluto. Mano destra sul cuore."
Lei lo imitò goffamente e lui ricambiò l'impegno con il suo saluto.
"Mi hanno riferito che porti un'arma con te, giusto?"
La ragazza annuì, un po' impaurita dal fatto che potessero sottrargliela.
"Posso?"
"È un ricordo di famiglia." Cercò fi mettere le mani avanti mentre la estraeva dal fagotto.
Il comandante la prese tra le mani, munite di un paio di spessi guanti di pelle nera, e la esaminò con molta attenzione, in ogni minimo dettaglio.
"Di solito hai cadetti non è consentito portare armi nelle proprie camere ma capisco quanto possa essere importante per te. Accetterò di lasciartela a patto che tu la tenga chiusa nell'armadio. Solo quando sarai ben allenata e ormai ottima cadetta potrai portarla con te. Intesi?" Sadis sembrava un uomo comprensivo che preferisce scendere a patti e dare fiducia prima di giudicare qualcuno.
Di certo T/n non se lo aspettava da un comandante dell'esercito ma inutile negare che gli fu davvero grata.
Con un altro saluto militare accettò di gran carriera le sue condizioni.
"Vieni con me, ti assegnerò ad un capitano."

4chiacchiere in compagnia:
Ebbeneee si, T/n fa parte finalmente del corpo di ricerca ma chissà se le cose andranno meglio...
Come al solito ci sentiamo domani per il capitolo 12!
Buon sabatinoo!
😘 SilverANBU

Ovunque Tu Sarai (Erwin X Reader)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora