2. I giorni felici

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"Kenji aspettami!" T/n ce la stava mettendo tutta per restare dietro a suo fratello.
Correvano per le strade di quella cupa città e si dirigevano al negozietto che suo padre teneva due vie dopo la loro casa.
Kenjiro era sempre stato più veloce e agile di lei, non poteva farci nulla, e saltellava di qua e di là seguito a ruota dalla sorella.
"Ahaha prova a prendermi!" Le esclamò lui da davanti, voltandosi solo qualche istante per incrociare i loro sguardi.
"Sei troppo veloce!" Rispose lei col respiro affannato.
T/n vide Kenjiro svoltare l'angolo e si affrettò a seguirlo prima di perderlo di vista ma quando effettivamente guardò oltre lui era sparito.
La bambina fermò la sua corsa e, in quel vicolo isolato e poco illuminato, prese a guardarsi attorno freneticamente mentre la tensione le cresceva dentro.
All'improvviso una mano le toccò la spalla da dietro e la voce di suo fratello urlò: "presa!"
"Mi hai fatto spaventare!" Disse con un sospiro di sollievo.
"Ahah credevi ti avessi davvero lasciata indietro?" Chiese divertito ma un dolce sorriso si fece largo sul suo viso.
T/n annuì, capendo che stava scherzando, e gli sorrise a sua volta.
"Non potrei mai farlo, lo sai." Rispose lui sarcasticamente con il finto broncio.
Poi le tese una mano che finì per toccarle delicatamente il suo piccolo naso con un dito.
"Io sono sempre qui."
L'amore che Kenjiro provava per la sorellina era davvero immenso e non lo provava per nessun altro.
Allo stesso tempo anche T/n voleva un bene dell'anima al fratello che le aveva insegnato così tanto.
Lui c'era sempre stato per lei e avrebbe voluto che anche il fratello, un giorno, la guardasse sotto la stessa luce.
Come qualcuno su cui potesse fare affidamento al massimo.
Entrambi risero e Kenjiro prese per mano la bambina incoraggiandola a correre al suo fianco.
"Forza andiamo!"
Corsero assieme l'ultimo tratto che li separava dal negozietto di terrecotte del padre ed entrarono spalancando la porta e provocando un leggero guizzo al padre.
"Ciao papà!" Esclamarono i figli quasi all'unisono.
"Ti abbiamo portato il pranzo." Concluse Kenjiro depositando sul tavolino da lavoro una scatolina di legno.
Loro padre, un uomo alto dai capelli castano chiari e gli occhi color nocciola, accarezzò dolcemente le testoline dei due fratelli.
"Grazie mille, ragazzi."
"Papà." Lo chiamò T/n con sguardo incuriosito: "posso farti una domanda?"
"Dimmi tutto."
"Sul mio libro degli animali c'è un capitolo che è intitolato 'i giganti'. Sopra di noi esistono davvero queste creature che somigliano a degli altissimi esseri umani?"
Il padre rimase un po' interdetto da quella domanda, dentro di sé non sapeva se era il momento di risponderle onestamente oppure non ancora.
"Perché me lo chiedi?" Chiese infine.
"Perché tutti gli animali del libro sono così diversi tra loro mentre i giganti ci somigliano molto. Dovrebbero farci davvero paura, no?"
"Io li trovo assurdi. Finché non ne vedrò uno non ci crederò." Rispose Kenjiro con la sua solita cocciutaggine.
"Ragazzi, fermi." Li richiamò il padre e prese un foglio per disegnarci sopra tre cerchi concentrici.
"Vedete... questo è quello che vedrete quando uscirete da qui. Tutto quello che rimane all'umanità, tre ordini di mura immense dove all'interno vivono le persone."
"Perché? Non sono liberi di abitare dove gli pare?" Chiese Kenjro.
"Aspetta, non ho finito." Disse il padre: "queste mura sono state costruite più di cento anni fa per proteggere l'umanità da un pericolo ancora più grande. Si dice che esistano per proteggerci dai giganti che vivono nei territori esterni alle mura."
"Tu ne hai mai visto uno?" Chiese T/n ancora più incuriosita.
Il padre scosse il capo: "non ne ho mai visti e nemmeno la mamma."
"Vedi? quindi potrebbero anche non esistere." Kenjiro si rivolse alla sorellina.
"E se invece davvero vivono là fuori?"
"In quel caso basterà cercare un modo di eliminarli tutti. Non capisco dove sia il problema." Il fratello aveva un'aria molto sicura di sé.
"In ogni caso non è una cosa cui dovreste preoccuparvi. Filate a casa adesso." Il genitore troncò la conversazione e li congedò prima che la madre cominciasse a preoccuparsi troppo.
In quel luogo non si poteva mai sapere che genere di persone incontravi.
Gli orari dovevano essere rispettati altrimenti significava che era successo qualcosa di grave.
Con riluttanza e con ancora più domande nella testa, T/n seguì il fratello fuori dalla porta e insieme si avviarono verso casa.

Quella sera, dopo aver cenato e sistemato tutti insieme la cucina, i due ragazzi tornarono nella loro stanza.
T/n si affrettò a prendere il suo libro preferito dalla piccola libreria di cui andava molto orgogliosa.
Quella sera aveva una gran voglia di tornare sul suo argomento preferito; gli animali.
"Sarà la millesima volta che sfogli quelle pagine." Esclamò Kenjiro prendendo le coperte dell'armadio cigolante all'angolo della stanza.
"Lo potrei leggere tutti i giorni mille volte!" E un sorriso le illuminò il volto.
"Lo so! È questo che mi sorprende di più di te, ahah." E le lanciò la sua copertina, più piccola e colorata di quella di suo fratello anche se ormai i colori si distinguevano poco.
"Che mi racconti allora?" Anche se aveva il suo letto, ovvero un materasso sgualcito steso semplicemente a terra, amava passare un po' di tempo accanto a T/n prima di coricarsi.
Quando aiutava il padre al negozio purtroppo non aveva tanto tempo da dedicarle e gli dispiaceva non averle potuto fare compagnia nei giorni precedenti.
"Mmm..." lei ci pensò su, con fare allegro e di impazienza: "i cavalli? Oh guarda! Anche questi tipi di uccelli sono splendidi!"
Indicò un'immagine sul libro, un po' scolorito e ingiallito allo stesso tempo.
Maestosi esemplari erano rappresentati mentre si libravano nei cieli limpidi.
"Va bene, accetto." Disse lui accomodandosi meglio sul materasso, poggiando la schiena e rivolgendo lo sguardo al soffitto.
Quando la sua voce cominciò a leggere si fece cullare dalle sue parole.
Era stata la madre ad insegnare loro come si leggeva e si scriveva, che in quella città non era scontato saper fare.
Non le avevano mai chiesto però dove lei lo avesse imparato, forse dalla nonna ed era una cosa che si tramandava ormai da tempo.
'Chi lo sa...' Pensò Kenjiro mentre T/n si inoltrava in descrizioni precise sull'alimentazione dei falchi.
'Un giorno li vedremo' avrebbe voluto dirle ad alta voce ma la stanchezza della giornata passata cominciava a farsi sentire e chiudendo gli occhi cadde in un sonno profondo.
Quando la bambina si accorse di aver perso il suo spettatore sorrise e corse a prendere la coperta facendo in modo di coprirgli tutto il corpo.
Subito dopo si sdraiò accanto a lui facendosi piccola piccola e si addormento ripensando a quelle splendide creature.

La vita andò avanti così.
Una vita dura e piena di sacrifici ma allo stesso tempo vissuta in ogni suo secondo.
I giorni che T/n e Kenjiro passavano insieme erano sempre felici, nonostante qualche litigio qua e là.
Loro non si sarebbero mai odiati ma al contrario, si cercavano ovunque in continuazione.
Ogni tanto si apprestavano a simulare dei piccoli duelli con dei bastoncini di legno, Kenjiro ne era appassionato e a T/n piaceva esplorare a fondo qualunque cosa le capitasse a tiro.
Amava interpretare l'animo umano, o meglio l'animo di un essere vivente, non importava di che specie fosse.
Per Kenjiro quindi divenne difficile batterla a causa della sua capacità di leggere nelle sue prossime mosse e questo metteva al suo avversario ancora più adrenalina.
Sembrava che le loro energie non finissero mai.
Erano l'unica ragione di vita dei loro genitori e l'unico vero motivo per cui cercavano di pagargli l'uscita dalla città sotterranea.
Loro sapevano che sarebbero morti lì ma quei bambini... non potevano finire così.
Dovevano vedere il cielo.
Difficile pensare che un giorno, più vicino di quanto si potesse immaginare, quelle due giovani anime si vedranno costrette a separarsi di fronte ad un temibile nemico che non sapevano potesse esistere.

4chiacchere in compagnia🍻:
Eccoci arrivati a fine capitolo.
Piccolo spoiler sui destini di questi due ragazzi, chissà cosa accadrà...😏 ma vi prometto che dalla prossima volta le cose cominceranno a complicarsi.
Per ora vi saluto, grazie per essere arrivati fin qui.
A lunedì, buon fine settimana!
😘 SilverANBU

Ovunque Tu Sarai (Erwin X Reader)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora